Guida all’investimento obbligazionario

Evoluzione della pandemia e campagna di vaccinazione, inflazione, politiche monetarie e rischi sul mercato del credito sono i fattori da tenere d’occhio nel 2021.

Sara Silano 18/01/2021 | 08:59
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Investimenti obbligazionari

I mercati obbligazionari sono entrati nel 2021 con la consapevolezza che continuerà ad essere ricco di sfide. Innanzitutto, nonostante siano partite le vaccinazioni in molte parti del mondo, gli effetti della pandemia di Covid-19 sull’economia si faranno ancora sentire, almeno nella prima parte dell’anno. In secondo luogo, torna a fare capolino il tema dell’inflazione che, secondo alcuni gestori ed economisti non desta preoccupazione, mentre secondo altri bisognerebbe tenere d’occhio. In terzo luogo, ma collegato, c’è il tema delle politiche monetarie delle banche centrali, dopo le misure straordinarie messe in campo l’anno scorso. Infine, i bassi tassi di interesse offerti dai titoli di stato dei paesi sviluppati offrono meno tutela dagli shock di mercato rispetto al passato e spingono gli investitori a cercare valore in strumenti più rischiosi, come ad esempio le emissioni dei mercati emergenti.

La sfida economica
Il quadro macroeconomico, soprattutto in Europa, è sfidante nei prossimi mesi a causa delle restrizioni e dei lockdown imposti dalla seconda ondata pandemica. Nel suo outlook di ottobre, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha previsto un calo del Prodotto interno lordo globale del 4,4% nel 2020 (e un rimbalzo del 5,2% il prossimo anno). L’area euro è tra le zone più colpite e si stima una riduzione del Pil dell’8,3% per il 2020 (+5,2% nel 2021), mentre negli Stati Uniti sarà circa la metà (-4,3% e +3,1% nel 2021). Per l’Italia, il Fmi indica una contrazione del 10,6% (+5,2% nel 2021). Fra le grandi economie, l’unica eccezione dovrebbe essere la Cina, che dovrebbe registrare un +1,9% per il 2020 e +8,2% quest’anno.

L’inflazione fa capolino
Rispetto ai minimi di marzo 2020, l’inflazione attesa dai mercati è aumentata significativamente. “Gli swap indicizzati all’inflazione in dollari americani su scadenze 5-anni / 5-anni forward, una delle misure più seguite dalle banche centrali, sono saliti di ben 110 punti base e si attestano oggi intorno al 2,3%”, spiega Alessandro Tentori, responsabile investimenti di Axa IM. “La dinamica in euro è simile (+60bp), anche se il livello assoluto di 1,3% rimane ancora molto al di sotto del target di inflazione della Bce”.

I mercati sembrano vedere di buon occhio questo incremento delle aspettative di inflazione. Almeno per il momento. “Anche un ulteriore aumento dell’inflazione misurata non dovrebbe destabilizzare l’attuale traiettoria di politica monetaria”, dice Tentori. “Sarebbe più preoccupante, invece, un balzo inatteso e rapido, oltre quello già scontato, a causa delle materie prime. L’effetto combinato delle aspettative inflazionistiche e dell’incertezza sarebbe molto negativo per l’universo obbligazionario e di riflesso per i costi di rifinanziamento delle imprese”.

Politiche monetarie ancora espansive
“Prevediamo che la Federal Reserve statunitense, la Banca centrale europea e i responsabili della politica monetaria di altri mercati sviluppati manterranno i tassi di interesse a breve termine a livelli storicamente bassi (e, in alcuni mercati, negativi) fino al 2022, prima di iniziare una normalizzazione ai livelli pre-Covid-19”, si legge nelle previsioni di Vanguard per il nuovo anno. “Le curve dei rendimenti potrebbero registrare un lieve aumento dell'inclinazione in seguito al contenuto incremento dei tassi a lungo termine, secondo le nostre previsioni base. Ma, tenuto conto delle nostre stime di inflazione e della politica delle banche centrali, i rendimenti obbligazionari sono probabilmente destinati a un netto rialzo. Riteniamo che le banche centrali potrebbero essere inclini a contrastare un netto incremento dei rendimenti obbligazionari nel 2021 tramite ulteriori programmi di acquisto di titoli o altre misure, nel caso in cui questa situazione sia considerata controproducente per la ripresa economica”.

Rischi sul mercato obbligazionario
Con tassi di interesse bassi o negativi, le capacità dei titoli di stato dei paesi sviluppati di proteggere dai rischi di mercato si sono ridotte rispetto al passato, anche se gli acquisti delle banche centrali hanno supportato tale abilità. Gli investitori si trovano davanti a una duplice sfida: trovare strategie per mettere al riparo il portafoglio dai pericoli e andare a caccia di rendimenti tra gli strumenti finanziari, inclusi quelli obbligazionari, più rischiosi, come ad esempio le emissioni emergenti o high yield. “Dal punto di vista tecnico il valore del premio per il rischio di credito e del premio per illiquidità è significativo, per cui è ancora possibile estrarre alpha”, afferma Andrew Jackson, responsabile del reddito fisso per la divisione internazionale di Federated Hermes. “La nostra visione fondamentale è meno positiva rispetto a quella tecnica, per cui non possiamo tralasciare i rischi. Prevediamo che il 2021 sarà un anno in cui i tassi di default saranno un po’ al di sopra delle medie storiche, ma con tassi di recupero significativamente al di sotto della media”. Insomma, la prudenza rimane una buona linea di difesa per gli investitori obbligazionari.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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