Quest’inverno la siccità ha colpito duramente il nord Italia, mettendo a rischio le coltivazioni e rendendo irriconoscibili i grandi fiumi come il Po o il Piave. Mai come quest’anno sembra di attualità il tema della Giornata mondiale della terra, “Investiamo nel nostro pianeta”.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e l’Istat ha fornito una fotografia preoccupante, con temperature e piogge tra i fattori con le maggiori anomalie. I dati, del 2020, indicano un aumento medio annuo di 1,2 gradi centigradi sul valore climatico 1971-2000 nei capoluoghi di regione. Le precipitazioni totali sono scese di 91 millimetri sempre rispetto al periodo 1971-2000.
A rischio i target climatici
Nell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, 197 Paesi hanno adottato il Glasgow Climate Pact, indicando in +1,5°C l’obiettivo per contenere la temperatura media sotto la soglia critica, un atto importante, anche se la formulazione finale del patto è apparsa un po’ annacquata. Inoltre, con il pacchetto Fit for 55 di luglio 2021, l’Unione europea ha messo a punto le misure volte a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli raggiunti nel 1990. Ma l’invasione russa in Ucraina mette in pericolo il raggiungimento dei target climatici, perché gli Stati si trovano nella urgenza di sostituire le fonti energetiche di Mosca e si è tornato a parlare di centrali a carbone, le più inquinanti per l’ambiente.
I rischi per il pianeta sono enormi, come emerge dall’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), pubblicato lo scorso 28 febbraio. “L'aumento delle ondate di calore, della siccità e delle inondazioni sta già superando le soglie di tolleranza di piante e animali, causando la morte di specie vegetali e coralli”, si legge nel report. “Questi eventi meteorologici estremi si stanno verificando simultaneamente, causando impatti a catena che sono sempre più difficili da gestire. Hanno esposto milioni di persone a scarsità di cibo e acqua, specialmente in Africa, Asia, America centrale e meridionale, nelle piccole isole e nell'Artico”. Senza un intervento tempestivo, dicono gli scienziati, il superamento del livello di 1,5° C provocherà impatti irreversibili già nei prossimi due decenni.
Cosa possono fare gli investitori
Tutti sono chiamati a prendersi cura del pianeta, non solo con le scelte di consumo, ma anche di investimento. E’ possibile farlo in diversi modi, secondo i propri obiettivi. Ad esempio, se si vuole contribuire alla transizione verso le fonti rinnovabili, è possibile scegliere le strategie che hanno un focus su questo segmento. Se, invece, la volontà è quella di avere un portafoglio meno inquinato, si può optare per i fondi che escludono le fonti fossili o hanno un basso rischio carbonio (Morningstar identifica questi ultimi con il Low Carbon Designation). Se si desidera finanziare progetti “green”, una via è quella dei comparti specializzati sui green bond. Infine, è possibile valutare in che misura gli investimenti sono allineati con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, con riferimento alle azioni sul clima, la salvaguardia degli ecosistemi, la tutela delle risorse, lo sviluppo umano e il soddisfacimento dei bisogni primari.
Morningstar dedica l’intera settimana alla Giornata mondiale della terra, con analisi e approfondimenti sui differenti approcci all’investimento sostenibile.
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