Titoli di Stato e obbligazioni: dove (e come) investire nel 2024?

L’inflazione rallenta, ma permangono i rischi di nuove fiammate. La recessione non c’è stata, tuttavia le banche centrali guardano con apprensione alla crescita economica. In questo contesto, gli investitori nel reddito fisso possono trovare opportunità.

Sara Silano 22/01/2024 | 09:05
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Scritta Bonds

La parola chiave nel 2024 sui mercati obbligazionari potrebbe essere l’insidioso trade-off tra crescita e inflazione. Gli investitori in titoli di Stato e quelli in altri strumenti del reddito fisso devono esserne consapevoli.

Il tema è particolarmente di attualità per i risparmiatori italiani, dopo il successo del BTP Valore nel 2023 e con la prospettiva delle nuove emissioni di BTP nel 2024. Secondo quanto riportato dal Ministero delle Finanze (MEF), quest’anno il nuovo fabbisogno ammonterà a circa 130 miliardi a cui si aggiungono poco meno di 265 miliardi da rifinanziare.

Le emissioni di titoli di Stato nel 2024

Oltre ai Buoni poliennali del Tesoro “tradizionali”, il governo intende proseguire con l’emissione di strumenti riservati agli investitori individuali. “Nel 2024, ove se ne riscontrino le condizioni ed in ragione delle esigenze di finanziamento, il Tesoro valuterà l’opportunità di effettuare una o più emissioni di BTP Valore, riservandosi massima discrezionalità nel valutare la struttura finanziaria più opportuna circa la scadenza, tipologia e periodicità di pagamento delle cedole e il premio extra finale di fedeltà”, si legge nelle Linee guida di gestione del debito pubblico del MEF, nel quale si parla anche di “una o più emissioni di BTP Italia”, il titolo pensato per dare una protezione dall’inflazione.

Cosa devono aspettarsi gli investitori nel reddito fisso?

Il 2023 ci ha insegnato che i mercati possono tollerare una fase di inflazione elevata e ci ha sorpreso in termini di crescita, perché la temuta recessione non c’è stata. Ma in una situazione del genere, le probabilità di errore per le banche centrali aumentano.

“L'inflazione sembra finalmente rallentare su scala globale: i massimi pluridecennali registrati nel 2022 sono ormai saldamente alle nostre spalle. Naturalmente non possiamo escludere sorprese al rialzo, ma riteniamo che la parabola discendente sia ormai ben avviata”, dicono Amar Reganti, Fixed Income Strategist, e Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management.

I mercati hanno ragione nello scommettere su un taglio dei tassi di interesse nel 2024?

“Con l'inflazione in calo e i tassi d'interesse reali molto più elevati rispetto a un anno fa, nonostante il recente rally, le banche centrali godono di ampi margini di manovra e vorranno evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva. Il ritorno del trade-off fra crescita e inflazione ha indotto le autorità monetarie a guardare con apprensione ai rischi di ribasso per il ciclo economico, che ora appaiono almeno tanto elevati quanto il pericolo di non riuscire a riportare l'inflazione entro il livello target auspicato”, aggiungono Reganti e Giordano.

Titoli di Stato, corporate o high yield, quali obbligazioni preferire nel 2024?

Secondo gli esperti di Morningstar Investment Management (MIM), gli investitori devono essere consapevoli che i rischi di inflazione e recessione ci sono ancora, ma l’attuale scenario offre nuove opportunità nel reddito fisso. “Siamo positivi sulle obbligazioni, sia a breve che a lunga scadenza, perché mostrano yield al di sopra del fair value per la prima volta dalla crisi finanziaria globale. Detto questo, una curva dei rendimenti invertita può essere un segnale recessione e le obbligazioni a più lunga scadenza possono offrire una miglior copertura in un tale scenario”, si legge nell’outlook di MIM per il 2024.

“Nonostante il recente rialzo dei rendimenti, i Treasury statunitensi e alcuni titoli di Stato potrebbero fungere da elemento di diversificazione all’interno dei portafogli in una fase di potenziale stress economico nel primo semestre”, si legge nella Global investment view di gennaio 2024 di Amundi. L’invito è a mantenere una gestione flessibile della duration negli USA, mentre in Europa la prudenza è d’obbligo “nel recente contesto di forti movimenti”, nonostante ci sia “valore di lungo termine nella duration”.

Preferenza per i bond di qualità

“Nel credito societario, gli spread delle obbligazioni investment grade e high yield si sono ristretti e sono ritornati ai livelli di inizio 2022, pertanto siamo molto selettivi e privilegiamo le obbligazioni di grado elevato”, dicono da Amundi.

Anche Pictet Asset Management, “apprezza” i bond di alta qualità all’interno delle obbligazioni societarie. “Gli spread high yield statunitensi si attestano a 400 punti base, troppo poco per essere giustificati, dato che prevediamo un rialzo dei tassi di insolvenza al di sopra della media storica del 3,6%”, si legge in una nota della strategy unit, nella quale si fa riferimento anche al debito emergente.

“Sono tante le ragioni per allocare capitale nelle obbligazioni dei mercati emergenti, soprattutto in America Latina”, dicono gli esperti di Pictet AM. “Il debito in valuta locale ha già beneficiato dei tagli dei tassi di interesse. Essendosi mosse prima delle controparti sviluppate nel cercare di tenere sotto controllo l'inflazione, le banche centrali emergenti sono meglio posizionate per sostenere la crescita con una politica monetaria più accomodante, un ciclo che riteniamo prenderà velocità”.

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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