Il pharma tradisce le attese

Il comparto ha sopportato male l'aumento della disoccupazione e i dubbi degli investitori sulla ripresa economica. Ma non tutto è perduto.

Marco Caprotti 05/01/2011 | 13:21
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Poteva andare meglio al settore farmaceutico. Nell’ultimo mese l’indice Msci del comparto ha guadagnato il 3,4%, mentre nel 2010 ha segnato +7,3%. “Un po’ poco per un segmento di investimento che è conosciuto per saper resistere anche nei momenti di mercato più difficili”, spiega uno studio firmato da Alex Mozorov, analista di Morningstar.

Ma è sempre anticiclico?
Una fama che, alla luce degli ultimi dati, sembra oggi forse un po’ esagerata. Secondo un’analisi del Bureau of Economic Analysis, a livello mondiale la spesa pro capite per la salute nel 2010 è cresciuta dello 0,3% nel primo trimestre, dello 0,2% nel secondo e dello 0,9% nel terzo. Un filotto di crescite risicate che non si vedevano da decenni. “In realtà è almeno dagli inizi di questo secolo che il settore farmaceutico non è più anticiclico”, continua Mozorov. “Come altri comparti segue l’andamento delle fasi economiche e, quindi, della capacità di spesa delle famiglie”.

La situazione si è complicata particolarmente negli ultimi mesi: da quando, cioè, la disoccupazione nelle maggiori economie mondiali si è stabilizzata a livelli record spingendo le famiglie a fare nuovi tagli nelle voci che fino a ieri venivano considerate intoccabili. “Tutto questo finisce per incidere sui conti delle aziende farmaceutiche e, di conseguenza, sull’interesse degli investitori per questo asset di investimento”.

La bonaccia non durerà
La buona notizia è che dovrebbe trattarsi di una situazione di bonaccia temporanea.  “Sono sempre di più i Paesi che possono contare su forme di assistenza alternative”, dice il report. “Anche negli Stati Uniti, nonostante la vittoria del partito repubblicano nelle elezioni di medio termine avesse fatto temere per il destino della riforma di Obama, la Corte costituzionale sembra orientata a non tenere conto delle eccezioni che la nuova maggioranza (spinta dalle diverse lobby del pharma) le ha sottoposto. In generale, poi, il calo dei prezzi dei farmaci sarà più che compensato dall’aumento delle vendite”.

C’è poi lo scenario macroeconomico. “Se i segnali di ripresa della congiuntura mondiale saranno confermati, anche le prospettive del mercato del lavoro saranno migliori”, prosegue lo studio. Il risultato sarà una maggiore capacità di spesa degli individui che, per prima cosa, torneranno a investire per la salute”.

Ripresa e M&A
Dal punto di vista operativo gli investitori dovranno fare molta attenzione alla crescita degli utili. “Le valutazioni degli ultimi mesi riflettono una forte incertezza da parte del mercato su questo settore”, spiega Mozorov. “Gli operatori si stanno concentrando di più sul calo degli utili nel breve periodo piuttosto che sulle prospettive di lungo periodo. Ma questo modo di fare non ci convince. Già a partire da quest’anno dovremmo assistere a un recupero dei profitti: sia di quelli realizzati negli Stati Uniti, sia di quelli registrati nell’Europa occidentale. Senza contare che la domanda da parte dei mercati emergenti sarà in grado di compensare eventuali cali di richiesta nelle zone più sviluppate”.

Non dovrebbero, poi mancare le opportunità più speculative. “L’attività di fusione e acquisizione sarà un elemento distintivo del 2011”, conclude l’analista di Morningstar. “Le grandi aziende, soprattutto, hanno la necessità di sostituire i prodotti di cui hanno perso il brevetto a favore dei generici. Una strada sarà quella di acquistare società più piccole, magari specializzate su pochi preparati biotecnologici”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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