Fondi, chi ha vinto e chi ha perso nel terzo trimestre 2022

Settore immobiliare, Cina e obbligazionari inflation-linked sono tra le peggiori categorie. Al top della classifica trimestrale si collocano gli azionari Turchia, Brasile e India. Bene anche i fondi specializzati su biotecnologie, energia tradizionale e rinnovabile.

Sara Silano 06/10/2022 | 10:49
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Frecce-in-su-giu

-Solo il 26% delle categorie di fondi ha avuto un rendimento positivo nel terzo trimestre
-I fondi specializzati sul real estate sono stati i più penalizzati dal contesto macro.
-I comparti sull’energia tradizionale e rinnovabile hanno entrambi registrato rendimenti positivi.

Per il terzo trimestre consecutivo, sia le azioni sia le obbligazioni sono scese e gli investitori hanno avuto pochi porti dove trovare rifugio.

Su 343 categorie europee di fondi ed ETF (Exchange traded fund) di Morningstar, solo il 26% ha avuto un rendimento medio positivo e alcune di queste sono di nicchia.

Le peggiori categorie di fondi

Immobiliare indiretto
Guardando i rendimenti in euro, i peggiori sono stati i comparti specializzati in titoli immobiliari, inclusi i REIT (Real estate investment trust). In particolare, la categoria Immobiliare – indiretto Europa ha perso il 16,6%.

 “L'aumento dei prezzi dell'energia e dei costi di finanziamento sta colpendo duramente le famiglie e sta minando la modesta ripresa economica post-pandemia”, commenta Greg Kane, Head of European Investment Research di PGIM Real Estate. “Ciò si ripercuote direttamente sui mercati degli spazi per logistica e retail, mentre l'impatto sul sentiment e la pressione sugli utili aziendali si ripercuotono sull'indebolimento della domanda di spazi nel mercato degli uffici”.

Azionari Cina
La seconda peggior categoria di fondi è stata l’azionario Cina, con una flessione media superiore al 16% in euro. La Borsa cinese è stata penalizzata dalla forte esposizione ai settori dei consumi ciclici e delle telecomunicazioni, che a livello globale sono stati tra quelli che hanno perso di più.

Ottobre è un mese importante per Pechino, perché il 16 si svolgerà il 20° Congresso del Partito comunista, che dovrebbe offrire indicazioni sull’orientamento della politica cinese, in un momento caratterizzato da tensioni geopolitiche e tentativi di ripresa economica.

Obbligazionari inflation-linked
La terza peggior categoria è stata l’obbligazionario inflation-linked in sterline, che ha perso in media il 16% in euro. Oltre alla volatilità della divisa inglese sul mercato valutario, che è seguita all’annuncio del pacchetto di misure fiscali da parte del governo, i fondi sono penalizzati dall’andamento dei titoli agganciati all’inflazione.

“Il fatto che l'inflazione sia elevata e in aumento non significa che un fondo inflation-linked guadagni per forza”, ricorda Valerio Baselli, senior international editor di Morningstar. “Anzi, spesso avviene il contrario. Ciò che conta di più, infatti, è quello che si prevede accadrà all'inflazione nei mesi, trimestri e anni a venire”.

Le migliori categorie di fondi
In un trimestre che ha regalato poche soddisfazioni agli investitori, si sono distinti i fondi azionari specializzati su alcuni mercati emergenti. In particolare, gli azionari Turchia hanno guadagnato il 25,5%; l’equity Brasile è salito del 14% e quello India del 13,8% (in euro).

 

Azionari Turchia
La Borsa di Istanbul ha toccato i massimi storici ad agosto. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, i cittadini turchi stanno investendo la loro liquidità in azioni per sfuggire all’inflazione che è balzata oltre l’80% ad agosto. A sorpresa, la banca centrale ha tagliato di 100 punti i tassi di interesse, nonostante il caro-vita, il crollo della lira e gli squilibri delle partite correnti.

Azionari Brasile
In Brasile, si è tenuto il primo turno elettorale il 2 ottobre, con Jair Bolsonaro che ha ottenuto risultati migliori del previsto. Ma i giochi sembrano ancora aperti per lo sfidante Luiz Inacio Lula da Silva, nel ballottaggio del 30 ottobre. Intanto, gli investitori prevedono volatilità sul mercato carioca.

“Indipendentemente da chi vincerà le elezioni, il prossimo anno sarà probabilmente un reality check sulle debolezze macroeconomiche del Brasile, in particolare sulle prospettive strutturali di crescita e sui conti fiscali”, afferma Francisco Campos-Ortiz, capo economista per l’America latina di PGIM Fixed Income. “La nostra visione fondamentale del paese dipenderà in larga misura dall'agenda politica che il nuovo governo presenterà per alleviare gli ostacoli alla crescita dell'economia e migliorare i conti pubblici”.

Azionari India
In un contesto globale con forti rischi recessivi, l’India si distingue per le prospettive di crescita del Prodotto interno lordo, che continuano ad essere superiori al 7% per l’anno fiscale in corso. Ma le ragioni di ottimismo degli investitori sono anche altre.

“Ulteriori opportunità per il mercato indiano arrivano dall’incremento degli investimenti, sulla scia della strategia di diversificazione della produzione fuori dalla Cina adottata da diverse società internazionali, e dall’aumento della competitività delle aziende indiane a causa degli elevati costi energetici in altri mercati”, si legge nel Market outlook di Kairos.

Fondi settoriali: in luce biotech ed energia
Tra i fondi con le migliori performance nel terzo trimestre, troviamo alcuni settoriali, in particolare  quelli con focus sulle biotecnologie (+5,9%) e sull’energia sia tradizionale (+4,7%) sia rinnovabile (+4,4%).

Azionari settore biotecnologico
Il settore farmaceutico sembra essere più al riparo di altri dagli effetti dell’inflazione sull’economia e dai rischi geopolitici della guerra in Ucraina. Al suo interno, le biotecnologie sono considerate dagli analisti di Morningstar un segmento con solidi fondamentali. “Nell’ultima severa recessione del 2009, hanno retto bene l’urto e ci aspettiamo lo faranno anche adesso se il quadro macro peggiorerà”, dicono.

Azionari energia e rinnovabili
Per quanto riguarda il settore energetico, la guerra in Ucraina ha causato una crisi severa in Europa a causa della riduzione delle forniture di gas dalla Russia e dell’impennata dei prezzi. Tuttavia, secondo Niall Gallagher, Investment Director European Equities di GAM Investments, “l’Europa avrebbe dovuto affrontare una crisi energetica durante il processo di transizione energetica anche se non si fosse verificato il conflitto, perché ha bisogno di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica nei prossimi 30 anni”.

Gallagher si attende una ripresa significativa degli investimenti in vari segmenti, tra cui le reti energetiche per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e l’efficientamento degli immobili. Inoltre, “le aziende del settore petrolifero e del gas stanno beneficiando di prezzi molto più elevati e per mantenere la loro licenza sociale ad ottenere questo tipo di profitti, dovranno investire pesantemente, in particolare nelle energie rinnovabili”, conclude.

 

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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