Coi dazi più difficile diversificare il portafoglio

L’aumento delle correlazioni tra asset class mette a dura prova le strategie di investimento tradizionali.

Valerio Baselli 13/05/2025 | 13:59
Facebook Twitter LinkedIn

Illustrazione del segno di percentuale utilizzando una matita e grafici a ciambella

Come ci ha insegnato il padre della Moderna teoria di portafoglio, nonché premio Nobel Harry Markowitz, più un portafoglio finanziario è composto da titoli di natura diversa, più in generale si abbassa il grado di rischio.

L’asset allocation, infatti, non deve essere giudicata solo dalle performance, ma anche dall’equilibrio che riesce a trovare tra rischio e rendimento nel lungo periodo. Un rapporto che, per sua natura, è precario e che perciò deve essere periodicamente ricercato tramite l’attività di ribilanciamento degli investimenti.

Più semplice a dirsi che a farsi. Dati alla mano, diversificare la propria allocazione di capitale non è sempre così facile, soprattutto durante fasi di forte volatilità sui mercati come quella innescata dalla scelte di politica commerciale degli Stati Uniti in questo ultimo periodo. Ciò che conta sono le correlazioni tra diverse classi di attivi e l’orizzonte temporale su cui ci si basa.

Calcolare il coefficiente di correlazione del proprio portafoglio è un esercizio piuttosto complesso. Per avere un’idea di ordine generale, che comunque può già essere molto utile a evitare eventuali sovrapposizioni, abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione delle 14 principali categorie Morningstar su tre diversi orizzonti temporali: nei primi 4 mesi del 2025, nel 2024 e nel 2023.

Guardando le tabelle sottostanti, anche solo visivamente si nota che i coefficienti di correlazione tra le varie asset class dall’inizio dell’anno siano sensibilmente aumentati, soprattutto per certe categorie (per interpretarle si possono seguire i colori: più la casella tende al verde, più la correlazione sarà elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficiente sarà negativo).

Oro e America Latina non diversificano più

A livello generale, dopo che nel 2023 le categorie azionarie e quelle obbligazionarie avevano aumentato i loro coefficienti di correlazione rispetto agli anni passati, nel corso del 2024 si è tornati a vedere una certa discordanza, in particolare per quanto riguarda le strategie azionarie Europa, Asia-Pacifico e America latina, oltre ai bond in euro indicizzati all’inflazione. L’anno scorso si contavano ben 17 correlazioni inverse.

Nei primi 4 mesi del 2025, invece, vediamo solo una correlazione negativa, quella tra i fondi obbligazionari gobvernativi in euro e gli azionari Europa large-cap.

In particolare, i prodotti auriferi sembrano aver perso il loro naturale ruolo di diversificatore di portafoglio. Se nel corso del 2024 gli ETC esposti ai metalli preziosi mostravano solo tre correlazioni (debolmente positive), nei primi mesi del 2025 non presentano alcun rapporto inverso o nullo (pari a zero).

La stessa tendenza la vediamo per quanto riguarda i fondi azionari America Latina, che sono stati molto meno “diversificanti” in questi inizio d’anno. Ad esempio, questa categoria Morningstar ha visto il proprio coefficiente di correlazione con i fondi azionari Giappone passare dal -0,54 dell’anno scorso al +0,27 di quest’anno.

“In momenti di incertezza le correlazioni tra le classi di attivo tendono ad aumentare e questo si applica particolarmente ai mercati azionari”, spiega Nicolò Bragazza, associate portfolio manager di Morningstar Investment Management (MIM). “Dato che investimenti nella stessa classe, come l’azionario, tendono ad avere correlazioni piu elevate proprio nei momenti di stress dove la diversificazione é maggiormente necessaria, gli investitori ricercano investimenti con caratteristiche differenti per mitigare questo fenomeno”.

“Le correlazioni tuttavia potrebbero non cogliere in pieno il potenziale diversificante di un investimento”, continua Bragazza. “Per esempio, sebbene le correlazioni dell’azionario LatAm siano aumentate rispetto all’anno scorso, azionario brasiliano e messicano hanno offerto rendimenti positivi da inizio anno, mentre quello globale è in territorio negativo, il che evidenzia come nonostante le correlazioni siano positive queste non si siano tradotte in una mancanza di diversificazione.”

Attenzione all’effetto valutario

Un altro aspetto da tenere a mente riguarda il fatto per cui le correlazioni tra le categorie obbligazionarie americane e quelle europeee sono influenzate dall’effetto del dollaro. Nel corso del 2024 l’euro si é deprezzato fortemente nei confronti del dollaro, mentre il trend è stato esattamente inverso nei primi mesi del 2025. Lo scorso 21 aprile, l’euro ha toccato il suo massimo da tre anni a questa parte a 1,15 dollari.

Questo ha avuto l’effetto di aumentare la correlazione tra le categorie dedicate all’azionario europeo o all’eurozona e quello delle categorie obbligazionarie americane.

“Il deprezzamento del dollaro ha influenzato tutte le correlazioni”, dice il gestore di MIM. “Se prendiamo l’azionario brasiliano, la sua correlazione in valuta locale o in euro è differente (e superiore in euro) in relazione alle obbligazioni in euro, dollari o anche verso l’azionario europeo e americano”.

“Nel lungo periodo, invece, l’effetto delle value risulta meno evidente, cosí come quello del sentiment, e perció le correlazioni tendono ad esprimere maggiormente i co-movimenti nei fondamentali e questo si riflette in correlazioni piú elevate tra le classi di attivo piú rischiose, come azionario e obbligazionario ad alto rendimento”, conclude Bragazza.

Le categorie oggetto dell’analisi sono le seguenti (i numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle):

  • Obbligazionari Corporate EUR
  • Obbligazionari Governativi EUR
  • Obbligazionari High Yield EUR
  • Obbligazionari Inflation-Linked EUR
  • Obbligazionari Corporate USD
  • Obbligazionari High Yield USD
  • Obbligazionari Diversificati USD
  • Obbligazionari Paesi Emergenti
  • Azionari Europa Large Cap Blend
  • Azionari Giappone Large Cap
  • Azionari USA Large Cap Blend
  • Azionari Asia-Pacifico ex. Giappone
  • Azionari America Latina
  • Materie Prime Metalli Preziosi

Il coefficiente di correlazione misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro: varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna correlazione tra i due fondi. Un coefficiente pari a 1 segnala che c’è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due strumenti si muovono assieme: se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

© Copyright 2025 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures