Oro o obbligazioni? Dove cercare porti sicuri nel 2025

Il nuovo ordine mondiale sta cambiando e con esso anche il concetto di asset rifugio per gli investitori.

Ollie Smith 21/05/2025 | 12:17
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Illustrazione della attività di mercato con immagini di una donna con occhiali da sole, un'immagine di Börsenticker e di uomini con maschere in pelle, da destra e da sinistra.

Nell’arco di pochi mesi, le aspettative del mercato sull’economia globale e sul libero scambio sono state stravolte, così come la definizione di asset “rifugio”.

Sebbene la diversificazione si sia dimostrata uno strumento prezioso per gli investitori nel 2025, si ha l’impressione che si sia verificato un cambiamento permanente nelle ipotesi da sempre sostenute sull’asset allocation. Ciò ha lasciato molti investitori nel dubbio su ciò che oggi può essere considerato come un bene rifugio. In particolare, i Treasury USA e il dollaro americano, che hanno ottenuto buoni risultati nelle crisi precedenti, sono ora sotto osservazione.

L’oro è un investimento sicuro nel 2025?

Negli Stati Uniti, a marzo e aprile, le azioni hanno subito un duro colpo a causa dell’incertezza sugli effetti che i dazi avrebbero prodotto sull’economia statunitense e sulle big di Wall Street. Il forte selloff ha scosso i mercati a livello globale e ha inaugurato una nuova era di imprevedibilità.

A questo punto, ci si aspetterebbe naturalmente che i Treasury statunitensi appaiano interessanti, ma il crollo ha dimostrato che gli investitori stanno riconsiderando quanto sia sicuro il debito pubblico statunitense.

Questo fenomeno si è manifestato anche in Germania lo scorso marzo, quando i mercati obbligazionari hanno ceduto in seguito alla fine del cosiddetto “freno al debito” del Paese, una misura istituita per finanziare i progetti di riarmo in presenza di un apparente ritiro del sostegno degli Stati Uniti alla NATO. La crisi politica del Paese ha poi aggiunto un premio al rischio a quello che è considerato il titolo di Stato riferimento dell’eurozona: il rendimento del bund tedesco a 10 anni è salito di 13 punti base in un mese ed è ora del 2,60%.

L’oro, il tradizionale bene rifugio, ha brillato in questo contesto, raggiungendo livelli record. E dopo anni di contrastanti posizioni normativo - per non parlare di alcuni scandali - il bitcoin BTC è salito di oltre il 10% negli ultimi 12 mesi (in USD), spinto anche dal fatto che gli investitori cercano l’“oro digitale” come alternativa al metallo prezioso. Il bitcoin è riuscito a salire anche nei giorni di “risk-off” di inizio aprile.

Il termine “in dollari” sta perdendo il suo potere sugli investitori?

La debolezza del dollaro, dall’inizio della guerra commerciale di Trump, ha messo in discussione la sacralità del dollaro USA e il suo ruolo di valuta di riserva mondiale.

Sebbene il dollaro USA sia stato la valuta di riserva del mondo fin dagli anni ’40, con i governi di tutto il mondo che accumulavano riserve in dollari, principalmente per le transazioni internazionali, il suo ruolo di valuta principale non sembra più essere così certo.

Gli investitori hanno sostenuto lo yen giapponese, il franco svizzero e l’euro, che da gennaio è salito dell’11% circa rispetto al dollaro USA.

“Gli investitori si interrogano sul ruolo del dollaro USA in un mondo post-tariffario, perché quest’anno ha faticato a fungere da asset difensivo”, spiega Mark Preskett, senior portfolio manager di Morningstar Wealth.

“Uno dei problemi principali del dollaro USA è che rimane costoso in termini di parità di potere d’acquisto. Questa valutazione riflette il dominio del mercato azionario e obbligazionario statunitense negli ultimi dieci anni circa e contrasta con l’inizio della crisi finanziaria globale, quando il dollaro era a buon mercato agli occhi di molti investitori”.

Alcuni investitori sono convinti che questo sia sempre stato parte del piano di Trump.

Trump ha pianificato un indebolimento del dollaro USA?

“Con l’obiettivo chiave dell’amministrazione Trump di riportare il settore manifatturiero negli USA, un dollaro più debole potrebbe essere fondamentale per raggiungere questi obiettivi”, afferma Preskett.

Sono sulla stessa linea altri strategist.

“Mi chiedo se tutto questo faccia parte del piano di Trump per far scendere il dollaro”, afferma Jamie Constable, chief market strategist di Singer Capital Markets.

“Naturalmente, i cinesi stanno deprezzando lo yuan in modo molto aggressivo e questo ha reso le loro esportazioni più convenienti. Trump ha detto fin dall’inizio di voler vedere un dollaro debole. Tutto ciò potrebbe rientrare in questo contesto - se c’è un piano dietro a ciò che sta facendo, che è sempre un grande interrogativo”.

Le obbligazioni sono un investimento sicuro nel 2025?

Non è solo il dollaro USA ad essere in discussione. Le obbligazioni, e in particolare i Treasury statunitensi, sono ora sotto esame, in quanto gli investitori rivalutano il rapporto rischio/rendimento del debito americano.

Il grafico sottostante mostra l’aumento dei rendimenti dei Treasury dal 2022.

Long-Term U.S. Treasury Yields

Source: Federal Reserve Economic Database. Data as of May 16, 2025.

“Le recenti dinamiche dei rendimenti obbligazionari segnalano un cambiamento di prospettiva degli investitori, dalla ricerca di sicurezza negli asset statunitensi alla considerazione se i Treasury e il dollaro siano effettivamente beni rifugio”, afferma Monica Defend, responsabile dell’Amundi Investment Institute, in una nota redatta insieme al group chief investment officer Vincent Mortier.

“Se da un lato riteniamo che sia troppo presto per mettere in discussione la fiducia negli asset statunitensi, dall’altro pensiamo che qualsiasi sfida all’indipendenza della Fed e tanta incertezza politica possano minare la fiducia degli investitori.

“Ad esempio, i rischi percepiti a causa dei deflussi di capitale e alcuni riposizionamenti sui mercati hanno causato la recente divergenza tra gli yield statunitensi e il dollaro”.

Altri concordano sul fatto che è semplicemente troppo presto per dire se i titoli di Stato non siano più un porto sicuro.

“Per quanto riguarda il reddito fisso, abbiamo assistito a grandi oscillazioni nei mercati dei titoli di Stato, in quanto gli investitori si sono mossi tra le paure della recessione e quelle dell’inflazione”, afferma Preskett.

“L’incertezza commerciale rende difficile prendere una posizione significativa, ma riteniamo che gli yield siano oggi interessanti e che i titoli di Stato abbiano ancora un ruolo da giocare in un contesto di recessione”.

Investire in equity aiuta gli investitori a gestire la volatilità

A causa di questa mancanza di chiarezza, gli investitori sono stati costretti a riesaminare i titoli dal punto di vista delle società che presentano le migliori qualità difensive.

In tutta Europa, alcuni settori hanno registrato un’impennata più convincente. Tra questi, le società tecnologiche, i consumi ciclici e le società energetiche. “Per noi il posizionamento in alcuni titoli e settori è un modo solido per proteggersi dalla volatilità”, afferma Preskett.

“Alcuni comparti, come le utility e i beni di consumo difensivi, sono molto meno sensibili al commercio globale, con catene di approvvigionamento locali, mentre altri, come tecnologia e beni industriali, dipendono profondamente da componenti e parti prodotte all’estero.

“Analizzando più approfonditamente la dinamica dei settori, quest’anno abbiamo assistito a perdite elevate da parte delle industrie dell’auto e della componentistica, nei quali operano aziende del calibro di Tesla TSLA, GM GM e Ford F, nonché in quella della produzione di abbigliamento e accessori, dove opera il gigante delle calzature sportive Nike NKE. Entrambi i comparti sono stati tra i maggiori beneficiari della globalizzazione".


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Ollie Smith  è editor di Morningstar UK

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