ETF: le Borse salgono, ma gli investitori preferiscono le obbligazioni

Record storico di raccolta per il reddito fisso nei primi sei mesi dell’anno. I flussi verso le strategie azionarie rallentano bruscamente nel secondo trimestre. I riscatti colpiscono gli strumenti sui metalli preziosi, in particolare l’oro.

Sara Silano 17/07/2023 | 16:55
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 Persona che sceglie un percorso

-Gli investitori cercano di trarre beneficio dall’aumento dei rendimenti dei titoli governativi e societari.

-Tra gli ETF azionari la preferenza va agli internazionali, ma c’è un ritorno al Giappone.

-Rallentano i flussi vero i tematici. Tiene la tecnologia.

-La raccolta degli ETF sostenibili si ridimensiona notevolmente rispetto agli anni scorsi.

Nel secondo trimestre 2023, i mercati azionari globali hanno guadagnato il 5,8% (indice Morningstar Global Markets TME in euro), ma gli investitori europei in ETF (Exchange traded fund) hanno preferito il reddito fisso.

Secondo l’ultimo rapporto Morningstar sui flussi, i replicanti obbligazionari hanno attratto 15,9 miliardi di euro, in crescita rispetto al trimestre precedente (15,1 miliardi). Per contro, le strategie azionarie hanno registrato una raccolta di 12,7 miliardi, il 42% in meno dei primi tre mesi dell’anno.

“I flussi verso gli ETF obbligazionari hanno raggiunto il massimo storico nella prima metà del 2023, perché gli investitori hanno cercato di trarre beneficio dall'aumento dei rendimenti obbligazionari e di riequilibrare i loro portafogli, che sono stati sotto-esposti al reddito fisso per molti anni”, dice José Garcia-Zarate, associate director per la ricerca sulle strategie passive di Morningstar.

Il patrimonio delle strategie obbligazionarie passive è salito a fine giugno a 343 miliardi da 328 miliardi, un incremento interamente guidato dalla raccolta, a fronte di un andamento negativo dell’indice Morningstar Global Core Bond (-2,05% in euro).

Gli investitori preferiscono governativi e corporate

“In termini di categorie, come nel primo trimestre, gli investitori hanno privilegiato le esposizioni core, sia governative che societarie”, spiega Garcia-Zarate. “L'aumento dei tassi di interesse è stato un punto di svolta. Prima dell'inizio del ciclo di inasprimento, non vi era alcun rendimento significativo nei mercati a reddito fisso se non nelle obbligazioni ad alto rendimento, che molti investitori erano riluttanti ad accettare per timore di caricare i loro portafogli con un rischio di credito eccessivo. Ora è possibile trovare rendimenti interessanti nelle aree più sicure del mercato obbligazionario. Molti investitori hanno sottopesato il reddito fisso per molto tempo e ora ribilanciano il portafoglio acquistando titoli di Stato e obbligazioni societarie investment grade”.

Le dinamiche dei flussi verso gli ETF obbligazionari rivelano anche che gli investitori stanno sempre più preferendo i titoli che si collocano nell’area media della curva dei rendimenti (5-10 anni), mentre diverse categorie del reddito fisso a breve scadenza e indicizzate all’inflazione hanno registrato deflussi nel secondo trimestre. Nonostante le banche centrali stiano ancora portando avanti la politica monetaria restrittiva, sembra che il mercato scommetta su un picco dei tassi di interesse e quindi aggiusti i portafogli per anticipare il cambiamento di regime.

Gli ETF obbligazionari con i maggiori flussi e deflussi nel secondo trimestre 2023

 Gli ETF obbligazionari con i maggiori flussi e deflussi nel secondo trimestre 2023

ETF azionari, la riscoperta del Giappone

Gli ETF azionari, a differenza di quelli obbligazionari, hanno registrato un aumento del patrimonio a oltre mille miliardi di euro (+5,9% rispetto al primo trimestre) grazie soprattutto al rally azionario.

Oltre agli azionari internazionali e a quelli con focus su Wall Street, gli investitori sono tornati sul mercato giapponese. L’indice Morningstar Japan TME è salito quasi del 24% in yen nel primo semestre (+10,5% in euro), spinto anche dalle indicazioni date quest'anno dalla Borsa di Tokyo alle società quotate per migliorare la valutazione aziendale. Per contro, i deflussi hanno continuato a colpire gli ETF con orientamento al valore (a vantaggio dei growth) e quelli specializzati sui titoli energetici, penalizzati dal calo delle quotazioni del petrolio dai massimi del 2022.

Gli ETF azionari con i maggiori flussi e deflussi nel secondo trimestre 2023

Gli ETF azionari con i maggiori flussi e deflussi nel secondo trimestre 2023 

Rallenta la raccolta di tematici e prodotti ESG

Gli investitori europei in ETF hanno mostrato un cambiamento di atteggiamento nel corso del 2023 verso altre due tipologie di strumenti indicizzati: i tematici e i fondi sostenibili.

I flussi verso gli ETF tematici sono fortemente rallentanti nel secondo trimestre passando da 800 milioni dei primi tre mesi dell’anno a 160 milioni. Nel semestre, gli investitori sono tornati con decisione sui fondi specializzati sull’innovazione tecnologica, che nel 2022 erano stati colpiti dai riscatti; mentre sono usciti dalle strategie sul mondo fisico (energie alternative e gestione delle risorse) che erano stati molto popolari l’anno scorso.

Flussi trimestrali verso gli ETF tematici dal 2018 al secondo trimestre 2023

Flussi trimestrali verso gli ETF tematici dal 2018 al secondo trimestre 2023

Per quanto riguarda gli ETF sostenibili, i flussi sono scesi leggermente nel secondo trimestre a 9,96 miliardi dai 10,7 miliardi dei primi tre mesi dell’anno.

“L’analisi dei flussi fino ad oggi mostra che c'è stato un rallentamento delle strategie ESG (ambientali, sociali e di governance) rispetto agli anni precedenti. Nel 2022, ad esempio, ben il 65% dei flussi totali verso gli ETF in Europa è stato diretto verso prodotti ESG, mentre nel 2021 la percentuale era del 53%. Nel primo trimestre 2023, è scesa al 28% e nel secondo trimestre è stata del 35,5%”, afferma Garcia-Zarate. “Tra le possibili spiegazioni ci sono la minore raccolta degli ETF azionari e, soprattutto, i forti flussi verso il debito pubblico, dove l'integrazione dei principi ESG non è così diffusa come in altre aree del mercato del reddito fisso”.

Gli investitori escono dagli ETC sull’oro

Infine, per comprendere il comportamento degli investitori è utile guardare alle dinamiche degli ETF ed ETC (Exchange traded commodity) sulle materie prime. Il segmento ha sofferto deflussi per 2,4 miliardi di euro nel secondo trimestre, contro il +1,3 miliardi del primo. In particolare, sono stati penalizzati gli strumenti sui metalli preziosi, che comprendono quelli sull’oro (-1,6 miliardi che si aggiungono al -2,11 miliardi del periodo gennaio-marzo). “È possibile che gli investitori stiano diventando fiduciosi sulla gestione dell’inflazione da parte delle banche centrali e non sentano più la necessità di cercare coperture contro l'aumento dei prezzi. Ciò si ricollegherebbe alla mancanza di interesse per le strategie obbligazionarie inflation-linked”, conclude Garcia-Zarate.

 

 

 

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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