Russia e Ucraina, gli effetti della guerra su granaglie e fertilizzanti

Qualsiasi interruzione nella fornitura di grano dai due paesi ha un impatto enorme sui prezzi. Per azoto, potassio e fosfato, Mosca potrebbe cercare altri acquirenti.

Marco Caprotti 09/03/2022 | 11:42
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Grano

Quando si parla di guerra fra Russia e Ucraina e di risorse naturali, l’energia non è l'unica questione in gioco. Anche granaglie e fertilizzanti sono fonte di preoccupazione.

Secondo il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, Russia e Ucraina, insieme, rappresentano il 29% delle esportazioni globali di grano.

Secondo i dati di Confagricoltura i due paesi esportano, complessivamente, il 6% del grano tenero e il 15% del mais che arrivano in Italia. Senza contare che il Mar Nero è una rotta di spedizione chiave per i loro prodotti.

Sulla Borsa merci di Chicago, quella di riferimento mondiale, martedì 8 marzo i future sul frumento sono cresciuti del 7%, toccando quotazioni da record storico. In volo anche il mais e la soia, ai massimi dal 2013.

I prezzi dei cereali salgono da mesi in risposta alla situazione di crisi. Alla fine di gennaio, i future sul grano sono saliti fino a 830 centesimi, avvicinandosi al massimo degli ultimi nove anni.

Nel frattempo, la domanda globale di grano è aumentata con la crescita della popolazione e dei redditi. Secondo l’ultimo outlook del Dipartimento americano dell'Agricoltura per il 2021/22, la produzione globale di grano è stata rivista al ribasso di 2,2 milioni di tonnellate a 776,4 milioni di tonnellate. Tuttavia, si prevede che la domanda globale aumenterà di 0,6 milioni di tonnellate a 788,1 milioni.

Con l'offerta in diminuzione e la domanda in aumento, lo scenario è facilmente prevedibile. "Lo stato attuale del conflitto avrà sicuramente un impatto sui mercati globali dei cereali, anche perché le esportazioni ucraine saranno in gran parte bloccate", dice Ignace De Coene, gestore nel team che guida il fondo azionario DPAM Sustainable Food Trend. “In generale, dovremmo aspettarci aumenti dei prezzi per tutti i principali cereali (frumento, mais e soia)”.

Secondo il gestore, l'ampiezza di questi movimenti di prezzo dipenderà dalla capacità dell'Ucraina di esportare materialmente queste materie prime e dalla capacità della Russia di aggirare eventuali sanzioni. E’ probabile, però, che la Cina rimanga un acquirente privilegiato, visti gli enormi volumi che importa ogni anno.

Tuttavia, ci sono altri fattori da considerare. "La maggior parte delle esportazioni parte dai porti del Mar Nero, nel cuore della zona in cui c’è il conflitto militare", dice un report del team di economisti di Capital Economics.

“Oltre alla questione portuale, c'è anche il rischio di danni ai raccolti ucraini a seguito dei combattimenti sul campo. Data l'entità e la gravità dei rischi, abbiamo aumentato di circa il 25% le nostre previsioni a breve termine per i prezzi della maggior parte delle materie prime agricole”.

Sempre secondo Capital Economics, questa crisi potrebbe aggiungere un +1,5% all'inflazione della zona euro quest'anno (in particolare quella derivante dai costi alimentari ed energetici). Questo, a sua volta, potrebbe costringere la Banca centrale europea ad aumentare prima del previsto i tassi di interesse, o a farlo in maniera più aggressiva.

"In termini di costi alimentari, qualsiasi interruzione dell'approvvigionamento da Russia e Ucraina potrebbe rivelarsi pesante. E i grandi supermercati e i rivenditori potrebbero non essere pronti per rapidi aumenti dei prezzi", dice Michael Field, analista azionario di Morningstar.

Difendersi con le commodity
Dal punto di vista degli investitori, le materie prime possono essere utilizzate come copertura del portafoglio dal rischio geopolitico. "La Russia pesa per circa il 40% delle importazioni di gas dell'Unione europea e il 30% quando si parla di petrolio", dice Mark Haefele, Chief investment officer per il global wealth management di UBS. “Ma l'Ucraina è anche un’esportatrice importante di mais, grano e semi oleosi. Considerando il rischio di interruzioni dell'offerta, riteniamo che le materie prime in genere possano essere un'efficace copertura dei portafogli dal rischio geopolitico”.

Lo scenario, comunque, è eterogeneo. Qualsiasi aumento dei prezzi, infatti, avrà effetti differenti a seconda di come le diverse aziende si posizionano all'interno della filiera di distribuzione.

“Le società che operano a valle della filiera agroalimentare (in particolare le grandi aziende consumer B2C) saranno probabilmente interessate da un aumento del costo delle materie prime alimentari”, dice De Coene.

“Ma prezzi più elevati per le materie prime miglioreranno anche il guadagni delle aziende agricole e le spingeranno a massimizzare i raccolti e migliorare la produttività. È quindi probabile che spenderanno di più per sementi migliori, fertilizzanti speciali e attrezzature aumentando, a loro volta, i profitti delle aziende che lavorano in quei segmenti”.

Fertilizzanti
L'invasione dell'Ucraina ha fatto crescere le preoccupazioni anche sul fronte della fornitura di fertilizzanti. La Russia è stata la più grande esportatrice di azoto nel 2021, è al terzo posto quando si parla di potassio e al quinto nel caso dei fosfati e nei giorni scorsi ne ha bloccato l'export per ritorsione alle sanzioni economiche.  

“L'Ue non è una delle principali destinazioni per le esportazioni russe di fertilizzanti, ma gli Stati Uniti lo sono per quelle di fosfato”, dice Seth Goldstein, Senior equity analyst di Morningstar. “Tuttavia, gli Usa hanno già ridotto la quantità di fertilizzanti importati da Mosca per motivi di antidumping sia per l’azoto che per i fosfati. Per quanto riguarda il potassio, vediamo uno scarso impatto a lungo termine dalle potenziali sanzioni contro la Russia e dalle sanzioni esistenti contro la Bielorussia. La produzione da questi due paesi verrebbe probabilmente indirizzata verso la Cina, che potrebbe quindi esportare il prodotto in altre aree. Il paese asiatico è il più grande esportatore mondiale di fosfati. Vende a India, Pakistan e Brasile. Pertanto, pensiamo che potrebbe utilizzare le sue relazioni commerciali per venderli, se necessario".

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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