Il private equity Usa è pronto a ripartire

I numeri del terzo trimestre, anche se col segno meno, indicano che il periodo peggiore dovrebbe essere passato. L’Antitrust, intanto, fa un regalo a chi si occupa di fusioni e acquisizioni.

Marco Caprotti 19/11/2020 | 08:56
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Private Usa

Anche se a una prima occhiata non sembra, l’attività dei private equity Usa si prepara a ripartire. L’indicazione arriva mettendo a confronto i numeri del terzo trimestre 2020 con quelli del periodo precedente. “Da luglio a settembre di quest’anno negli Stati Uniti sono stati registrati 3.444 deal per un valore complessivo di 453,2 miliardi di dollari”, dice Wylie Fernyhough, Senior analyst del private equity di PitchBook. “Rispettivamente si tratta di cali del 16,2% e del 20,6% se confrontati con lo stesso periodo dell’anno scorso. Nel secondo trimestre dell’anno, tuttavia, abbiamo visto i risultati peggiori dal 2015, per cui riteniamo che i numeri del quarter appena passato siano confortanti e indichino l’inizio di un recupero”.

Attività PE in Usa dal 2005
Private equity Usa

M&A in prima fila
A dare una spinta all’attività di private equity potrebbe essere il segmento delle fusioni e acquisizioni. A settembre, la Commissione antitrust americana (che fa capo al Dipartimento di giustizia) ha aggiornato le linee guida relative alle merger & acquisition. “Si tratta di cambiamenti che possono dare buone opportunità agli investitori di private equity che hanno obiettivi di lungo termine”, spiega Fernyhough.

Le nuove linee guida dicono esplicitamente che le società di private equity sono i soggetti adatti – e in alcuni casi preferibili – per acquistare gli asset che devono essere dismessi dalle aziende che vogliono acquistare altre società o fondersi con altri gruppi per non rischiare uno stop dall’antitrust. “Questo perché il private equity, rispetto ad altri soggetti, ha maggiori risorse finanziarie, strategie più flessibili e una maggiore conoscenza delle diverse esigenze in termini di corporate governance”, dice Fernyhough.

Non tutti, almeno sulla carta, sembrano aver la struttura adatta per sfruttare un eventuale recupero. “In una situazione ancora condizionata dalla pandemia, le operazioni di due diligence (controllo dei conti. Un’attività essenziale per il private equity, Ndr) devono essere condotte attraverso le teleconferenze”, spiega Fernyhough. “Questo tende a favorire le società di private equity che hanno un buon nome sul mercato. Questo si riflette nei dati, con la crescita dei fondi di private equity di medie e grandi dimensioni da un anno all’altro. Va detto, tuttavia, che sia le società più grandi che quelle più piccole stanno cercando di investire su realtà di minori dimensioni. E anche questo potrebbe portare a risultati migliori se le misure di restrizione dovessero continuare”.

La dimensione dei fondi di PE in Usa
dimensioni pe usa

 

 

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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