Bond, c’è troppo appetito per il rischio?

I fondi che investono sulle emissioni dei paesi emergenti e high yield negli ultmi tre mesi hanno continuato a correre. Ma, dicono gli operatori, è meglio stare attenti ai pericoli che si portano dietro.

Marco Caprotti 26/08/2020 | 10:11
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Sul mercato obbligazionario sembra non spegnersi l’appetito per i bond più rischiosi. Lo si vede dando un’occhiata all’andamento delle categorie Morningstar dedicate ai fondi che, a livello globale, investono nel debito.

Negli ultimi tre mesi (fino al 31 luglio e calcolate in euro) le migliori performance sono state quelle dei segmenti che raccolgono gli strumenti che puntano sui bond dei mercati emergenti (in valuta forte) e sulle emissioni high yield (quelle al di sotto del livello di investment grade). I due comparti si sono dimostrati anche fra i più resistenti ai cali registrati dal fixed income nelle ultime quattro settimane (fino al 19 agosto).

Andamento categorie Morningstar dedicate al reddito fisso globale
categorie bond

Occhio ai default
Gli andamenti mostrati negli ultimi mesi, tuttavia, non devono far dimenticare i rischi legati a questi tipi di strumenti.

Per quanto riguarda il debito emerging, ad esempio, le analisi di Morningstar hanno dimostrato che le performance non sempre remunerano i pericoli che ci si assume. Soprattutto quando si ha a che fare con la capacità delle nazioni emergenti, spesso soggette a default (bancarotta), di ripagare i loro debiti.

La questione della bancarotta riguarda anche le obbligazioni ad alto rendimento. “Il mercato high yield a nostro avviso, risente maggiormente delle ricadute sull'economia provocate a livello mondiale dalla pandemia", spiega Gene Tannuzzo, Vice direttore del reddito fisso globale di Columbia Threadneedle. “Tanto che la nostra previsione del tasso di default per questo comparto è dell'8,5% nel 2020 e un ulteriore 5% circa nel 2021. Se abbiamo ragione, questo significa che poco più del 13% delle società high yield potrebbe dichiarare fallimento nei prossimi due anni, rispetto al 4-5% della media a lungo termine”.

In un contesto del genere muoversi con cautela è d’obbligo, anche se il segmento ha potuto contare su interventi di istituzioni finanziarie come la Federal Reserve che, per far fronte all’emergenza Coronavirus, fra le altre cose ha annunciato un piano per acquistare ETF su bond sia investment grade che high yield, “Anche se investire in questo tipo di fondi ha ha fatto un po’ male agli investitori, bisogna ricordarsi che in periodi incerti come questi di solito si creano buone opportunità per i manager con maggiore esperienza”, dice Garrett Heine, Manager research analyst di Morningstar.  

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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