traduzione dell'articolo a cura di Chris Higgins
La crescita della spesa per la difesa stuzzica gli investitori. Le previsioni degli analisti indicano per il settore un aumento medio del 2% nei prossimi cinque anni solo negli Stati Uniti, ma il mercato sembra già scontare il futuro aumento delle vendite e i titoli del comparto sono scambiati a prezzi sostanzialmente in linea con il fair value. Le occasioni d’investimento non sono molte, ma conviene mantenere alta l’attenzione sulle società che hanno una posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore (Economic moat*).
Le attese per il mercato Usa
Alcuni analisti sostengono che queste stime possano migliorare con l’elezione dell’ultra conservatore Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, ma la storia dimostra che non è l’orientamento politico della Casa Bianca a condizionare il budget per la difesa, bensì le casse dello stato e lo scenario geopolitico.
Il 2015 ha rappresentato il punto più basso nel grafico della spesa per la difesa da parte del Governo Usa, scesa a 560 miliardi di dollari dai circa 700 miliardi di dollari del 2010. Il Budget Control Act del 2011 ha fissato dei limiti alla spesa pubblica fino al 2021, ma sia il Congresso americano che il Presidente in carica Barack Obama hanno mostrato la loro intenzione di voler superare questo vincolo, anche in considerazione delle minacce dell’Isis, del rafforzamento militare della Cina e della Corea del Nord e del difficile rapporto con la Russia. Gli investimenti della Casa Bianca, quindi, sono visti in salita, ma il vero driver della crescita del settore sarà il mercato asiatio.
In Asia cresce la spesa
Il budget dei paesi della regione Asia Pacifico (Cina esclusa) ha registrato un incremento medio del 6% negli ultimi 15 anni. Le previsioni per i prossimi cinque anni, al momento, indicano una flessione del tasso di crescita che però si manterrà comunque attorno a un solido 4%. La disputa per la sovranità sul Mar Cinese Meridionale ha palesato l’intenzione di Pechino di assumere a pieno titolo anche il ruolo di potenza militare (oltre che economica) mentre la Corea del Nord continua a investire nelle armi nucleari.
Questi comportamenti creano un clima di preoccupazione all’interno della regione e sono causa dell’aumento della spesa in difesa. La Corea del Sud aumenterà da 30 a 40 miliardi di dollari il badget annuo per il prossimo quinquennio, il Giappone continuerà a mantenere alti gli investimenti nonostante le difficoltà della sua economia, ma è l’India il paese in cui si è assistio alla crescita maggiore (Figura 1), anche a causa delle continue tensioni con il Pakistan.
Figura 1: Crescita della spesa per la difesa in Asia
Sul Medio Oriente pesa la discesa del barile
Anche il Vecchio continente tornerà a spendere. La crescente minaccia del terrorismo islamico, i timori legati alle possibili mosse da parte del Governo del Cremlino e l’instabilità politica nei paesi del Nord Africa, insieme alla decisione di molti paesi di abbandonare la politica di austerity, si tradurranno in tasso di crescita degli investimenti a un tasso medio del 2% annuo.
Mentre nel Medio Oriente si assisterà a una contrazione degli investimenti, anche a causa del calo del prezzo del petrolio (l’analisi sui dati storici dimostra come queste due variabili siano correlate).
Le migliori idee di investimento
Se il settore sembra in salute e orientato verso una crescita costante nei prossimi anni, le valutazioni di mercato delle società del comparto scambiate in Borsa sono decisamente meno attraenti. Il rapporto Prezzo/Fair value medio dei titoli analizzati da Morningstar è pari a 0,95% e gli analisti invitano ad un atteggiamento prudente, ma attento alle evoluzioni dei listini. Il segmento difesa, infatti, è particolarmente appetibile per gli investitori di lungo periodo poiché si caratterizza per le elevate barriere all’ingresso di nuovi competitor (come gli ingenti investimenti in tecnologia, i contratti a lungo termine e le forti relazioni tra cliente e fornitore) che di fatto garantiscono alti rendimenti del capitale ai leader dell’industria.
La scelta migliore, quindi, è quella di puntare sulle società con un Moat elevato e cercare di entrare sui titoli a prezzi convenienti. General Dynamics è scambiata su valori in linea con il fair value** (145 dollari) ma gli analisti apprezzano l’affidabilità del management e la posizione di vantaggio dell’azienda all’interno del settore aerospaziale. La gestione del gruppo è orientata ad aumentare il valore degli azionisti attraverso la focalizzazione sui segmenti a più elevata profittabilità e il finanziamento di operazioni straordinarie come buy-back o M&A. “General Dynamics è conosciuta sul mercato per il suo forte know-how e per essere all’avanguardia nella tecnologia militare”, dice Chris Higgins analista azionario di Morningstar (report pubblicato in data 23/5/2016). “Questo le permette di attribuire ai propri prodotti un mark-up più elevato e di mantenere una redditività del capitale superiore alla media”.
Raytheon è uno dei cinque maggiori contractor americani. E’ attivo nei segmenti dei sistemi per la difesa aerea, dei radar e degli strumenti di comunicazione. L’elevata profittabilità dell’azienda è frutto della scelta del management di concentrarsi sui settori di attività a maggior valore aggiunto e del consolidato rapporto con i suoi clienti. Lavorando su commesse governative, infatti, l’azienda entra in possesso di dati sensibili e questo scoraggia i suoi clienti a cambiare fornitore. Raytheon, inoltre, è molto ben posizionata sul mercato asiatico, che presenta le migliori prospettive di crescita future.
Boeing detiene con Airbus il monopolio del mercato di aeromobili commerciali. “L’elevata regolamentazione del settore ha aiutato la razionalizzazione del numero dei competitor e, con essa, l’innalzamento dei margini di profitto dei due principali player. Boeing beneficerà della crescente richiesta di aeromobile da parte dei paesi emergenti e della necessita delle compagnie europee di rinnovare le flotte”, dice Higgins.
*Economic Moat: L'Economic Moat valuta la forza e la sostenibilità del vantaggio competitivo dell’azienda. Le misure di ampio e medio sono riferite all’estensione temporale di tale posizione. Un Economic Moat ampio non implica necessariamente un Rating Morningstar elevato.
**Fair value: Il Fair value del titolo deriva dalle stime dei futuri flussi di cassa della società. Sulla base di studi di settori e della singola società, gli analisti formulano delle previsioni relative al conto economico, allo stato patrimonio e agli investimenti di capitale dell’azienda, le quali andranno ad alimentare il modello discount cash flow (DCF) proprietario di Morningstar. Il processo di stima contempla anche analisi di scenario e del contesto competitivo della società (Economic moat), e vari altri strumenti di valutazione. La combinazione delle stime degli analisti e del giudizio sul Moat dell’azienda permette di misurare per quanto tempo il rendimento del capitale investito sarà verosimilmente superiore al costo al quale si finanzia la società. I flussi di cassa, che rappresentano la liquidità disponibile per remunerare tutti i soggetti che finanziano l’azienda (azionisti, creditori, etc), sono scontati al costo medio ponderato del capitale (WACC). Il WACC viene calcolato prendendo in considerazione il costo legato al debito, agli azionisti, alle azioni privilegiate e a qualsiasi altra fonte di finanziamento e facendo delle previsioni di lungo termine circa il valore di mercato dei relativi pesi. Se le ipotesi degli analisti sono corrette, il prezzo di mercato con il tempo convergerà alla stima del Fair value, generalmente entro tre anni. Gli investimenti in titoli sono soggetti al rischio di mercato e ad altri rischi. La performance passata di un titolo può essere replicata o meno in futuro e non è indicativa della performance futura. Per informazioni dettagliate relative al Fair Value qualitativo, clicca qui.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.