L'Italia galleggia in un bicchiere mezzo vuoto

Nell'ultimo mese l'indice Msci del Belpaese è cresciuto insieme a qualche dato macro. Ma il paese è in recessione e il debito aumenta.

Marco Caprotti 16/07/2012 | 12:06
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Gli ultimi numeri dell’Italia non devono trarre in inganno: la strada della Penisola per uscire dalla crisi è ancora lunga e complessa. E anche Piazza affari dovrà darsi da fare per riconquistare la fiducia degli investitori. L’indice Msci del Belpaese nell’ultimo mese (fino al 13 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato il 7,7% ma, da inizio anno, la performance è negativa per oltre il 5%. Un andamento un po’ diverso dal resto del Vecchio continente. Il paniere della regione, nei periodi presi in considerazione, è salito rispettivamente del 6 e 7%.

Lento miglioramento
E’ innegabile che la situazione macro stia migliorando, anche se lentamente. Secondo i dati dell’Istituto di statistica (Istat) la produzione industriale a maggio ha segnato un aumento dello 0,8% su aprile, quando era stato registrato un forte ribasso, mentre risulta ancora in calo su base annua, con una diminuzione del 6,9%. La produzione di autoveicoli ha registrato una caduta del 20,9%. Nel mese di giugno, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di giugno 2011 (era +3,2% a maggio). L’inflazione acquisita per il 2012 è salita al 2,8%. Quella cosiddetta “di fondo”, calcolata cioè al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è rimasta al 2,2%. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo è salito al 2,3% (era +2,1% nel mese precedente). A maggio, rispetto al mese precedente, è stato registrato un incremento sia per le esportazioni (+1,4%) sia per le importazioni (+0,9%). “La crescita congiunturale dell’export è dovuta a un sostenuto incremento delle vendite verso i paesi extra Ue (+5,5%), mentre quelle sul mercato Ue calano del 2,0%”, dice l’Istat. “L’aumento delle vendite di prodotti energetici (+27,4%) è particolarmente rilevante”. A maggio 2012 gli occupati sono stati 23.034 mila, in aumento dello 0,3% rispetto ad aprile (60 mila unità), la crescita dell’occupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Rispetto a maggio 2011 gli occupati crescono dello 0,4% (98 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 57,1%. A maggio, intanto, secondo Banca d'Italia, il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 17,1 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a 1.966,3.

Ma non c'è da stare allegri
Questo scenario composito, tuttavia, non può ancora spingere a vedere il bicchiere mezzo pieno. Il Fondo monetario internazionale, ad esempio, ha rivisto le stime dei rapporti fra debito e Pil. Il debito pubblico è stimato al 125,8% del Pil per l’anno in corso e al 126,4% nel 2013, in peggioramento rispetto al 123,4% e al 123,8% previsto in precedenza. Secondo Confindustria, intanto, l’economia nazionale dovrebbe registrare un calo superiore al 2,4%, mentre il Governo prevede un risultato leggermente inferiore al 2%.

“L’economia italiana è ancora in recessione”, ha tagliato corto il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, parlando all’Associazione delle banche italiane (Abi). “Secondo le previsioni di consenso, nella media di quest’anno il Pil in Italia diminuirebbe di poco meno di due punti percentuali. Al peggioramento dello scenario concorrono l’aumento del costo e il deterioramento della disponibilità di credito indotti dalla crisi del debito sovrano. La differenza tra i rendimenti dei titoli pubblici italiani e tedeschi è di gran lunga superiore a quanto sarebbe giustificato dai fondamentali della nostra economia. Riflette generali timori di rottura dell’unione monetaria: un’ipotesi remota, che sta però condizionando le scelte degli investitori internazionali”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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