Rame, ecco perché il rally può continuare

Secondo molti esperti, il 2024 potrebbe essere il punto di inizio di un super ciclo per il metallo rosso.

Valerio Baselli 29/04/2024 | 11:00
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Rame

Con una quotazione attuale al London Metal Exchange (LME) intorno ai 9.890 dollari a tonnellata, il rame viaggia ai massimi da circa due anni, spinto dalla convinzione che l’offerta del metallo rosso faticherà a tenere il passo con l'aumento della domanda globale, oltre che come copertura contro i rinnovati timori di inflazione.

I tagli alla produzione nelle miniere sono infatti in aumento: un esempio recente è la riduzione del 6,5% della produzione trimestrale di Ivanhoe Mines nell’enorme complesso minerario di Kamoa-Kakula, nella Repubblica Democratica del Congo. O ancora, la decisione del Chinese Smelter Purchasing Team (CSPT), di ridurre la produzione del 5-10% nelle principali fonderie del Paese.

“Il bando alle Borse LME e CME (Chicago Mercantile Exchange) delle consegne di alluminio, nichel e rame provenienti dalla Russia ha portato gli operatori a considerare un maggiore rischio degli approvvigionamenti”, spiega Maurizio Mazziero, analista finanziario ed esperto di commodity. L’OPA di BHP su Anglo American per 39 miliardi di dollari, poi, aggiunge altro fuoco al crogiolo delle quotazioni. Tutti fattori che aggiungono volatilità al prezzo del rame, ma che secondo Mazziero rendono difficile esprimere una previsione di prezzo per il 2024, visto le diverse variabili indipendenti che lo condizionano. “Tuttavia, in linea teorica, il raggiungimento dei massimi storici a 5 dollari per libbra (11 mila dollari per tonnellata) non appare così irrealistico”, afferma l’analista.

“Il mercato del rame potrebbe essere vicino a una situazione di deficit a causa delle recenti interruzioni dal lato dell’offerta, e qualsiasi indicazione di una ripresa della domanda avrebbe un impatto significativo su una situazione già piuttosto rigida”, commenta Roberta Caselli, Commodities Investment Strategist di Global X.

E infatti, se da un lato le scorte visibili globali sono rimaste del 41% al di sotto della media stagionale degli ultimi cinque anni, dall’altro il consumo di rame sta mostrando segnali di miglioramento, soprattutto in Cina, ma non solo. “Opportunità per una nuova significativa crescita della domanda potrebbero sorgere anche a causa del massiccio boom della spesa per le infrastrutture in India. Fonti governative hanno riferito che l’India invierà due delegazioni in Cile il mese prossimo per esplorare i giacimenti di rame, di cui ha bisogno per la sua rapida crescita economica e per i piani di transizione energetica”, spiega Caselli.

Senza rame niente economia green

Gli sforzi globali per la decarbonizzazione rappresentano infatti un motore di crescita strutturale per molte materie prime o metalli. In questo contesto, il rame può essere visto come il metallo chiave per la transizione energetica e, insieme al nichel, è uno dei materiali necessari per la trasformazione nei settori dell'energia e dei trasporti.

Per esempio, oggi l'eolico e il solare sono tra le forme di energia rinnovabile più diffuse. Il grafico qui sotto mostra la quantità di rame necessaria per generare energia dall'eolico offshore (turbine eoliche nei mari), dall'eolico onshore (turbine eoliche sulla terraferma) e dal solare fotovoltaico rispetto a combustibili fossili come il carbone e il gas naturale.

“Questo segnala come la domanda di rame (e anche di altri metalli) sia diventata meno elastica rispetto al ciclo dei mercati, in quanto ora sono sostenuti da un trend secolare”, afferma Benjamin Louvet, Head of Commodities di Ofi Invest AM. “A sostegno della domanda vanno poi annoverati anche elementi che prima non erano considerati o che si legano alla nascita di nuovi bisogni. Un esempio su tutti è lo sviluppo della rete elettrica, con molti governi, soprattutto europei, che solo recentemente hanno capito che non svilupparla potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti per la transizione”, continua Louvet.

Di fatti, il rame è un eccellente conduttore di elettricità, il che lo rende il materiale ideale per i sistemi di energia rinnovabile. La sua elevata conduttività elettrica consente un trasferimento efficiente dell'energia, riducendo al minimo le perdite di potenza durante la trasmissione e la distribuzione.

L’intelligenza artificiale ha fame di rame

Infine, a sostenere ulteriormente la crescita strutturale della domanda di rame potrebbe essere la domanda proveniente dai data center per l’intelligenza artificiale, una componente fondamentale di una rapida diffusione delle tecnologie di IA.

“Per avere un'idea delle dimensioni della domanda prospettica di energia elettrica, occorre considerare che nel 2022, solo negli Stati Uniti, i data center hanno consumato 17GW di energia; entro la fine del decennio, si stima che il fabbisogno energetico dei data center raddoppierà fino a 35GW”, spiega Albert Chu, portfolio manager di Man Group. “Nel considerare questa crescita, occorre tenere presente che le stime sull'espansione dei data center derivanti dalla penetrazione dell'intelligenza artificiale sono ad uno stadio iniziale e probabilmente sottostimano la domanda finale.”

Sebbene le implicazioni siano ancora ad uno stadio iniziale per i mercati globali del rame, le prospettive fanno pensare che, per la domanda, ci siano forti spinte secolari. “Supponiamo che gli Stati Uniti, dove si concentra circa la metà del mercato dell’AI, ne incrementeranno lo sviluppo per ulteriori 5 GW ogni anno. Solo questo comporterebbe un incremento della domanda di 500mila tonnellate in tutto il mondo, pari a un aumento del 2% della domanda di rame su scala globale”, dice Benjamin Louvet. Sebbene possa sembrare insignificante, in un mercato già molto rigido anche una carenza dell'1% potrebbe far precipitare il mercato in un deficit significativo.

Con il mondo che si sforza di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette nei prossimi tre decenni, poi, Albert Chu prevede che “la domanda di rame crescerà da cinque a sei volte. Tuttavia – prosegue –  questa impennata potrebbe essere difficile da soddisfare, date le attuali limitazioni dell'offerta.”

Un po’ di rame in portafoglio

Il modo più semplice per esporsi all’evoluzioni del prezzo spot di una materia prima è attraverso un ETC (exchange-traded commodity). Gli investitori europei possono scegliere tra meno di una decina di ETC focalizzati esclusivamente sul rame, oltre a diversi altri strumenti che offrono esposizione a un paniere diversificato di metalli industriali. La lista sottostante esclude gli strumenti short (che restituiscono un risultato inverso rispetto al benchmark) o a leva (che amplificano i risultati – spesso giornalieri – dell’indice replicato) e quelli con un patrimonio in gestione inferiore a un milione di euro.

Come si evince dai rendimenti esposti in tabella, questi strumenti non si equivalgono. Spesso e volentieri replicano indici diversi, basati su metodologie differenti, il che risulta in un rapporto rischio-rendimento divergente.

Ad esempio, i benchmark della famiglia RICI Enhanced (creati da Jim Rogers alla fine degli anni ’90) si allontanano dalla pratica comune di utilizzare il contratto future con scadenza più vicina come fonte di prezzo; questo per cercare di minimizzare l’effetto contango. Un elemento molto importante nel determinarne il valore degli ETC sintetici è legato infatti al rolling, cioè la sostituzione del contratto future in scadenza. Il rolling è negativo se il contratto in scadenza ha un prezzo inferiore a quello nuovo (cosiddetto contango) ed è positivo nel caso opposto (backwardation).

Questi benchmark investono perciò in contratti futures con differenti scadenze per smussare i differenziali di prezzo dei vari contratti a termine. Per ogni singola materia prima viene definito un particolare calendario per la sostituzione dei contratti future di riferimento, che tiene conto anche dei cicli stagionali; infine, un filtro per la liquidità elimina i contratti future poco scambiati. Questo spiega le commissioni in genere più alte chieste da queste strategie.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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