Dopo un 2010 di corsa, il real estate ha deciso di prendersi un attimo di pausa. Ma, dicono gli analisti, presto potrebbe riprendere a marciare con passo veloce. L’indice Msci del settore calcolato in euro (che l’anno scorso ha guadagnato più del 25%), nell’ultimo mese (fino al 27 gennaio) ha perso lo 0,77%. Un andamento, spiegano gli operatori, dovuto più al riposizionamento dei portafogli che non a scelte di prudenza. Gli ultimi dati arrivati dagli Stati Uniti sulle vendite di case, migliori delle attese degli analisti, ad esempio, mostrano una situazione salutare.
La Cina tira ancora il freno
Anche le scelte della Cina di frenare il mercato del mattone sono ormai considerate la ricetta giusta per evitare lo scoppio di una bolla che potrebbe avere effetti imprevedibili. Proprio per questo la situazione del Paese del drago viene monitorata con estrema attenzione dagli operatori. Secondo gli ultimi dati resi noti da Pechino i prezzi delle abitazioni a dicembre sono cresciuti per il diciannovesimo mese consecutivo.
Per questo motivo, oltre ai limiti imposti alle banche nella concessione dei mutui per le seconde e terze case, le autorità cinesi hanno deciso di fare un esperimento, per ora limitato a due città, introducendo nuove tasse sugli immobili e obbligando le autorità locali a fissare dei valori massimi oltre i quali i prezzi delle case non possono andare. Gli analisti, tuttavia, sono concordi nel dire che si tratta di misure leggere. Segno aggiungono che la situazione dovrebbe essere tutto sommato sotto controllo.
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