Americani in fuga da mattone e fondi

Aspettano il nuovo presidente, gli Usa riducono ancora le spese. Tassi più vicini allo 0%.

Marco Caprotti 30/10/2008 | 15:13
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La crisi del mattone piegherà ancora di più la schiena degli Stati Uniti. Secondo uno studio preparato dall’Università della California una discesa del 10% del prezzo delle case si tradurrà in una riduzione delle spese personali dell’1,2% che toglierà al Pil un 1% secco di crescita potenziale. In dollari, fanno 105 miliardi che non usciranno dalle tasche degli americani. Un brutto colpo per un’economia che, al 70%, dipende dagli acquisti delle famiglie.

La situazione è vicina al punto pericoloso: secondo la National Association of Realtors (l’organizzazione Usa che rappresenta i proprietari di case) i prezzi a settembre sono calati del 9% rispetto allo stesso periodo del 2007. Il mercato se ne è già accorto da tempo: l’indice Msci North America nell’ultimo mese (fino al 30 ottobr

e e calcolato in euro) ha perso l’7,21% portando a -26,52% la performance da inizio anno.

Sempre secondo lo studio, l’aumento dei prezzi degli immobili nella prima metà dell’ultimo decennio ha dato impulso alle spese personali. “L’andamento del mattone incide profondamente sulle abitudini delle famiglie”, ha spiegato Gary Painter, uno degli autori dell’analisi in un’intervista a Bloomberg. “Il crollo del valore delle case a livello psicologico viene percepito come un elemento negativo di lunga durata”.

La Federal Reserve, intanto, continua nelle sue manovre di salvataggio. La Banca centrale Usa ha abbassato di mezzo punto i tassi di interesse portandoli all’1%. Ha voluto però sottolineare che i rischi di un rallentamento della crescita restano e ha fatto intendere che la porta resta aperta per ulteriori tagli. Secondo gli operatori, se la crisi dovesse continuare, il presidente della Fed Ben Bernanke sarebbe pronto a portare a zero il costo del denaro.

Lo scenario, nel frattempo si mostra confuso. Da una parte c’è Pil che, nel terzo trimestre, ha registrato una contrazione dello 0,3%. Dall’altra ci sono colossi del calibro di Colgate che hanno registrato un aumento dei profitti. Non tutta la corporate America può vantare però questi risultati: Motorola ha già avvertito che il quarto trimestre sarà al di sotto delle aspettative degli analisti.

L’attenzione degli operatori nei prossimi giorni sarà rivolta alle elezioni presidenziali Usa che Morningstar seguirà in diretta con notizie, analisi, approfondimenti e commenti degli operatori di mercato a partire dal pomeriggio di martedì 4 novembre.

Nel tentativo di mettere un po’ di fieno in cascina, nel frattempo gli americani stanno scappando dai fondi di investimento. Secondo i dati di Morningstar Market Intelligence, solo a settembre si sono registrati riscatti per 49 miliardi di dollari. “E’ il dato peggiore dal 2000”, commenta Karen Dolan, analista di Morningstar. “E in base alle indicazioni che abbiamo ora, la situazione potrebbe essere peggiorata ad ottobre”. Un altro elemento preoccupante è che i soldi vengono tolti da tutte le categorie di prodotti, anche quelle considerate più prudenti.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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