Dopo il Black Monday vince la volatilità

Gli effetti del lunedì nero di Wall Street si faranno sentire anche nei prossimi mesi. Per gli analisti non bisogna vendere nei momenti di panico.

Marco Caprotti 30/09/2008 | 10:51
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Wall Street si lecca le ferite dopo il lunedì nero che l’ha mandata al tappeto. Ma non le sarà facile riprendersi, anche perché l’uppercut di ieri è solo l’ultimo atto (ma non quello finale) di una crisi che ormai dura da più di un anno e che sembra andare di male in peggio.

Nell’ultimo mese (fino al 30 settembre e calcolato in euro) l’indice Msci North America ha perso quasi il 14% portando la performance da inizio anno a -24,1%. Quello di ieri è stato il Black Monday peggiore dall’ottobre 1987. In termini di dollari bruciati – mille miliardi in una seduta – è stato invece il record negativo di sempre. E se gli studiosi di cose finanziarie si stanno ancora domandando cosa è successo 11 anni fa, per quello che è capitato all’inizio di questa settimana le motivazioni non ma

ncano. La giornata era cominciata male e non ha fatto altro che peggiorare. La prima botta l’hanno data le notizie arrivate nel weekend di nuovi problemi nel comparto finanziario europeo con l’intervento di governi e banchieri centrali per arginare il fenomeno.

Poi è arrivato l’annuncio del matrimonio fra Wachovia e Citigroup che il mercato ha giudicato raffazzonato. Nel corso della seduta è stata comunicata la notizia del downgrade di Apple che ha compromesso l’andamento di tutto il settore tecnologico. Poi il colpo del ko, quando la Camera dei rappresentanti ha respinto il pacchetto di salvataggio da 700 miliardi di dollari preparato dall’amministrazione Bush per accollarsi gli asset finanziari in pericolo. “Il piano del Tesoro sicuramente non era perfetto”, scrive in una nota Haywood Kelly, analista di Morningstar. “Ma era una risposta ragionevole alla crisi nella quale si è andato a impantanare il sistema bancario americano”. Il risultato è stato un crollo generalizzato di tutti gli asset di investimento eccetto l’oro che ha rinverdito i suoi fasti di bene rifugio.

I più schiaffeggiati sono stati i titoli finanziari, anche se le perdite sono state trasversali in tutti i comparti. Hanno tenuto, seppur in discesa, le utility, i farmaceutici e i beni di consumo. In generale, hanno retto le small cap, ma anche qui sono stati registrati cali.

“Nei prossimi giorni, con l’arrivo di nuove informazioni, ci aspettiamo di vedere una forte volatilità, sia che i mercati salgano, sia che scendano”, dice Kelly. “Alla luce della complessità del mercato finanziario americano è letteralmente impossibile prevedere quale sarà la situazione fra sei mesi o un anno. Un punto, tuttavia, deve essere sottolineato: vendere nei momenti di panico non è mai stata la ricetta per avere successo negli investimenti di lungo termine. Chi ha una visione di questo tipo, sa che momenti come questo capitano e sono un elemento con cui gli investitori ogni tanto devono convivere”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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