Borse, questo Natale c'è poco da festeggiare

L'indice Msci World nell'ultima settimana ha perso l'1%, ma sul finire dell'ottava ci sono stati segni di recupero. Sui listini pesano ancora i subprime e la difficile situazione degli Usa. Per gli analisti bisogna seguire chi in passato ha sconfitto la volatilità.

Morningstar Europe Editor 21/12/2007 | 16:19
Facebook Twitter LinkedIn
Le Borse mondiali sembrano aver dimenticato un classico di fine anno: il rally. L’indice Msci World nell’ultima settimana ha perso l’1% (calcolato in euro).

Gli elementi che pesano sulle piazze finanziarie globali sono sempre i soliti da questa estate: crisi dei mutui americani subprime, scoppio della bolla immobiliare Usa, possibile recessione americana e incertezza sui movimenti dei tassi. La situazione, comunque, sembra essere leggermente migliorata sul finire dell’ottava.

Secondo gli analisti, in ogni caso, in questa situazione si possono fare buoni affari. “Molti investitori preferiscono ripararsi nel porto sicuro di alcun

e azioni o delle obbligazioni” dice Justin Fuller di Morningstar. “Secondo noi, invece, sarebbe meglio approfittare della situazione per posizionarsi con strategie di lungo termine”. Ma come? Il consiglio dell’analista è quello di scegliere gestori che abbiano avuto buone performance in passato. Soprattutto nei periodi di alta volatilità. “Se diamo un’occhiata a come si stanno comportando adesso notiamo che alcuni hanno spostato una parte dei loro portafogli su comparti particolarmente colpiti come quello dei finanziari. Altri sono riusciti a ottenere capitali freschi dai loro sottoscrittori da investire agevolmente grazie alle basse valutazioni. Altri ancora infine, preferiscono avere in mano una buona liquidità per speculare molto velocemente su titoli che ritengono interessanti. Insomma, c’è n’è per tutti i gusti”.

Stati Uniti Lo shopping di Natale ha rischiarato un po’ la situazione congiunturale americana. Secondo il Dipartimento del commercio, a novembre la spesa al consumo è cresciuta dell’1,1% contro il +0,4% (rivisto) di ottobre. Il dato è superiore al +0,7% atteso dagli analisti interpellati da Bloomberg. Le famiglie americane, spiega un report, hanno approfittato di un leggero aumento (0,4%) degli stipendi per anticipare gli acquisti natalizi. In questo scenario, dicono gli analisti, si raffreddano i timori di una recessione. Almeno, fino all’anno prossimo. Ad approfittare di questo fugace rasserenamento sono stati i titoli della grande distribuzione e, in parte, del comparto finanziario. In generale, avvertono però gli operatori, restano i punti interrogativi legati all’andamento del prezzo del petrolio e alla crisi dei mutui subprime di cui si avrà il quadro completo fra la fine dell’anno e l’inizio del 2008.

Europa L’indice Msci del Vecchio continente nell’ultima ottava ha perso più dell’1,5%. Il precario stato di salute degli Stati Uniti, alla lunga ha contagiato anche questa parte dell’Oceano. La Banca centrale europea ha fatto capire che non toccherà i tassi di interesse ancora per qualche tempo e questo ha permesso alle imprese di tirare un po’ il fiato. Alcune fra le più grandi, soprattutto nel comparto industriale, hanno approfittato del periodo difficile per varare piani di ristrutturazione. Secondo gli analisti si tratta, comunque di strategie di corto respiro. I licenziamenti e i prepensionamenti faranno bene ai conti nel breve periodo ma, nel medio lungo complicheranno il quadro macroeconomico. In Borsa hanno comunque ripreso slancio i titoli del settore auto e, grazie a una ripresa delle materie prime, di quello minerario.

Asia L’indice Msci dell’area nelle ultime cinque sedute ha perso il 3,7%. Sul continente asiatico continua a pesare l’incertezza che regna nelle altre macroaree che spinge gli investitori a un atteggiamento prudente. Sul finire dell’ottava, tuttavia, è stata registrata una leggera ripresa dovuta principalmente alla tenuta del comparto tecnologico. Questo ha fatto sperare in un recupero più generale delle esportazioni. Resta da capire cosa succederà in Cina. Pechino ha già annunciato di voler mettere un freno alla crescita congiunturale, ma non sarebbe la prima volta che il Paese viene meno alle sue intenzioni.

Situazione più difficile per il Giappone. L’indice Msci del Sol levante nell’ultima ottava ha perso il 2,6%. La situazione macro è talmente delicata che la Bank of Japan potrebbe decidere di tagliare i tassi per la prima volta in sei anni. La mossa sarebbe clamorosa. L’istituto centrale nipponico ha ricominciato ad alzare il costo del denaro nel 2006 dopo averlo tenuto vicino a zero per un decennio per far fronte così a uno dei peggiori periodi di deflazione della storia. Ma la crisi immobiliare del Paese, hanno fatto notare dalla BoJ, richiede misure estreme se non si vuole entrare nuovamente in un circolo vizioso.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Morningstar Europe Editor  .

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures