Gestori, il 2008 inizia al rallentatore

Secondo il sondaggio Morningstar di dicembre, scendono gli ottimisti sull’Europa, ma aumentano quelli su Piazza Affari. Gli Stati Uniti freneranno nei prossimi mesi, tuttavia riusciranno ad evitare la recessione. Il Giappone rimane un’incognita. Per i fund manager, l’euro è a fine corsa.

Sara Silano 13/12/2007 | 14:30
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Incertezza sui mercati e timore per il rallentamento della crescita economica sono i due fattori che preoccupano i gestori, i quali, però, avvertono: l’attuale fase di volatilità può rappresentare un’opportunità per entrare sull’azionario. Secondo il sondaggio di Morningstar tra le principali società di gestione, italiane ed estere, i fund manager sono più ottimisti sul Giappone e gli Stati Uniti rispetto all’Europa.

In Europa è di scena la volatilità

Gli ottimisti sulle Borse europee sono scesi per il secondo mese consecutivo, passando dal 43% di novembre al 39% (erano il 78% a ottobre). Per contro i pessimisti sono saliti

dal 23,8 al 26%. E’ convinzione diffusa che i mercati rimarranno volatili a causa dell’incertezza sulla crescita economica e le pressioni sugli utili dei titoli finanziari in seguito alla crisi dei mutui negli Stati Uniti. Un altro aspetto importante è la crisi di fiducia degli investitori, legato soprattutto alle dinamiche dei tassi di interesse a breve termine, come mostra l’elevato differenziale tra i tassi ufficiali e l’Euribor (il tasso interbancario di offerta in euro).

Più ottimismo sull’Italia

Rispetto al resto di Europa, è maggiore l’ottimismo su Piazza Affari, con il 55% dei gestori che prevede una crescita nei prossimi sei mesi (erano il 50% a novembre). Il listino milanese è stato molto penalizzato dall’elevato peso di banche ed assicurazioni nell’indice. Il settore finanziario italiano, infatti, ha risentito della crisi dei mutui americani, anche se ha avuto uno scarso coinvolgimento diretto. Secondo i fund manager, le valutazioni attraenti di alcuni titoli e la forte componente difensiva possono favorire la Borsa nei prossimi mesi.

Wall Street rialza la testa

Dopo aver toccato i minimi a novembre, la percentuale di gestori ottimisti sugli Stati Uniti è tornata a crescere, passando dal 33 al 45%. Sono scesi, per contro, i pessimisti, dal 33 al 27%. Gran parte dei fund manager è convinta che l’America eviterà la recessione, grazie alla tempestività dell’azione della Federal Reserve. La ripresa non sarà immediata, al contrario nei primi mesi del 2008 l’economia dovrebbe rallentare a causa della crisi immobiliare e creditizia in corso. In linea con il trend congiunturale, Wall Street potrebbe rimanere debole nel breve, ma continuare a salire. Secondo Giulio Battisti, analista di Horatius sim, “le attuali valutazioni scontano uno scenario più negativo di quello che avremo”, per cui possono esserci buone occasioni di acquisto.

Giappone, occhi puntati sugli Usa

Più di un gestore su due è convinto che la Borsa di Tokyo possa apprezzarsi nei prossimi sei mesi (erano il 47,6% a novembre). Tutti, però, pensano che le sorti del Giappone siano legate a quelle degli Stati Uniti, che sono uno dei principali mercati di sbocco delle merci nipponiche. Se gli interventi della Federal Reserve riusciranno ad evitare la recessione, l’economia del Sol Levante ne beneficerà; al contrario potrebbe ristagnare dal momento che la domanda interna rimane debole. In questa situazione di incertezza, si prevede che la Banca centrale non muova i tassi fino a metà 2008. Le valutazioni dei titoli sono considerate relativamente attraenti; tuttavia le sorti del listino sono legate anche all’interesse degli investitori esteri per l’area, dal momento che quelli interni sono piuttosto freddi nei confronti delle azioni.

Tassi invariati in Europa

Oltre il 56% dei gestori è convinto che i prezzi delle obbligazioni europee rimarranno stabili nei prossimi sei mesi. Nel dettaglio, potrebbe esserci un aumento nel breve per effetto dei timori di una crisi creditizia, ma nel semestre dovrebbero scendere in conseguenza dell’allentamento delle tensioni e del miglioramento della congiuntura americana. Gran parte dei fund manager prevede che la Banca centrale europea (Bce) lasci i tassi invariati nella prima metà del nuovo anno. L’obiettivo primario dell’istituto guidato da Jean Claude Trichet è il contenimento dell’inflazione, ma nello stesso tempo non sono sottovalutati i pericoli legati al rallentamento dell’economia.

La Fed taglierà ancora

Nella riunione dell’11 dicembre, la Federal Reserve ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo al 4,25% per sostenere l’economia che è in fase di rallentamento. La riduzione era largamente attesa dal mercato, anche se qualcuno sperava in un calo di mezzo punto, ed è convinzione diffusa che la manovra non sarà l’ultima. In questo contesto, la maggior parte dei fund manager (54%) si attende prezzi stabili per le obbligazioni area dollaro.

Euro a fine corsa

In linea con le stime del mese scorso, a dicembre è aumentato il numero di gestori che prevede un indebolimento dell’euro sul dollaro, passando dal 30 al 38%. La maggior parte degli intervistati, tuttavia, pensa che ci sarà una stabilizzazione del rapporto di cambio attorno agli attuali livelli. La divisa comunitaria appare troppo costosa, ma nel breve potrebbe beneficiare dei tagli dei tassi di interesse americani e del rallentamento dell’economia oltreoceano. In ogni caso, gran parte di queste notizie sono già scontate dal mercato, quindi l’impatto dovrebbe essere contenuto.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 3 e l’11 dicembre, 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 75% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen AM, Aletti Gestielle, American Express, Anima Sgr, Azimut, Banca Fideuram, Banca Ifigest, Banca Profilo, Bnp Paribas AM, Dws Investments, Euromobiliare Sgr, Horatius sim, Ing Im, Investitori, Mediolanum Gestione Fondi, Morley Fund management, Mps Am, Pioneer Im, Prometeia Advisor sim, Sella Gestioni, Soprarno Sgr, Union AM, WestLB Mellon AM.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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