I bilanci minano le certezze delle Borse

L'indice Msci World nell'ultima settimana ha perso l'1,4%. La stagione delle trimestrali Usa sta deludendo gli analisti e gli effetti si fanno sentire sugli altri mercati. Il nuovo record del petrolio (90 dollari) mette a rischio la crescita.

Morningstar Europe Editor 19/10/2007 | 16:24
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Le Borse mondiali sono tornate a vedere il segno meno. L’indice Msci World (calcolato in euro) nell’ultima ottava ha perso l’1,4%. Il declino, in realtà era iniziato sul finire della settimana scorsa. Ma molti operatori confidavano nella stagione delle trimestrali Usa per trovare nuovi temi di investimento. Le speranze, tuttavia, sono andate deluse: i primi risultati si stanno rivelando al di sotto delle attese degli analisti.

Il petrolio a 90 dollari al barile, inoltre, potrebbe rallentare ulteriormente la crescita economia, già messa a dura prova dalla crisi dei mutui americani subprime (quelli di scarsa qualità).

Il momento

di incertezza è ben evidenziato dall’andamento dell’oro. Il bene rifugio per eccellenza ha toccato i 771,10 dollari a oncia. Gli investitori, di fatto, sono tornati a scommettere su un nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Il dollaro, a 1,4264 contro euro, nel frattempo continua a perdere vigore.

Stati Uniti L’indice Msci North America nell’ultima settimana ha perso più dell’1% in euro. Gli operatori sono rimasti delusi dai risultati trimestrali comunicati dalle big corporate che, anche quando sono positivi, non rispettano le stime del mercato. Caterpillar, per esempio, ha avuto un utile per azione di 1,40 dollari contro gli 1,42 attesi dagli analisti. Come se non bastasse ha abbassato le previsioni per i prossimi mesi.

Più in generale, le aziende quotate all’S&P 500 che fino ad ora hanno comunicato i dati del terzo trimestre, hanno registrato profitti al di sotto del 2% rispetto alle speranze del mercato (dati Bloomberg).

Il momento è particolarmente difficile per i gruppi finanziari, i più colpiti dalla crisi dei subprime. Le banche hanno avuto la peggiore performance, in termini di bilancio, degli ultimi 10 anni: -20% in media E, dicono gli analisti, ci vorrà ancora tempo prima che possano rimettersi sui binari giusti.

Ne hanno approfittato i titoli tecnologici che, grazie alla loro natura anticiclica, hanno preso una direzione inversa al mercato. L’indice Msci di settore ha guadagnato lo 0,3%.

Europa L’indice Msci del Vecchio continente nell’ultima ottava ha perso quasi il 2%. Le difficoltà delle banche americane in Borsa hanno avuto riflessi anche sugli istituti di credito al di qua dell’Atlantico. In Europa, dicono gli analisti, la situazione non è chiara. E anche qui, bisognerà attendere prima di assistere a una decisa ripresa del settore.

A far bene, invece, sono stati i titoli petroliferi. Il barile è ai massimi storici e sembra non avere nessuna intenzione di fermare la sua corsa. L’obiettivo di 100 dollari, che qualcuno fino pochi mesi fa riteneva irraggiungibile sembra essere a portata di mano.

La notizia è buona per chi ha investito nell’oro nero. Non per tutti gli altri. La crescita economica, dicono gli economisti, a questo punto rischia di essere rallentata ancora di più rispetto alle già pessimistiche previsioni del Fondo monetario internazionale. Dalla Banca centrale europea, intanto, non sono arrivate reazioni.

Asia Anche l’indice Msci dell’area nell’ultima settimana ha lasciato sul terreno quasi il 2%. Come sempre le cattive notizie che arrivano dall’Occidente fanno entrare in depressione i mercati in Oriente. Era un mese, infatti, che i listini della zona non registravano un’ottava intera di risultati negativi. Niente di nuovo in realtà: una minore crescita in America e in Europa, significa meno affari per le aziende dell’export.

Gli operatori che lavorano in Asia sono anche convinti che stiano per arrivare altre brutte notizie. Soprattutto per quanto riguarda le banche domestiche. Il dubbio è che qualcuno non abbia ancora detto tutta la verità sull’esposizione nei confronti dei mutui subprime. Per questo gli investitori preferiscono andarci cauti e scegliere asset meno rischiosi, possibilmente in altre aree del globo.

Frenata anche per l’India dopo che il governo ha proposto una legge per limitare gli investimenti stranieri. L’ipotesi ha spinto molti investitori a liberarsi di asset del Paese prima che il disegno di legge diventi una realtà.

L’indice Msci Japan, nel frattempo, ha perso il 2,2%. A niente sono servite le rassicurazioni della Bank of Japan, secondo cui il Paese starebbe aumentando il ritmo della sua crescita. Tanto che l’istituto centrale sarebbe pronto a rialzare i tassi di interesse.

Un ottimismo che cozza con le previsioni di alcuni economisti, secondo cui il Paese potrebbe presto annunciare di essere in recessione. Ma la differenza di vedute fra Tokio e il resto del mondo è ormai un tormentone delle sale operative.

Di tutta questa situazione continua ad approfittare L’America latina. In una settimana di cadute generalizzate, l’indice Msci della zona è riuscito a mettere a segno un dignitoso +0,6%.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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