I subprime non spaventano i gestori

Secondo il sondaggio di Morningstar, le Borse riprenderanno la corsa nei prossimi mesi. Preferita l’Europa a Stati Uniti e Giappone. I mercati obbligazionari scontano un taglio dei tassi negli Usa; meno chiare le mosse della Bce.

Sara Silano 12/09/2007 | 11:17
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La crisi dei mutui subprime, quelli di minor qualità, non spegne l’ottimismo dei gestori sulle Borse. Secondo il sondaggio condotto da Morningstar nella prima settimana di settembre, i mercati torneranno a crescere, dopo aver smaltito la tensione sui crediti, perché il quadro economico rimane solido. In sostanza, i fund manager confermano le previsioni espresse a luglio di una correzione di breve periodo, sempre che non giungano cattive notizie sul fronte macro o degli utili aziendali, in particolare quelli bancari (è grande l’attesa per le trimestrali d’autunno).

Europa favorita

Secondo il 70,6% dei gestori, le Borse europ

ee saliranno nei prossimi sei mesi, una percentuale inferiore rispetto a luglio (83%) e giugno (78%), ma superiore a quella delle altre aree. I fund manager sono convinti che le tensioni sul mercato del credito si allenteranno e l’impatto sull’economia sarà limitato. Considerano possibile un calo delle esportazioni causato dal rallentamento statunitense e dalla forza dell’euro, ma confidano nella tenuta della domanda interna. Per quanto riguarda le valutazioni dei titoli, sono giudicate dalla maggior parte degli intervistati “attrattive” dopo la correzione estiva. Non si discostano molto le previsioni per Piazza Affari, salvo una maggior preoccupazione dovuta al peso delle banche sul listino milanese.

Wall Street attende il taglio dei tassi

La prospettiva di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve rende i gestori abbastanza ottimisti sulla Borsa statunitense. Quasi il 60% dei fund manager stima una crescita nei prossimi sei mesi, contro il 6% di pessimisti, pur mettendo in conto una volatilità elevata. Lo scenario macro considerato più probabile è il soft landing, ossia un rallentamento moderato, ma sono ancora da valutare gli effetti della crisi immobiliare sull’economia. Sul fronte degli utili, il tasso di crescita si conferma sopra le aspettative (+8,2% per le società dell’S&P500 in agosto).

Enigma giapponese

Per il 58,8% dei gestori la Borsa di Tokyo salirà nei prossimi sei mesi, percentuale in forte calo rispetto a luglio. Il listino nipponico è stato il più colpito dalla correzione estiva; tuttavia meno del 6% dei fund manager è convinto che continuerà a scendere, mentre il 35% prevede una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. Il mercato azionario non è supportato dal quadro macro: gli ultimi dati hanno mostrato un calo del Prodotto interno lordo (Pil) dello 0,3% nel secondo trimestre, più di quanto si attendevano gli analisti. Gli esperti sono divisi su quale sarà l’andamento degli utili e sulle valutazioni dei titoli, mentre sono convinti che i tassi rimarranno bassi e lo yen debole.

Meno scontate le mosse delle Banche centrali

Nel sondaggio di luglio, la maggior parte dei gestori prevedeva un rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce) a settembre. L’istituto guidato da Jean-Claude Trichet ha invece mantenuto fermo il tasso di riferimento per aiutare i listini a superare la crisi dei subprime. Ora i fund manager sono più cauti sulle future mosse. Se l’economia continuerà a crescere in modo sostenuto, un ulteriore rialzo appare probabile; se al contrario la Fed interverrà in modo massiccio per sostenere l’economia, la Bce non potrà non tenerne conto. Negli Stati Uniti è stimato un taglio di 50 punti base entro fine anno, che, però, è già scontato dai mercati e quindi non dovrebbe dare vita a un rally dei prezzi. Un gestore su due prevede una stabilizzazione dei corsi oltreoceano, mentre il 58% è convinto di un calo in Europa.

Leggero vantaggio dell’euro sul dollaro

La divisa comunitaria è da mesi considerata sopravvalutata nei confronti del biglietto verde, ma potrebbe continuare la sua corsa per il 37,6% dei gestori, sostenuta dall’economia che appare più solida rispetto a quella americana e giapponese. L’euro potrebbe essere favorito anche dalle differenti politiche monetarie di Fed e Bce.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 31 agosto e il 7 settembre, 17 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 75% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen AM, Aletti Gestielle, American Express, Anima Sgr, Banca Profilo, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Henderson, Ing Im, Invesco, Julius Baer Sgr, Mps Am, Pictet & Cie, Pioneer Im, Sella Gestioni Sgr, Union investment, Vontobel.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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