Gestori, la corsa non è finita

Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Morningstar tra le principali case d’investimento che operano in Italia aumenta l’ottimismo sulle Borse mondiali, ad eccezione del Giappone. Sul fronte valutario, attesa una ripresa del dollaro. Ancora mercato Orso per i bond.

Sara Silano 20/06/2007 | 17:44
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Le Borse mondiali si avviano a chiudere il primo semestre in rialzo e, per i gestori interpellati da Morningstar nel consueto sondaggio mensile, il rally non è al capolinea. Al contrario, gli ottimisti sono aumentati un po’ su tutte le aree, ad eccezione del Giappone. Anche se, avvertono i fund manager, la volatilità è destinata a continuare e non sono da escludere prese di beneficio.

L’Europa fa il pieno di consensi

Le Borse del Vecchio continente raccolgono il 78,3% dei consensi contro il 66,7% del mese scorso, percentuale superiore ai mercati americano e giapponese. Nonostante la riduzione della crescita degli utili, i r

isultati societari rimangono positivi e le aziende hanno annunciato pagamenti di dividendi maggior del previsto. I rendimenti delle azioni continuano ad essere considerati più interessanti di quelli offerti dalle obbligazioni, mentre il vantaggio in termini di valutazioni rispetto agli Stati Uniti si è quasi azzerato per effetto della forte crescita delle quotazioni negli ultimi anni. Sul fronte macro, il quadro rimane favorevole, grazie alla buona tenuta della domanda interna, che può compensare un eventuale calo delle esportazioni dovuto alla forza dell’euro.

Italia, tramonta il tema M&A

Per il 77,8% dei gestori, Piazza Affari salirà nei prossimi sei mesi, nonostante il fenomeno delle fusioni ed acquisizioni nel settore bancario sia in fase di attenuazione. L’ottimismo è dovuto soprattutto ai buoni fondamentali delle società e gli interessanti dividendi distribuiti, mentre sul fronte economico la crescita è stimata inferiore a quella europea.

Wall Street piace di più

La Borsa americana guadagna consensi per il terzo mese consecutivo. A giugno, i gestori che prevedono un apprezzamento nei prossimi sei mesi sono saliti al 65,3% contro il 57% del mese precedente e il 48% di aprile. Per contro, si sono dimezzati i pessimisti, che sono scesi al 4%. Gli ultimi dati macroeconomici hanno messo in luce una crescita ancora sostenuta a discapito di coloro che si attendevano un rallentamento. La situazione congiunturale si riflette sui bilanci aziendali, con trimestrali che hanno battuto le aspettative. Un elemento critico è rappresentato dal mercato immobiliare, anche se i timori di un crollo legato alla crisi del settore dei mutui di minor qualità (sub-prime) sono svaniti.

Passo indietro per Tokyo

In controtendenza rispetto alle altre piazze finanziarie, quella giapponese ha perso consensi nell’ultimo mese. La percentuale di ottimisti è scesa sotto il 70%, al livello più basso da inizio anno. Per contro sono saliti al 30% i gestori che si attendono una stabilizzazione dei corsi. La Borsa nipponica è in sottopeso nei portafogli degli investitori internazionali e soffre la mancanza di interesse da parte di quelli domestici. Il Paese è avviato sulla strada dell’uscita dalla deflazione, come dimostra la crescita del Prodotto interno lordo, ma sconta l’aumento della pressione fiscale e i ritardi nell’attuare le riforme strutturali.

Il dollaro tenta il riscatto

Secondo il 43,5% dei gestori, il biglietto verde si apprezzerà nei confronti dell’euro nei prossimi mesi, mentre per il 30% la moneta unica avrà la meglio. Il dollaro è sottovalutato sia in relazione alla crescita americana sia rispetto alla possibilità di un’ulteriore stretta da parte della Federal Reserve. In base a un modello di stima del valore di equilibrio dei cambi di lungo periodo, messo a punto da Pictet & Cie, l’euro è sopravvalutato per circa il 20% contro il dollaro. D’altra parte, però, la divisa americana potrebbe soffrire a causa del disallineamento dei cicli economici sulle due sponde dell’oceano.

Sorpresa bond

Contrariamente alle aspettative di inizio anno, i gestori hanno quasi del tutto abbandonato l’ipotesi di una discesa dei tassi americani nel 2007. I dati migliori delle attese sulla congiuntura statunitense hanno provocato un rapido calo dei prezzi delle obbligazioni e, quindi, un aumento dei rendimenti. Più di un fund manager su due è convinto che le quotazioni scenderanno ancora. Non si discosta molto il giudizio sul reddito fisso europeo, con oltre il 63% degli intervistati che prevede ulteriori ribassi dei prezzi. E’ convinzione diffusa che la Banca centrale alzerà almeno ancora una volta i tassi portandoli al 4,25%. Per questo motivo, la preferenza va alla parte breve della curva, che presenta un maggior valore e un minor grado di rischio.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’8 e il 15 giugno, 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’80% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen AM, Aletti Gestielle, American Express, Azimut Sgr, Banca Fideuram, Banca Profilo, Bsi, Caam Sgr, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Henderson, Ing Im, Invesco, Investitori Sgr, Julius Baer Sgr, Mps Am, Pictet& Cie, Pioneer Im, Sella Gestioni Sgr, Sgam Italia Sim, Total Return Sgr, Unicredit Private banking, Vontobel.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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