I gestori danno qualche chance al Giappone

La Borsa di Tokyo è la preferita nei prossimi sei mesi. Previsto un aumento della volatilità in Europa e negli Stati Uniti. Si allontana un taglio dei tassi da parte della Fed, mentre la Bce alzerà ancora.

Sara Silano 18/01/2007 | 10:47
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E’ Tokyo la Borsa preferita dai gestori nel primo sondaggio del 2007, condotto da Morningstar tra il 9 e il 15 gennaio, che ha coinvolto 23 delle principali società italiane ed estere che operano sul territorio. Quasi l’83% degli intervistati è convinto che il listino giapponese salirà nei prossimi sei mesi, contro circa il 70% che è positivo sull’Europa e il 65% che prevede un rialzo di Wall Street.

In attesa della svo

lta giapponese

Rispetto a dicembre, gli ottimisti sul listino nipponico sono tornati a crescere (erano il 66,6%), mentre i pessimisti si sono dimezzati. La maggior parte dei gestori è convinta che il 2007 possa essere l’anno del riscatto, dopo il deludente 2006. Le ragioni sono diverse: i segnali della tanto attesa ripresa dei consumi, le valutazioni relativamente più attraenti rispetto a quelle di altri mercati, i bassi tassi di interesse che sostengono la crescita degli utili. Non mancano, tuttavia, i fattori critici, primo fra tutti la forte dipendenza delle esportazioni dagli Stati Uniti, che potrebbe impattare negativamente sulla ripresa se l’economia americana rallenterà significativamente.

Sorprese oltreoceano

In realtà, pochi gestori credono a una recessione negli Stati Uniti, al contrario molti pensano che la crescita sorprenderà in positivo e che la fase di rallentamento sia in esaurimento. In tale contesto, le attese di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, almeno nella prima parte dell’anno, sono diminuite. Rispetto a dicembre gli ottimisti sul Wall Street sono aumentati (erano il 53%), mentre i pessimisti sono leggermente scesi. I fund manager, tuttavia, non escludono un’accentuazione della volatilità, cui potrebbe contribuire il rallentamento della dinamica degli utili.

Riflettori puntati sulla Bce

L’economia europea prosegue la fase espansiva, che per il momento non è stata penalizzata dall’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. I gestori temono, però, che l’aumento dell’Iva in Germania e i provvedimenti fiscali restrittivi in altri Paesi possano determinare un temporaneo rallentamento della congiuntura. La Banca centrale proseguirà nel rialzo dei tassi, secondo la maggior parte dei fund manager, fino a un massimo del 4%. Il 70% degli intervistati è convinto che le Borse del Vecchio continente continueranno a crescere, ma, analogamente a Wall Street, dovrebbe aumentare la volatilità, anche perché le valutazioni sono meno attraenti del passato.

Divisi sull’euro/dollaro

Rispetto a dicembre, è scesa la percentuale dei gestori che prevedono una stabilizzazione del rapporto tra euro e dollaro attorno agli attuali livelli, passando dal 56 al 41%, mentre è salito di circa 15 punti il numero di coloro che stimano un apprezzamento della moneta unica. La previsione è in contrasto con l’andamento del cambio nelle prime settimane del 2007, caratterizzato dal rafforzamento del biglietto verde. Secondo alcuni fund manager, difficilmente tale trend continuerà, perché non sono stati risolti i problemi strutturali che affliggono la divisa americana; secondo altri, quest’ultima è eccessivamente sottovalutata e potrebbe recuperare, grazie a uno scenario economico migliore rispetto alle attese.

Prezzi stabili nel reddito fisso

Circa il 56% dei gestori prevede una stabilizzazione dei prezzi delle obbligazioni americane nei prossimi sei mesi e quasi un fund manager su due stima un trend analogo in Europa. Un altro 34% ritiene che le quotazioni scenderanno in entrambe le aree. E’ convinzione comune che gli investitori siano stati troppo ottimisti sulle aspettative di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve ed eccessivamente pessimisti sul rallentamento congiunturale, per cui i rendimenti dei Treasury dovrebbero salire. Nel Vecchio continente, la Banca centrale alzerà ancora i saggi di riferimento, ma, secondo alcuni, tali movimenti sono già scontati.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 9 e il 15 gennaio, 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’80% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aletti Gestielle, Alpi Fondi Sgr, American Express, Anima Sgr, Azimut, Banca Fideuram, Banca Profilo, BSI, Caam Sgr, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Henderson, Invesco, Investitori Sgr, Julius Baer Sgr, Morley, Mps Am, Nextam Partners, Pioneer Im, Ras Am, Sgam Italia Sim, WestLB Mellon Am, Zenit Sgr.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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