Le elezioni Usa non frenano le Borse mondiali

Wall Street reagisce bene alla vittoria dei democratici che predominano sia alla Camera, sia, a sorpresa, al Senato. La Bank of England alza i tassi al 5%. Il Nikkei è l’unico listino in rosso tra le principali piazze finanziarie.

Michela Muscio, 10/11/2006 | 18:12
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Bilancio positivo per i listini internazionali, fatta eccezione del Giappone che ha chiuso l’ottava lasciando sul terreno l’1,45%. Il Nikkei ha risentito delle dichiarazioni del governatore della Bank of Japan, Toshihiko Fukui, che ha sottolineato come un aumento dei tassi d'interesse sia necessario. A pesare sul mercato nipponico ha contribuito anche il calo nel mese di settembre degli ordini di macchinari, contro un incremento atteso dagli analisti.

A Wall Street il centro dell’attenzione è stato rivolto alle elezioni di medio termine, vinte dai democratici non solo alla Camera, come previsto, ma anche al Senato. Il Dow Jones e l’S&P500 hanno guadagnato un punto percentuale, nonostante, dopo il risultato delle urne, gli investitori hanno concentrato le vendite sui comparti trad

izionalmente più vicini ai repubblicani, ovvero difesa, farmaceutica, petrolio e assicurazioni, mentre il successo democratico favorirà, tra gli altri, i titoli delle società attive nelle fonti energetiche alternative.

A sostegno dei listini americani vi sono stati una serie di accordi societari, fra cui l'offerta per Swift Transportation da parte del suo maggiore azionista ed ex amministratore delegato Jerry Moyes. Sotto i riflettori anche la partnership di Bill Gates e Al Walid per l’acquisizione della catena alberghiera Four Seasons.

Gli acquisti sono stati frenati dal forte rialzo segnato dal prezzo del greggio, dopo la flessione superiore alle previsioni delle scorte statunitensi di prodotti energetici, e dal dato sulla fiducia dei consumatori, l'indice calcolato dall'Università del Michigan, risultato inferiore alle stime.

Segno più per il Nasdaq (+2% a metà seduta di venerdi), sostenuto da Cisco Systems, ai massimi di quasi tre anni sulla scia di risultati trimestrali superiori alle previsioni e di un upgrade di target price da parte di Ubs.

Nel Vecchio continente il Cac40 ha segnato un progresso del 2%, sostenuto dalla corsa di Eads, nonostante una trimestrale chiusa in perdita a causa dei costi correlati ai ritardi delle consegne degli Airbus A380. Sul titolo del consorzio aerospaziale vi sono state voci, poi smentite, circa un possibile investimento nel gruppo del fondo Dubai International Capital. Minore è stato il rialzo delle piazze di Londra (1,7%) dove la Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi di interesse di un quarto di punto portandoli al 5%, il livello più elevato degli ultimi cinque anni, per combattere l’inflazione sopra la soglia di tolleranza.

E’ stato pari all’1,3% il guadagno della piazza di Francoforte dove l’attenzione si è rivolta verso l’export tedesco, balzato sul livello più alto mai registrato dal giugno del 2002 grazie alla domanda asiatica. A Piazza Affari, dove il Mibtel e l’S&P hanno chiuso l’ottava in rialzo dell’1,5%, i riflettori sono puntati sull’ipotesi di cessione da parte di Telecom Italia della controllata Tim Brasil.

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