Il petrolio in calo favorisce le Borse mondiali

Wall Street viene trainata dal rally del Nasdaq, oltre che dal calo del prezzo del petrolio. Non mancano, però, notizie societarie poco confortanti. L’euro si rafforza contro dollaro e yen. Segno meno per il Nikkei.

Michela Muscio, 15/09/2006 | 18:33
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I listini internazionali hanno chiuso l’ottava con il segno più. L’unica piazza negativa è stata quella di Tokyo, che ha registrato una flessione dell’1,3%.

Le vendite sul listino nipponico sono state alimentate dalla decisione del governo di rivedere al ribasso le previsioni per consumi ed esportazioni e dalla notizia delle dimissioni del ministro dell'interno Heizo Takenaka, ruolo chiave per le riforme in Giappone. Gli ultimi dati macro, tra cui quello debole sugli ordini aziendali, risultati peggiori delle attese, hanno fatto allontanare l’ipotesi di un’imminente stretta monetaria.

L’attenzione degli investitori si è concentra

ta sul prezzo del petrolio che ha subito una flessione, portandosi a ridosso dei 63 dollari al barile a New York, dopo che l'Organization of the Petroleum Exporting Countries (Opec) ha deciso di mantenere la produzione stabile a 28 milioni di barili al giorno.

A deprime le quotazioni ha contribuito anche l’approvazione al piano della Bp per riportare a regime al più presto le consegne di petrolio dall’Alaska, mentre l'Iran ha lasciato uno spiraglio di apertura per la trattativa sul programma nucleare. La discesa delle quotazioni del greggio ha trascinato al ribasso anche quelle dell'oro, che hanno toccato i minimi da tre mesi, e quelle delle materie prime in generale.

Il ritracciamento del prezzo del petrolio, che ha portato buonumore tra gli investitori, rappresentando un incentivo alla spesa per consumi, ha spinto al rialzo Wall Street dove il Dow Jones, ha registrato un +1,5% (a metà seduta di venerdì 15 settembre). Ha archiviato un rialzo superiore (+3%) il Nasdaq, che ha beneficiato del balzo di oltre il 4% in un’unica seduta di Applied Materials dopo che Credit Suisse ne ha alzato il rating e di Sears Holdings Corp. che ha approvato un buyback.

A spingere l’azionario statunitense hanno contribuito i risultati di Goldman Sachs, superiori alle attese, che hanno trainato l'intero settore finanziario. Tra le notizie societarie poco confortanti, Hewlett-Packard è calata dopo che il procuratore generale della California ha dichiarato l’esistenza di prove sufficienti per formulare accuse formali contro manager dell'azienda riguardanti l'ottenimento di intercettazioni telefoniche in modo illegale.

Gli indici, inoltre, sono stati appesantiti dai downgrade di General Electric e Boeing. Ford Motor ha lasciato sul terreno circa il 4% in una sola seduta, dopo che indiscrezioni stampa hanno preannunciato per il 2006 una perdita lorda tra gli 8 e i 9 miliardi. La casa farmaceutica Merck & Co. Inc. , infine, ha lasciato sul terreno il 2,7% in un’unica seduta dopo che due studi hanno riscontrato problemi ai reni causati dal farmaco precedentemente denominato Vioxx.

Le notizie a sostegno dei listini americani sono arrivate dal fronte macro. Una nuova ondata di dati pubblicati a inizio settimana, tra cui i prezzi all'importazione di agosto e le vendite al dettaglio, cresciuti più delle attese, ha riacceso i timori sul costo della vita e sul rallentamento della crescita dell'economia, con possibili conseguenze sugli utili societari. Ha rassicurato il mercato, però, la pubblicazione dei dati relativi all'inflazione che ad agosto è salita meno delle previsioni. Notizie positive sono arrivate anche dall’indice sulla fiducia Michigan di settembre e dall'indice Empire Manufacturing, mentre l'unica delusione è stata quella della produzione industriale che ha segnato una flessione dello 0,1%, contro una crescita attesa dello 0,2%.

Nel Vecchio continente il listino tedesco Dax e quello francese Cac 40 sono saliti rispettivamente del 2,3% e dell’1,5%, mentre Londra è rimasta invariata. L’euro è stato spinto al rialzo dalle dichiarazioni di uno dei membri del Board della Banca centrale europea, che ha suggerito la possibilità di un rialzo dei tassi a ottobre, e dai richiami di Jean Claude Trichet sull’andamento dell’inflazione in Eurolandia.

Ha chiuso l’ottava in tono debole Piazza Affari, con il Mibtel sostanzialmente invariato e l’S&P/Mib in rialzo dello 0,2%, a causa della cattiva intonazione del comparto telefonico. L’attenzione degli investitori si è rivolta ai titoli della scuderia Tronchetti-Provera che hanno risentito della grande incertezza alimentata dalla polemica politica sul riassetto Telecom. Occhi puntati su Fastweb che ha guadagnato oltre cinque punti e mezzo percentuali in una sola seduta dopo l'accordo siglato con Vodafone.

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