Portafogli verso la neutralità sulle azioni

Nell’ultimo sondaggio di Morningstar, diminuisce la percentuale di ottimisti su Wall Street e cresce il numero di gestori che punta sull’Europa. Ancora cautela su Piazza Affari. Atteso un apprezzamento dell’euro sul dollaro.

Sara Silano 13/07/2006 | 11:02
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I gestori continuano a preferire le azioni alle obbligazioni, ma stanno riportando verso la neutralità il loro peso nei portafogli bilanciati. Secondo il sondaggio mensile di Morningstar tra le principali case di investimento che operano in Italia, la quasi totalità dei fund manager sostiene che la componente equity rappresenterà tra il 50 e il 60% nei prossimi sei mesi, mentre il reddito fisso avrà una quota uguale o inferiore al 40%.

St

ati Uniti ed Europa si riavvicinano

Quasi il 67% dei gestori è convinto che Wall Street salirà nei prossimi mesi, percentuale in leggera diminuzione rispetto a giugno. Aumentano i pessimisti, che superano il 10%. Nonostante il recente calo dei prezzi, molti fund manager considerano le valutazioni ancora poco attraenti rispetto ad altre Borse. Per contro, è cresciuto il numero di case di investimento che pensa che i mercati del Vecchio continente potranno salire nei prossimi mesi, passando dal 56 al 63% a fronte di una diminuzione di coloro che stimano una discesa (15,7%). L’azionario europeo è penalizzato dai tassi di interesse in salita, ma beneficia dell’intensa attività di merger&acquisition (fusioni e acquisizioni).

Ancora cautela su Piazza Affari

Il numero di gestori ottimisti sulla Borsa italiana non è mutato in modo significativo nell’ultimo mese (47,4%), mentre è sceso quello dei pessimisti, passando dal 21 al 13%. Il listino può beneficiare dei processi di consolidamento nel settore bancario, ma non è esente dalle preoccupazioni su un possibile rallentamento dell’economia e un aumento dell’inflazione, che lo accomunano alle altre piazze finanziarie internazionali.

Meno ottimisti su Tokyo

Rispetto al mese scorso, i gestori che stimano un incremento delle quotazioni in Giappone sono passati dal 70 al 55,6%, mentre sono aumentati quelli che si attendono una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. La maggior avversione al rischio, le preoccupazioni sul ciclo economico internazionale e alcune deludenti stime sugli utili hanno penalizzato la Borsa nipponica nelle ultime settimane, ma lo scenario di medio-lungo termine resta positivo. Per questa ragione, il mercato giapponese è uno dei preferiti dai fund manager, convinti che esistano buone opportunità sia in termini valutativi sia per il potenziale di crescita legato alle esportazioni e alla ripresa dei consumi interni.

Euro più forte

Poco meno del 60% dei gestori è convinto che la moneta unica si apprezzerà nei confronti del dollaro. La percentuale è in forte aumento rispetto a giugno (erano il 38%), in quanto i fund manager temono che il biglietto verde possa risentire della diminuzione del differenziale dei tassi tra Stati Uniti ed Europa, del rallentamento congiunturale e dell’elevato deficit di partite correnti. La divisa americana può essere penalizzata anche della progressiva diversificazione valutaria delle banche centrali.

Più vivace il mercato obbligazionario

Circa il 44% dei gestori stima una discesa dei prezzi obbligazionari europei nei prossimi sei mesi a fronte di un 39% che prevede una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. I dati macroeconomici sono buoni, ma restano le pressioni inflazionistiche, che la Banca centrale intende contrastare con ulteriori rialzi dei tassi. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, un gestore su due è convinto che i corsi scenderanno. Preoccupano soprattutto ulteriori mosse restrittive da parte della Federal Reserve se il costo della vita aumenterà in modo significativo. Nell’ultimo mese, il reddito fisso americano è stato interessato da un aumento della volatilità e da un allargamento dei differenziali (spread) rispetto ai titoli più rischiosi (high yield) e i manager ritengono che questa classe di attivi continuerà ad essere sotto pressione nel medio periodo.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 3 e l’11 luglio, 19 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’80% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aletti Gestielle Am, American Express, Anima Sgr, Antonveneta Abn Amro, Banca Profilo, BNL Gestioni, Caam Sgr, Dws Investments Italy, Invesco, Investitori Sgr, Julius Baer, Mps Am, Morgan Stanley Im, Nextam Partners, Pioneer Im, Sanpaolo Imi am, Sella Gestioni Sgr e WestLB Mellon, Zenit Sgr.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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