Rischioso sì, ma remunerativo

Emissioni societarie ed emergenti sono le uniche fonti di guadagno in un mercato penalizzato da tassi ai minimi. Parola di Ralph Gasser, specialista del comparto obbligazionario di Julius Baer, che gioca la carta del credito e quella valutaria per ottenere extra-profitti.

Maria Grazia Briganti 05/10/2005 | 11:49
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Lo scenario attuale dei tassi di interesse penalizza il sentiment sui mercati obbligazionari che, tuttavia, continuano a crescere. Qual è la vostra visione?

Il previsto rialzo dei tassi americani dovrebbe portare a un peggioramento dei mercati obbligazionari statunitensi e, di conseguenza, anche delle altre aree. I tassi a lunga scadenza, compresi quelli della zona euro, hanno raggiunto livelli estremamente bassi, toccando i minimi storici e non sono coerenti con le attuali condizioni economiche, caratterizzate da tassi di crescita positivi e con possibili tensioni inflazionistiche.

s="redsmallbold">Con queste difficoltà, quale approccio utilizzate per costruire i vostri portafogli?

La nostra gestione segue l’approccio Barbell, che prevede di investire parte del capitale in titoli con duration lunga e un’altra parte in titoli a breve termine. Il portafoglio avrà quindi una duration intermedia fra le due, con una sensibilità inferiore ai rendimenti a media scadenza. Questo permette di mettere al sicuro il portafoglio da rilevanti movimenti dei tassi di interesse. Se i tassi aumentano si liquidano i titoli a breve e si sostituiscono con titoli a rendimenti più elevati.

Poiché la curva è attualmente molto piatta, un portafoglio costruito in questo modo è più performante di un altro concentrato sulle scadenze intermedie, perché i guadagni derivanti dall'apprezzamento dei titoli a lungo termine sono superiori alle perdite derivanti dal deprezzamento dei titoli a breve, a causa della diversa sensibilità al rischio tasso.

Tornando alle previsioni, se non sono le attese sul futuro dell’economia a preoccupare e se l’attuale scenario di politica monetaria è rischioso, per quale motivo gli investitori continuano a puntare sul reddito fisso?

Uno dei motivi principali è rappresentato dalla liquidità sui mercati internazionali che resta abbondante e deve essere investita in strumenti diversi da quelli monetari per poter soddisfare i vincoli degli investitori istituzionali quali banche e assicurazioni, ai quali è imposto il matching (cioè la coincidenza, ndr) tra attività e passività.

È vero che se guardiamo alla curva dei tassi, ci troviamo in un momento in cui è molto rischioso investire sui bond. Ma bisogna considerare che a muovere i mercati obbligazionari, vi sono anche altre componenti, oltre ai tassi di interesse.

Quali sono?

Le dinamiche valutarie e la qualità del credito. In uno scenario di tassi bassi, è necessario trovare altre fonti di guadagno. Una è quella dei titoli high yield sui quali siamo sovrappesati. Puntiamo inoltre sui Paesi emergenti e sulle società i cui rating sono al di sotto degli Investment Grade e pagano buoni differenziali di rendimento: 275 punti base per i mercati emergenti e 400 punti per i titoli corporate.

Non sono troppo bassi, in relazione al rischio?

No, riteniamo che il rischio sia più che compensato, perché ci attendiamo un aumento dei prezzi e un’ulteriore riduzione degli spread. Non perché le valutazioni siano al momento convenienti - al contrario i corsi dei titoli risultano piuttosto elevati- ma la domanda per questi strumenti resta elevata ed è superiore alla disponibilità delle emissioni.

Soprattutto quelle in valuta locale ed emesse da economie emergenti: secondo noi sono da preferire rispetto ai titoli denominati nelle divise forti come euro e dollaro, perché permettono di cogliere le potenzialità del mercato e del Paese in crescita.

A quali valute vi riferite?

Alla lira turca, alle valute dell’Europa convergente, ma anche alla corona islandese. Quest’ultima, in particolare, ha una cedola dell’8% e di conseguenza una elevata appetibilità rispetto all’Euro, mentre l’offerta è insufficiente a soddisfare la richiesta. Anche per quanto riguarda la lira turca, la cedola è elevata e pari al 15%. La moneta è inoltre sostenuta dagli investimenti stranieri diretti all’interno del paese e dall’avvio del processo di inserimento del paese nell’Unione Europea.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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