Hedge fund, Italia in pole position

Non solo per il grado di penetrazione tra gli investitori, ma anche perché la normativa sugli investimenti alternativi è all’avanguardia in Europa. Secondo Michele Pacciana, responsabile per l'Italia di Man Investments, il mercato va ora alla ricerca di dimensioni efficienti.

Maria Grazia Briganti 23/06/2005 | 09:42
Facebook Twitter LinkedIn
Ad aprile il mercato degli hedge fund ha vacillato sotto i colpi dei declassamenti di Gm e Ford e della politica monetaria restrittiva della Federal Reserve. Cosa è cambiato adesso?

Il calo di performance che si è registrato ad aprile ha colpito alcuni tipi di stili, come ad esempio i “convertible bond”, e solo per breve tempo si è allargato anche ad altri perché, in fasi di stress, le correlazioni tra i mercati tendono ad aumentare. Ma la flessione si è nuovamente circoscritta agli hedge fund “convertible bonds”, che posseggono più del 90% delle emissioni mondiali di bond convertibili. Di fronte a fattori imprevisti, in cui tutti i gestori hanno le stesse posizioni da vendere -anche per far fronte all’aumento dei riscatti- le difficoltà e le p

erdite aumentano.

Nonostante questo, agli hedge fund va una parte sempre più cospicua dei portafogli degli investitori italiani. Come si caratterizza il nostro mercato rispetto a quello degli altri paesi europei?

In Italia la legislazione sugli investimenti alternativi ha fatto passi da gigante. Altri paesi come la Spagna sono ancora in attesa di una normativa adeguata. Nel Regno Unito, nonostante il mercato degli hedge fund sia sviluppato, esistono vincoli normativi e svantaggi fiscali rispetto ad altri prodotti.

Tornando all’Italia, a fronte di un interesse che cresce, sia tra gli investitori dalle grandi disponibilità e le istituzioni, sia tra i singoli risparmiatori, Banca d’Italia è andata oltre e con la direttiva di aprile ha aperto la possibilità per i fondi comuni di investire in quote di hedge fund. Di fatto ha ulteriormente aperto, seppur in maniera indiretta, gli hedge fund al retail.

A livello mondiale, invece, quali tendenze state riscontrando?

Il mercato dei fondi di fondi hedge sarà caratterizzato da strutture sempre più grandi, frutto di fusioni o acquisizioni, perché esistono delle economie che sono raggiungibili solo da chi ha una certa dimensione degli asset in gestione, che permette di investire in ricerca e strategie.

Gli hedge fund di oggi sono diversi da quelli di 10 anni fa, perché i temi di investimento si sono evoluti e soprattutto sono cambiati gli strumenti da utilizzare e i settori in cui è possibile riscontrare delle inefficienze. Tra i temi che abbiamo sviluppato negli ultimi tempi, ad esempio, vi sono le strategie basate sui derivati sul tempo e i cosiddetti “catastrofic bond” all’interno del settore delle assicurazioni, ancora opaco e poco efficiente.

E per i fondi hedge puri?

I cosiddetti “single manager” saranno sempre più specializzati all’interno dei loro settori e mercati di competenza. Sono ormai passati i tempi in cui, in un’ottica quasi imprenditoriale, il gestore si improvvisava hedge fund manager. Se investire in un fondo di fondi hedge significa comprare un processo di investimento, dalla “due diligence” al controllo del rischio, comprare un single manager significa puntare più sulle conoscenze e sulla capacità del gestore di creare valore aggiunto.

A livello di strategie, invece, qual è la situazione italiana?

Si diffonderanno maggiormente le strategie low volatility e medium volatility, passo obbligato per un mercato giovane che comincia però a richiedere prodotti più specializzati e sofisticati. L’interesse crescerà in particolare per quegli strumenti che presentano correlazioni negative con i mercati finanziari come i cosiddetti “managed futures”, in cui vi è una presenza dell’effetto leva pari a 3-4 volte.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures