Gestori, mercati né Orso né Toro

Solo sulla Borsa di Tokyo continuano a prevalere gli ottimisti. A differenza dei mesi scorsi, è meno netta la preferenza per le azioni europee rispetto a quelle americane. In Italia preoccupa il quadro congiunturale. Tra euro e dollaro la partita è ancora aperta.

Sara Silano 14/06/2005 | 15:52
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Nei prossimi sei mesi le Borse europee e Wall Street oscilleranno attorno agli attuali livelli. La maggior parte dei gestori, interpellati da Morningstar nell’ultimo sondaggio, condotto tra il 6 e il 13 giugno, non prevede nessun rally estivo e oltre il 20% è pessimista.

Nel dettaglio, il 45,5% dei fund manager è convinto che i mercati del Vecchio continente resteranno sostanzialmente stabili e il 47,8% prevede un trend analogo negli Stati

Uniti. L’Italia non si discosta dal resto dell’Europa, mentre in Giappone continuano a prevalere gli ottimisti, che sono circa il 61%, in linea con il mese scorso. Meno del 10% degli intervistati si attende un calo della Borsa nipponica, che è supportata dalle buone valutazioni, dai processi di ristrutturazione aziendale e dalle stime di crescita della domanda interna.

Europa e Stati Uniti meno lontani

A differenza dei mesi scorsi, la preferenza per i titoli europei rispetto a quelli americani è meno netta. La percentuale di gestori che prevede un rialzo dei primi nella seconda parte dell’anno è del 31,8% contro il 30,4% che scommette sui secondi.

Le valutazioni azionarie nel Vecchio continente restano moderatamente attraenti, soprattutto se confrontate con i rendimenti obbligazionari; tuttavia non sembra ci siano situazioni di forte sconto e, fattore ancor più rilevante, l’economia è debole. Per contro, le prospettive congiunturali negli Stati Uniti sono migliori e le attese di crescita degli utili aziendali positive, anche se l’aumento del costo unitario del lavoro e il calo della produttività potrebbero determinare una flessione dei profitti. Sulle valutazioni dei titoli quotati a Wall Street, i gestori sono divisi tra coloro che pensano che siano relativamente elevate e coloro che le considerano interessanti.

L’Italia non fa eccezione

Per il 44% dei gestori, l’indice milanese S&P/Mib oscillerà attorno agli attuali livelli nei prossimi sei mesi a fronte di un 22% che prevede un calo e del 33% convinto di un rialzo. La situazione di Piazza Affari non si discosta molto da quella del resto d’Europa, anche se è prevista minor volatilità, date le caratteristiche difensive del listino.

Le valutazioni sono considerate relativamente attraenti, in particolare nel settore bancario, che è supportato anche dai processi di fusione ed acquisizione in atto; tuttavia preoccupa il quadro congiunturale in deterioramento. Per questo, diversi gestori esprimono cautela sui titoli legati all’economia domestica.

Testa a testa tra euro e dollaro

Gran parte dei gestori (45,5%) prevede che il rapporto tra la moneta unica e il dollaro oscillerà attorno agli attuali livelli nei prossimi sei mesi, mentre il 27% stima un apprezzamento del biglietto verde e una percentuale analoga scommette sull’euro. E’ convinzione diffusa che il tasso di cambio rimarrà in un intervallo compreso tra 1,25 e 1,30.

Il doppio “no” di Francia e Olanda alla bozza di Costituzione europea non si prevede abbia effetti duraturi, mentre maggior sostegno al dollaro viene dal differenziale tra i tassi di interesse europei e americani. Tuttavia, gli squilibri sulle partite correnti e di bilancio statunitensi lasciano spazio a un ulteriore deprezzamento del biglietto verde.

Sul mercato obbligazionario, il giudizio dei gestori non si discosta da quello del mese scorso. Il 56% è convinto che i prezzi scenderanno in Europa e il 74% si attende un trend analogo negli Stati Uniti. Nel complesso i bond sono considerati sopravvalutati e mantenuti in sottopeso nei portafogli bilanciati. Il Vecchio continente continua ad essere preferito al Nord America, anche se nessun gestore si aspetta un aumento dei prezzi nei prossimi sei mesi.

Hanno partecipato al sondaggio 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 70% degli asset gestiti in Italia.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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