Gestori, dollaro fuori dal tunnel

Quasi la metà dei fund manager è convinta che la corsa dell’euro sia finita, ma è presto per una ripresa del biglietto verde. Balzano gli ottimisti sul Giappone, mentre Wall Street rimane il fanalino di coda. Peggiora il sentiment sul mercato obbligazionario europeo.

Sara Silano 08/02/2005 | 16:16
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Per il dollaro non è ancora tempo di riscatto, ma il peggio sembra essere alle spalle. Secondo il sondaggio condotto da Morningstar nella prima settimana di febbraio tra le principali case di investimento che operano in Italia, il 47,4% dei gestori è convinto che il rapporto tra l’euro e il biglietto verde si stabilizzerà attorno agli attuali livelli nel prossimo semestre, mentre solo un mese fa oltre la metà prevedeva un ulteriore apprezzamento della moneta unica. Il 21% si attende un’inversione di tendenza, percentuale in linea con la precedente rilevazione, ma quasi doppia rispetto a fine

2004.

Boccata d’ossigeno per il dollaro

Il budget americano per il 2006, che prevede una riduzione del deficit federale da 427 a 390 miliardi di dollari, e le parole rassicuranti del presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, hanno fatto rimbalzare il dollaro nei confronti delle principali valute internazionali. Per i gestori, la rielezione di George W. Bush alla Casa Bianca ha confermato la politica che favorisce nel breve un dollaro debole, almeno fino a quando la Cina non avrà rivalutato lo yuan; tuttavia molto dipenderà dai prossimi dati sui deficit gemelli (pubblico e commerciale) americani.

Il giudizio dei gestori sul rapporto euro/dollaro resta, comunque, contrastato. A ottobre, prima delle presidenziali americane, il 54% dei fund manager era convinto che la corsa dell’euro fosse al termine, poi è arrivata la nuova impennata post-elettorale, che ha costretto a rivedere le previsioni, fino all’ultimo sondaggio.

In luce la Borsa di Tokyo

Da inizio anno, l’indice Msci Japan ha guadagnato circa il 3% e la quasi totalità dei gestori intervistati da Morningstar nell’ultimo sondaggio è convinta che il rally continuerà. Secondo Anima sgr, la Borsa giapponese offre elementi di maggior interesse rispetto all’America e all’Europa in una prospettiva di lungo termine. Il mercato nipponico salirà nei prossimi sei mesi per l’85% dei fund manager contro il 75% che scommette sul Vecchio continente e il 50% che prevede un rialzo di Wall Street. Infine, il 73,7% è positivo su Piazza Affari, contro il 26% che stima una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. Rispetto a gennaio, è balzata la percentuale di ottimisti sul Giappone e su Eurolandia, mentre è rimasta stabile quella sugli Stati Uniti e sul listino italiano.

La Borsa nipponica è considerata attraente sia per le buone valutazioni dei titoli sia per il potenziale di crescita economica, legato in particolare alle esportazioni verso il continente asiatico. I mercati europei, invece, soffrono dell’incertezza macro, ma beneficiano del sentiment positivo degli investitori e della crescita dei profitti. Infine, Wall Street può contare sulla fase congiunturale espansiva e sulla ripresa dei processi di fusione ed acquisizione, ma sconta le alte valutazioni azionarie.

Prezzi in calo per i bond europei

Nell’ultimo mese, è scesa dal 20 al 5% la percentuale di gestori che si attende un ulteriore apprezzamento delle obbligazioni europee ed è aumentata dal 40 al 60% quella di chi prevede un calo. Per Emanuele Viganò, responsabile gestioni patrimoniali di Bipielle Fondicri sgr, il mercato è in eccesso di comprato, sostenuto dalla forza dell’euro che attira investimenti anche dai Paesi asiatici. E’ un dato di fatto, tuttavia, che la domanda nel Vecchio continente sia elevata, i tassi stabili e l’inflazione sotto controllo, tutti elementi che lasciano lo spazio alla crescita dei prezzi nel breve. Gli Stati Uniti sono accomunati all’Europa dall’ipercomprato, che rende pessimisti il 75% dei fund manager intervistati, mentre si differenziano per la politica monetaria, dal momento che la Federal Reserve ha imboccato da tempo la strada del rialzo dei tassi.

Hanno partecipato al sondaggio 20 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 60% degli asset gestiti in Italia.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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