Hedge fund al varco tedesco

Per l’industria degli investimenti alternativi si aprono le porte della Germania, grazie all’abbattimento delle barriere per i fondi esteri. Il Governo fa marcia indietro sulla proposta di riforma fiscale, che discriminava i prodotti stranieri.

Sara Silano 11/03/2003 | 18:02
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La Germania apre all’industria degli hedge fund. In un discorso pubblico, il Ministro delle finanze, Hans Eichel, ha detto che la politica governativa è volta ad incoraggiare lo sviluppo dei prodotti di investimento alternativo nel Paese. E il primo passo sarà l’abbattimento delle barriere per i fondi esteri.

Il dibattito sulla modifica della legislazione fiscale in Germania va avanti dall’anno scorso. In un primo tempo la direzione era quella di un trattamento paritario tra fondi esteri e domestici, poi sono state avanzate proposte che, se realizzate, avrebbero peggiorato la situazione. Tali progetti sono stati oggetto di aspre critiche da parte della Fefsi, la Federazione europea delle società di gestione, e di alcuni big del settore tra cui Fidelity. Inoltre, nel dicembre scor

so la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro la Germania.

Queste pressioni hanno spinto il Governo a fare marcia indietro. In una nota, Fidelity ha accolto con favore la decisione di eliminare le differenze di tassazione sui fondi, che farà della Germania uno dei Paesi all’avanguardia nel mercato unico dei servizi finanziari. Thomas Balk, presidente dello European mutual fund business di Fidelity, ha detto che anche agli altri governi verrà chiesto di seguirne l’esempio.

Attualmente, un risparmiatore tedesco, che investe in un fondo di investimento non domiciliato in Germania (anche se armonizzato) deve pagare una tassa sui ricavi pari al doppio di quella che verrebbe applicata sui ricavi derivanti da un fondo domestico. Il regime cambierà dal prossimo anno.

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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