"L'impatto che la produzione e i consumi hanno sull'ambiente, le disuguaglianze sociali, le inefficienze del sistema mondiale, hanno rivolto ai gestori una sfida", ha commentato Herman Kleeven, gestore del Sustenible Growth in una presentazione tenuta oggi a Milano, ponendo l'accento sulla necessità di una gestione condotta secondo tre dimens
ioni: pianeta, persone e profitto. In questa luce, il profitto nasce da un corretto e rispettoso rapporto con l'ambiente e le persone.
La sola selezione dei titoli sulla base di criteri negativi è stata sostituita dall'utilizzo di criteri positivi e successivamente -si parla ormai di prodotti etici di terza generazione- dall'approccio "best in class", secondo il quale non tutti i settori sono scartati a priori, ma, all'interno di ciascuno, si va alla ricerca delle società prime della classe, che cioè hanno comportamenti premianti e sono impegnate a promuovere iniziative volte a migliorare la situazione dei lavoratori, dell'ambiente, della società.
Rispondono a tali criteri anche società italiane? Su consiglio dell'advisor, il gestore potrebbe optare per Unicredito, Alitalia, Acea. Attualmente, il fondo, che opera dal 1999, non ha ancora alcun titolo italiano, segno forse che il made in Italy è meno socialmente responsabile dello straniero?
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