La chimera degli high yield

Rendono davvero come promettono? I fondi obbligazionari high yield mostrano variabilità di performance, e anche di raccolta. Colpa delle diverse politiche d’investimento seguite.

Maria Grazia Briganti 15/06/2001 | 13:46
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Vengono solitamente considerati l’ultima frontiera dell’investimento nel reddito fisso, in grado di promettere rendimenti più alti di quelli dei titoli di stato, con un rischio inferiore rispetto a quello che contraddistingue i mercati azionari. Ma i fondi obbligazionari ad alto rendimento non si sono sottratti alle altalene su cui sono saliti i mercati finanziari in questi mesi e al conseguente cattivo andamento della raccolta di maggio. All’interno della categoria Morningstar Obbligazionari High Yield, che raccoglie i fondi denominati in euro e in dollari -16 in tutto i fondi italiani- che investono in obbligazioni rischiose per solvibilità degli emittenti, quali società private e residualmente enti governativi di Paesi emergenti, il deflusso è stato di 73,8 milioni di euro: con segni di

versi da società a società. Altalenanti anche i rendimenti, colpa delle diverse politiche d’investimento seguite.

Più corporate o paesi emergenti? A differenza dei fondi che acquistano obbligazioni societarie di emittenti solide e affidabili, i cosiddetti corporate bonds, i fondi ad alto rendimento investono in titoli emessi da società che presentano un rating molto basso, solitamente inferiore alla tripla B, in termini di solidità economico-finanziaria e che pertanto promettono di ottenere un rendimento più elevato. Il successo sul mercato dell’offerta di tali titoli di debito dipende dal livello di remunerazione differenziale - rispetto ai titoli di stato - che la società è in grado di offrire ai sottoscrittori per indurli a preferire l'obbligazione societaria più rischiosa del titolo di stato solitamente privo di rischio. La solidità economico-finanziaria della società è la variabile determinante: se il rischio di insolvenza, così come espresso dal rating redatto dalle agenzie specializzate, è basso, i punti percentuali in più che essa dovrà garantire rispetto ai titoli di stato saranno contenuti. Se invece il rischio è alto, la società dovrà pagare tassi di interesse più allettanti. All'interno dell'area euro, il settore più rischioso si è dimostrato quello dei telefonici, come evidenziato dal downgrade assegnato da Moody's alle obbligazioni emesse da società ad esso appartenenti. Il motivo è presto detto: secondo l'agenzia di rating si tratta di un settore giovane che più di altri è soggetto al rallentamento economico a causa degli alti livelli di indebitamento.

Sempre più spesso però i fondi obbligazionari high yield investono parte del loro portafoglio anche in emerging markets bond, cioè in obbligazioni di enti governativi di paesi in via di sviluppo che in termini di rischio /rendimento sono simili alle obbligazioni high yield, ma il cui andamento è legato soprattutto all'economia e alla stabilità politica del paese emittente. È il caso di Aureo Alto Rendimento, il top performer tra i fondi della sua categoria Morningstar, che ha puntato molto sul Messico, paese che a marzo 2000 ha ricevuto dalla società Moody's un upgrade, cioè un giudizio positivo, sul debito governativo. Il rendimento a un anno è del 18,5% e scende all'11,5% se si considera il risultato da inizio 2001.

Più contenuti i risultati degli altri fondi a un anno, tra i quali spiccano le performance di Optima Obbl. High Yield (+7%), di F&F Corporate eurobond (+6,7%) e di Spazio Corporate Bond (+4,8%). L'ultimo della classe è Gestielle High Risk Bond che perde più del 14% in un anno. Spiccano invece i risultati dei fondi della categoria che investono in dollari: si tratta di Personal High Yield, (+12%), Putnam Global High Yield (+9.5%) e Rominvest N. A. Corporate Bonds (+13,8%), che hanno beneficiato del clima positivo innescato dai tagli della Fed e dell’apprezzamento del dollaro. Alla base di risultati così differenti c’è sicuramente la diversa politica di investimento seguita dai diversi money manager, come si nota dall’analisi delle schede dei fondi menzionati.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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