Etica e profitti a braccetto

I fondi etici registrano performance superiori alla media dei fondi appartenenti alla stessa categoria Morningstar. Ma continuano a raccogliere poco. Oggi in Italia costituiscono l’1% dell'industria complessiva dei fondi comuni d'investimento.

Maria Grazia Briganti 08/06/2001 | 12:23
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Dal 1990, anno in cui in Italia ha visto la luce il primo fondo etico della sgr del gruppo Sanpaolo, l’offerta italiana in campo di finanza etica non è andata molto lontano: all’incirca solo una decina di fondi ha come obiettivo quello di conciliare morale e profitto. Altrove l’impresa non è considerata impossibile, a giudicare dai miliardi gestiti dai fondi etici americani ed europei, che raccolgono percentuali sempre più rilevanti del totale in gestione. In America, in particolare, i fondi socially responsible sono quasi 200 e costituiscono più del 13% dell'industria dei fondi comuni, con duemila miliardi di dollari di assets su un totale di 16,3 mila

miliardi gestiti in fondi. Meno numerosi sono i fondi etici presenti in Europa, in tutto 175, di cui 60 nel solo Regno Unito. I numeri italiani sono di tutt’altra consistenza: tredici fondi etici, poco più dell'1% sul totale dei fondi esistenti. Ma il fenomeno è in espansione perché tutte le case di gestione si stanno dotando di questo tipo di prodotto.

Cosa c’è dentro un fondo etico

Nel pentolone dei fondi definiti etici confluiscono diversi prodotti. I fondi etici in senso stretto sono quelli per i quali la qualifica va intesa relativamente agli impieghi, ovvero alla selezione delle società o degli emittenti che entrano in portafoglio. Tale selezione si può ispirare a criteri d'inclusione o di esclusione: rientrano nel primo gruppo i fondi che, scegliendo un approccio positivo, decidono di investire in società e Stati impegnati nello sviluppo sociale e ambientale, in iniziative che promuovono la dignità e i diritti delle minoranze, ma anche la valorizzazione delle risorse umane e la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’azienda. Sicuramente più facile risulta costruire un portafoglio escludendo titoli di società la cui attività è legata alla fabbricazione e al commercio di armi, tabacco e alcool, lo sfruttamento del lavoro minorile, la violazione dei diritti umani, la pornografia, le discriminazioni: sono i fondi che appartengono al secondo gruppo. Fondi etici in senso stretto sono tre fondi Sanpaolo -due obbligazionari e un azionario-; sono rivolti prevalentemente all'ambiente Green Equity Fund, Gestnord Ambiente, Sanpaolo Salute e Ambiente e gli ultimi nati Ducato Ambiente e Ducato Civita. Bnl per Telethon, invece, è l’unico fondo etico sia dal punto di vista della selezione che della devoluzione dei contributi alla solidarietà.

Sono definiti etici in senso lato quei fondi che investono in maniera tradizionale e la cui responsabilità sociale si perfeziona nella devoluzione di una percentuale sui rendimenti o sulle commissioni volte a finanziare iniziative di solidarietà sociale. È questo il caso dei fondi obbligazionari Azimut Solidity, Fondicrì Roma Caput Mundi, Ras Cedola e dell'azionario Nordfondo etico. Il primo devolve lo 0,24% del patrimonio in gestione a otto associazioni partner, quali l’Unicef, la Lega Tumori, i Missionari Carboniani, a cui si aggiunge il contribuito diretto e volontario da parte dei sottoscrittori. Finalità artistico-culturali ha invece il fondo Caput Mundi, che per conto del sottoscrittore all’atto dell’adesione versa 500 mila lire all’omonima associazione romana impegnata nella salvaguardia e nel restauro delle bellezze artistiche della capitale, mentre Ras Cedola devolve parte dei guadagni all’associazione Cipsi.

Il rating etico

Chi controlla che la società in cui il fondo investe è socialmente responsabile o che il management del fondo è sempre disposto a rinunciare a investimenti redditizi se questi sono non socialmente corretti? La credibilità dell’investimento, così come percepita dall’investitore, è indubbiamente un must che la gestione deve rispettare perché questo tipo di prodotti incontri sempre più il favore del pubblico. Uno strumento che viene in aiuto della gestione è il rating etico, cioè la certificazione da parte di appositi istituti di ricerca dell'attività svolta dalle aziende, come fanno Finetica e Avanzi in Italia. Anche gli indici appositamente creati per l'investimento sociale possono fungere da guida all'inclusione o all'esclusione di una società: il più famoso a livello internazionale è il Domini Social Index 400, ma dallo scorso ottobre è operativo l'Ethical Euro Index, il primo indice sociale a livello europeo che comprende 150 società selezionate sul vecchio continente. Infine, la possibilità di far sovrintendere a un apposito comitato la selezione dei titoli da acquistare, come quello di Bnl Telethon o dei fondi Sanpaolo presieduto dal cardinale Ersilio Tonini, mette il risparmiatore al riparo da scelte dettate dal profitto e non dal perseguimento di valori sociali.

Negli Usa il fenomeno dell'investimento etico ha assunto proporzioni tali che l'attivismo degli azionisti e l'opinione pubblica spesso incidono sul comportamento delle imprese e possono causare seri danni economici a quelle aziende che manifestano comportamenti non eticamente affidabili. Alcune associazioni, infatti, si sono investite del ruolo di controllori del benessere collettivo e hanno assunto una tale rilevanza nel veicolare la composizione degli indici etici, al punto da influenzare le politiche aziendali.

Quanto rendono i fondi etici

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Partendo dal presupposto che un fondo etico non viene scelto solo per la remunerazione ottenuta dall'investimento ma soprattutto per le finalità che persegue, i dati ci dicono che investire in un fondo in cui gli obiettivi sociali delle imprese hanno la priorità sui dati di bilancio, non è affatto penalizzante per il sottoscrittore. Le performance dei fondi che selezionano i titoli eticamente corretti -e che quindi hanno a disposizione un range più ristretto di società o emittenti su cui possono investire- non appaiono per nulla penalizzate rispetto a quei fondi il cui portafoglio è realizzato nella maniera tradizionale. Tra i fondi etici i migliori a un anno sono tre fondi verdi, tra cui spicca Sanpaolo Salute e Ambiente (+18% a un anno) che rende il 2,2% in più della media della categoria Morningstar di appartenenza. A tre anni è il Green Equity Fund il fondo più remunerativo (+45,7%), seguito da Sanpaolo Azionario Internazionale (+43,6%). Quest'ultimo però, negli ultimi dodici mesi ha subito un forte calo (-23,8%) mentre la perdita dall'inizio dell'anno è scesa a -3,5%. Il più avaro di performance è invece Sanpaolo Obbligazionario Etico, che in tre anni ha guadagnato il 2,5% e lo 0,3% nell'ultimo anno. Un dato interessante è che quasi tutti i fondi, otto su undici esaminati, hanno dato risultati superiori rispetto alla media delle relative categorie Morningstar cui appartengono. Il motivo? Le società che operano nei settori legati all'ambiente, come quelle che si occupano del riciclo e dello smaltimento dei rifiuti e quelle che svolgono servizi volti a migliorare la qualità della vita sembrano essere diventate un nuovo e redditizio business.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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