Cosa aspettarsi da Piazza Affari nel terzo trimestre?

Le fusioni e acquisizioni bancarie potrebbero ancora sostenere il listino italiano nei prossimi mesi; cautela sul lusso.

Francesco Lavecchia 27/06/2025 | 15:13
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Punti chiave:

  • I gestori restano moderatamente ottimisti sulla performance di Piazza Affari, ma sottolineano i fattori di volatilità.
  • Tra i titoli preferiti dagli esperti ci sono quelli dei settori utility, finanza e telecom.
  • Prudenza sul lusso fino a quando non miglioreranno i consumi in Cina.

I gestori specializzati sul mercato italiano sono cauti sulle prospettive del terzo trimestre di Piazza Affari, a causa dell’aumento dei fattori di volatilità.

Dopo un primo semestre molto positivo, in cui il listino milanese ha guadagnato oltre il 16% sovraperformando la regione di circa 10 punti percentuali, i gestori sembrano orientati verso un appiattimento della performance di Piazza Affari sul rendimento dei principali mercati della regione.

Quali sono i fattori di rischio per Piazza Affari

L’incertezza legata alla politica commerciale degli USA resta un tema aperto. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso temporaneamente i dazi al 50% imposti alle importazioni dall’Unione Europea, ma la deadline del 9 luglio si fa sempre più vicina e il mercato resta in attesa di nuovi aggiornamenti sui negoziati tra le due parti. Il secondo grande fattore di volatilità è legato al possibile cambiamento degli equilibri geopolitici in Medio Oriente, che potrebbero avere implicazioni sul mercato delle materie prime energetiche.

La maggior volatilità attesa nel prossimo trimestre potrebbe non essere necessariamente un male, dice Andrea Scauri, gestore del fondo Lemanik High Growth vincitore del Morningstar Award 2025 come miglior fondo della categoria azionari Italia: “Eventuali drawdown a seguito di questi fattori potrebbero rappresentare buone occasioni per incrementare posizioni, anche alla luce di un possibile atteggiamento piu accomodante da parte della BCE che potrebbe continuare a sostenere l’equity europeo”.

I finanziari continueranno a trainare la piazza milanese?

Le previsioni di Stefano Ghiro, gestore del fondo Allianz Azioni Italia All Stars, sono di un rendimento del mercato italiano in linea con il resto dell’eurozona: “Le nostre previsioni si basano sul fatto che non ci aspettiamo grosse differenze di crescita economica dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei nel corso dei prossimi mesi. Tuttavia, siamo convinti che l’intera regione continuerà a benificiare del deflusso di capitali dall’America verso l’Europa”.

Anche Luigi Dompè, responsabile azionario Italia di Anima SGR e gestore del fondo Anima Italia, non si aspetta che Piazza Affari continui a sovraperformare la regione, ma sottolina le caratteristiche difensive del mercato italiano che potrebbero favorirlo nel caso dovesse riaccendersi la guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti: “Le valutazioni del mercato italiano si sono normalizzate rispetto a quelle degli altri listini europei. Per questo motivo, dunque, non crediamo ci sia un gap in termini di valutazioni da colmare. Non bisogna però dimenticare come la composizione settoriale del listino italiano rappresenti un potenziale punto di forza alla luce del peso rilevante dei titoli finanziari e delle utilities, che sono business prevalentemente domestici, e quindi indirettamente impattati dalle tariffe. In sintesi, Piazza Affari possiede alcune caratteristiche che potrebbero favorirne la sovraperformance in uno scenario di volatilità innescata dai dazi”.

Secondo Scauri, invece, la performance futura del mercato italiano dipenderà dalla tenuta del comparto bancario che, oltre ad essere quello maggiormente rappresentato nell’indice Morningstar Italy, con un peso del 42% sulla capitalizzazione di mercato complessiva, è quello più interessato dal processo di consolidamento: da una parte c’è l’offerta pubblica di scambio di UniCredit UCG su Banco BPM BAMI, e dall’altra c’è l’OPS di Banca Monte dei Paschi di Siena BMPS su Mediobanca MB e quella di BPER BPE su Banca Popolare di Sondrio BPSO, che hanno già ricevuto il semaforo verde da parte della Banca Centrale Europe. Gli occhi sono puntati anche su Mediobanca-Banca Generali, dopo che l’assemblea di Piazzetta Cuccia sull’OPS è stata rinviata al 25 settembre. “Nei prossimi 3/4 mesi si avrà maggiore chiarezza sulle operazioni di M&A che interessano il comparto e che potrebbero imprimere una nuova spinta al listino milanese, fino a quel momento le valutazioni del mercato italiano rimarranno sostenute dai maggiori flussi in ingresso”.

Quali sono i settori preferiti dai gestori per il terzo trimestre

Il primo semestre di Piazza Affari è stato caratterizzato dal rally dei bancari e delle utility. I due comparti, che pesano complessivamente per il 60% della capitalizzazione di mercato dell’indice Morningstar Italy, hanno guadagnato rispettivamente il 32,6% e il 20,43% grazie alle performance di titoli come UniCredit (+49,22%), Intesa Sanpaolo ISP (+28,95%) ed Enel ENEL (+19,75%). Dobbiamo aspettarci dunque un terzo trimestre in linea di continuità con quelli precedenti? Gli esperti non sono concordi su quelli che potranno essere i comparti su cui puntare nei prossimi mesi.

Dompè afferma che le sue scelte di investimento tenderanno a privilegiare il settore finanziario: “Siamo convinti che l’industria del risparmio gestito rappresenti ancora un’opportunità interessante di investimento per una serie di driver strutturali, come una più efficiente gestione dei risparmi ed il ricambio generazionale (passaggio in eredità di grandi patrimoni), che favoriscono il mondo del private banking. Più in generale, la nostra preferenza va alle società con una maggiore esposizione al mercato domestico ed europeo, come ad esempio quelle del settore delle telecomunicazioni, che potrebbero essere favorite da una fase di consolidamento”.

Secondo Ghiro di Allianz, i settori industriali, della tecnologia e delle telecomunicazioni presentano al momento un profilo rischio/rendimento più interessante. Per Scauri, invece, tra i comparti che hanno la possibilità di sovraperformare il mercato c’è quello delle utility, che potrebbe essere favorito in uno scenario di politica monetaria accomodante da parte della BCE, e quello dell’automotive, che, secondo il gestore di Lemanik, è arrivato ad un livello di stime degli utili probabilmente non piu comprimibili.

Gestori cauti su lusso e industria

Scauri continua a suggerire prudenza sul settore del lusso, nonostante le vendite registrate nel primo semetre abbiano deprezzato le valutazioni di titoli come Salvatore Ferragamo SFER (-27%), Moncler MONC (-1,68%) e Brunello Cucinelli BC (-3,98%): “Il comparto dei beni di alta gamma è probabilmente ancora quello meno attraente, per questo motivo continueremo ad avere un atteggiamento attendista fino a quando non si avranno segnali di ripresa di stimoli economici provenienti dalla Cina. Siamo molto piu selettivi anche per quanto riguarda le scelte di investimento che riguardano il settore bancario, con la nostra preferenza che va a favore di MPS”.

Dompè, invece, alla luce del rischio ancora concreto di una guerra commerciale tra USA ed Europa, predica prudenza sul settore industriale: “Questi titoli, oltre a soffrire per una crescita economica che stenta a decollare, sarebbero quelli maggiormente danneggiati in uno scenario di tariffe incrociate e da un possibile deprezzamento del dollaro, anche in considerazione della più ampia diversificazione del loro business a livello geografico”.


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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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