Il prezzo del petrolio non reagisce all’attacco USA all’Iran. Ecco cosa significa per i titoli del settore.

I fondamentali del mercato del greggio a livello globale sono cambiati poco. Per questo motivo la reazione è stata limitata.

Allen Good 23/06/2025 | 15:03
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Collage di immagini che rappresentano l'olje- och gasindustrin, con immagini che simboleggiano la produzione di gas o la hållbarhet.

I prezzi del greggio sono saliti solo dell’1% circa nelle prime contrattazioni di lunedì 23 giugno 2025, dopo che gli Stati Uniti hanno bombardato i siti nucleari iraniani nel fine settimana. Prima di questo rialzo, i prezzi del petrolio erano saliti di quasi il 21% nell’ultimo mese, rispetto al +9% registrato dalle azioni del settore petrolifero, come misurato dalla performance di Energy Select Sector SPDR Fund.

Perché è importante: Già dai primi attacchi di Israele, abbiamo considerato che l’estensione del conflitto in Medio Oriente avrebbe comportato un aumento dei prezzi del barile. E questo si è poi verificato nei fatti, con un prezzo del petrolio che ora è più alto rispetto all’inizio della guerra. Tuttavia, i fondamentali del mercato del petrolio a livello globale non sono cambiati di molto e questo si riflette nell’andamento dei listini azionari.

- Un’ampia offerta è disponibile per coprire la forte domanda stagionale. Nel frattempo, i futures sul petrolio sono ancora in calo, il che suggerisce che i prezzi del barile saranno più bassi.

- Certo, i futures sul petrolio sono notoriamente pessimi predittori dei prezzi effettivi futuri. Tuttavia, con l’OPEC intenzionata ad aggiungere volumi fino alla fine dell’anno, è più probabile che i mercati siano sovraccarichi di offerta e che le scorte siano più alte, il che peserà sui prezzi.

In conclusione: Non abbiamo alcuna idea del percorso dei prezzi del petrolio nel breve termine e non suggeriamo di acquistare o vendere titoli azionari del settore oil&gas sulla base di speculazioni su questo conflitto in rapida evoluzione. Possiamo invece continuare a evidenziare i titoli fortemente esposti al mercato del petrolio che sono sottovalutati sulla base della nostra ipotesi di lungo termine del prezzo del petrolio pari a 60 dollari al barile.

- Exxon XOM, scontata del 15% rispetto alla nostra stima del fair value, rimane la nostra scelta preferita, data la sua capacità di aumentare gli utili attraverso una combinazione di crescita dei volumi ad alto margine e riduzione dei costi. La maggior parte delle altre società petrolifere integrate viene scambiata in linea con il fair value.

- Sebbene sia sottovalutata, BP BP potrebbe essere in grado di ridurre rapidamente il debito grazie all’aumento dei prezzi del petrolio, ma i suoi errori strategici del passato continuano a tormentarla. A nostro avviso, Shell SHEL e Total TTE rimangono le opzioni europee più interessanti.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

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Info autore

Allen Good  Allen Good is a senior stock analyst covering the oil and gas industries.

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