ETF, i migliori e i peggiori di gennaio

Il mondo cripto rialza la testa, mentre crolla il prezzo del gas e scende il palladio.

Valerio Baselli 06/02/2023 | 09:54
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ETF

Secondo i dati Morningstar, a gennaio, tra il miglior Exchange traded product (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono più di 200 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o inversi).

Questi strumenti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.

I Top
La Top 12 di gennaio dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (ETP), è monopolizzata da ETP esposti a diverse criptovalute, in particolare a distinguersi questo mese è Solana.

Solana è una blockchain molto popolare che sta cercando di rivaleggiare con il titano degli smart-contract Ethereum, in particolare per assicurarsi un posto di primo piano nel mondo degli NFT e del web3. È fortemente incentrata sulla scalabilità grazie al suo consenso ibrido proof-of-history/proof-of-stake che mira ad accogliere un fiorente ecosistema di dApp.

Il token SOL della blockchain Solana aveva perso più della metà del suo valore in seguito allo scandalo FTX scoppiato lo scorso novembre, ma in questo inizio d’anno è riuscito a rimontare la china, passando da 8,4 dollari del 29 dicembre agli oltre 23 dollari di fine gennaio (il massimo storico è stato toccato nel novembre del 2021, quando ha sfiorato i 250 dollari).

I vari ETP esposti a SOL hanno fornito nel mese di gennaio dei rendimenti in euro che vanno dal 164% di Valour Solana (SOLVE) al 136% del VanEck Solana ETN A (VSOL), una differenza notevole. “Non possiamo conoscere esattamente quali fattori abbiano contribuito a una differenza di prestazioni all’interno dei prodotti su Solana”, commenta Arthur Krause, Director of ETP Product di 21.co, parent company di 21Shares; “tuttavia, in generale queste differenze sono spiegate dalle commissioni diverse che sono applicate su ogni prodotto oppure dalla percentuale di asset in staking e dalle rendite che questi generano. Questa seconda eventualità vale solamente per quegli asset basati su proof-of-stake”, spiega Krause.

Riguardo al mondo degli asset digitali e in particolare delle cripto, c’è da segnalare anche che lo scorso 29 dicembre è stata approvata definitivamente la legge di bilancio 2023 che introduce novità proprio riguardanti monete digitali e NFT, che vanno dalla valutazione alla tassazione delle cripto-attività, fino a un’imposta di bollo. In particolare, è prevista l’applicazione di un’aliquota del 26% sulle plusvalenze (come già avviene per gli altri strumenti finanziari).

A questo proposito, l’art.31 afferma che "non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante la permuta tra cripto attività aventi medesime caratteristiche e funzioni.” A quanto pare, quindi, la tassazione verrebbe applicata solo nel caso in cui si scambiasse una criptovaluta per una moneta a corso legale, come gli euro o i dollari. Se tale operazione portasse a realizzare una plusvalenza, allora si subirebbe una tassazione del 26%. Se invece si scambiassero Bitcoin per un’altra cripto, comprese le stablecoin, e si realizzasse una plusvalenza, quest’ultima rimarrebbe solo potenziale e non subirebbe tassazione fino a quando non sarà convertita in valuta avente corso legale.

E i Flop
La classifica relativa ai replicanti che hanno perso di più nel mese di gennaio, invece, vede i primi posti occupati da strumenti che tracciano il prezzo del gas naturale.

Un inizio d’inverno ben più mite della norma – in alcuni casi addirittura caldo – ha aiutato non poco a far calare la domanda: secondo i dati del centro analisi ICIS, nel quarto trimestre dell’anno la domanda di gas nei Paesi europei è scesa del 20% rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Questo ha portato il prezzo del gas sul mercato TTF a 56 euro a megawattora lo scorso 16 gennaio, sostanzialmente il livello di settembre 2021. Clicca qui per approfondire.

Anche sul mercato americano Henry Hub, sul quale gli ETC dedicati sono esposti, c’è stata una discesa nel valore spot da 3,52 a 2,65 dollari per MMBtu (un milione di British thermal unit, Ndr) a gennaio.

In discesa anche il Lyxor S&P 500 VIX Futures Enhanced Roll UCITS ETF (LVO), replicante dello S&P 500 Vix Futures Enhanced Roll Total Return Index, un indice che è rappresentativo di una strategia basata sulla volatilità attesa del mercato azionario statunitense (a breve e medio termine). In particolare, fornisce esposizione, al rialzo o al ribasso, ai movimenti dei contratti future quotati sul mercato CBOE (Chicago Board Options Exchange) e relativi alla volatilità attesa dell’indice S&P 500.

Undici punti in meno, infine, per il palladio, metallo industriale che sta vivendo una fase orso dal mese di ottobre 2022, che subisce – assieme al platino – l’ascesa dei veicoli elettrici, che peserà sulla domanda futura, in quanto, a differenza di quanto accade con i veicoli tradizionali a combustione, non hanno bisogno di questi metalli.

L’analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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