È il momento giusto per investire nei produttori di birra?

Le big del comparto devono fare i conti con la crescita dell’inflazione e la crisi geopolitica. AB InBev è quella scambiata ai prezzi più vantaggiosi, Heineken e Carlsberg viaggiano attorno al fair value.

Rentsje de Gruyter 13/09/2022 | 09:12
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C’è una buona notizia per gli investitori che vogliono posizionarsi sul settore della birra: il leader assoluto del comparto, AB InBev, è scontata del 40% rispetto al fair value di 80 euro. La società belga è l’unica tra i produttori di birra ad essere scambiata a prezzi convenienti. Il prezzo delle azioni Heineken e Carlsberg, rispettivamente le aziende numero 2 e 3 del settore, viaggiano sostanzialmente in linea con la stima del fair value degli analisti e sono valutate con un Morningstar rating di 3 stelle.

I tre titoli hanno sottoperformato da inizio anno il comparto beni di consumo difensivi in Europa, in particolare Heineken e Carlsberg hanno registrato perdite superiori al 10%. Ma cerchiamo di inquadrare meglio la situazione dei tre maggiori produttori di birra.

AB InBev
I risultati registrati quest’anno da AB InBev sono stati molto buoni: i ricavi sono aumentati nella prima metà del 2022 dell’11,5%, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, grazie a un +3% nei volumi di birra prodotta. Nonostante questo, il titolo non è stato premiato dal mercato, come testimonia il -6,76% accumulato da inizio anno. Secondo gli analisti di Morningstar, gli investitori sono rimasti delusi dalla incapacità dell’azienda di trasferire totalmente il costo dell’inflazione sui suoi clienti, che ha finito per pesare sui margini di profitto, e dalla debole performance di AB InBev in Nord America, dove si è registrato un calo dei volumi del 3,4%. Le aspettative sono per un ulteriore aumento dei prezzi, ma è incerto se questo si tradurrà automaticamente in un incremento dei ricavi o se i consumatori preferiranno passare a un’altra marca di birra più conveniente.

“AB InBev è l'unico produttore di birra ad avere un Economic Moat nella misura di Ampio per via delle enormi economie di scala, che le offrono un vantaggio di costo rispetto ai competitor, e del suo portafoglio marchi. La strategia di fusioni e acquisizioni portata avanti dal management si è dimostrata valida, ma gli investitori non dovrebbero aspettarsi nuove acquisizioni in tempi brevi. Il consolidamento di SABMiller ha richiesto molto più tempo del previsto, per questo ci aspettiamo di non vedere nuove operazioni per i prossimi due anni”, dice Philip Gorham, analista azionario di Morningstar (report aggiornato al 29 luglio 2022).

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Heineken
Heineken ha un ritorno sul capitale investito strutturalmente inferiore rispetto a quello di AB InBev. Inoltre, questo dato è peggiorato dopo la presentazione della nuova strategia aziendale che punta su crescita, profitto, efficienza del capitale e sostenibilità. Secondo gli analisti la recente contrazione dei margini di profitto è da attribuire al calo della domanda negli ultimi due anni a causa dei numerosi lockdown. Quindi, a causa di una variabile che si presume andrà a scomparire nel tempo.

La crescita futura potrà arrivare dalla "premiumizzazione" dei marchi (spostamento dei consumatori verso i prodotti a maggior valore aggiunto), che consentirà prezzi più elevati nei mercati sviluppati come Stati Uniti e Brasile, e dalle vendite di sidro, di cui Heineken è il più grande produttore al mondo e che registrano tassi di crescita più elevati rispetto alla birra. Tuttavia, dicono gli analisti, il vero problema dell’azienda è la riduzione dei costi. Il management ha presentato un programma che prevede un taglio da 2 miliardi di euro attraverso una riduzione del personale del 9% e una razionalizzazione dei costi operativi, ma questo obiettivo, aggiungono, potrebbe essere centrato solo attraverso la maggiore standardizzazione dei processi e nuovi investimenti nella digitalizzazione (report aggiornato al 19 agosto 2022).

 Heineken people

 

Carlsberg
Il numero 3 nel mercato della birra è in una posizione difficile poiché il suo mercato più grande (sulla base dei volumi di birra venduta e dei ricavi) è l'Europa occidentale. Questo significa che l’azienda danese deve affrontare una forte concorrenza che si traduce in prezzi bassi. Inoltre, la sua quota di mercato è inferiore al 10% nella maggior parte dei paesi europei e solo in Danimarca è superiore al 50%.

Oltre all'Europa, Carlsberg ha una forte presenza in Russia e in Cina, ma nonostante le difficoltà legate al conflitto in Ucraina e ai numerosi lockdown imposti da Pachino l’azienda è riuscita nel primo semestre a migliorare i margini di profitto rispetto allo scorso anno. I numeri, inoltre, dicono che il fatturato prodotto in Asia è salito del 12,2% nei primi sei mesi dell’anno. Questo dato, secondo gli analisti, è indicativo di come il consumo di birra continui ad aumentare in questa regione, al contrario, ad esempio, di quanto avviene in Europa occidentale. Inoltre, aggiungono gli analisti, Carlsberg potrebbe aumentare sostanzialmente i suoi profitti in Asia attraverso la premiumizzazione di alcuni dei suoi marchi (report aggiornato al 18 agosto 2022).

Carlsberg

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Anheuser-Busch InBev SA/NV56,12 EUR0,11Rating
Carlsberg A/S Class B954,20 DKK0,63Rating
Heineken NV91,40 EUR-1,51Rating

Info autore

Rentsje de Gruyter  è un giornalista freelance operativo in Olanda.

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