Fondi, chi ha vinto e chi ha perso nel 2020

Azionari energie alternative e tecnologia sono tra i migliori per performance; mentre in coda troviamo il settore petrolifero e l’America latina.

Sara Silano 14/01/2021 | 14:00
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I migliori e peggiori fondi nel 2020

Se pensate che smart working, commercio elettronico e cloud-computing abbiano portato il settore tecnologico in cima alla classifica dei rendimenti dei fondi nel 2020, siete sulla strada sbagliata. E’ vero, la pandemia ha cambiato il nostro modo di fare acquisti, organizzare riunioni e lavorare, ma la miglior categoria del risparmio gestito in Europa è stata un’altra, quella degli azionari energie alternative, che investono in segmenti come l’eolico, il solare, l’idroelettrico e il nucleare.

Migliori performance tra le principali categorie di fondi nel 2020

Allarme clima
La performance dell’equity sulle energie pulite, in euro, è stata superiore al 62%. La transizione verso le rinnovabili non è una novità del 2020, ma ha subito un’accelerazione per diverse ragioni, prima fra tutte le volontà politica di affrontare il cambiamento climatico, che nell’Unione europea è diventata una priorità con il Green deal, il piano per azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050. Inoltre, le differenze nei costi di produzione rispetto ai combustibili fossili si sono ridotte, se non addirittura annullate. Infine, i consumatori sono più sensibili alle tematiche ambientali, così come gli investitori. Tra quelli istituzionali cresce il numero di coloro che annunciano il disinvestimento da fonti fossili nei prossimi anni.

La trasformazione digitale
I fondi azionari del settore tecnologia si collocano al secondo posto per performance tra le principali categorie di fondi europee, con un rendimento medio del 36%. La diffusione del Covid-19 e le conseguenti misure di distanziamento sociale e restrizione agli spostamenti hanno spinto alcuni trend in atto da anni, come il lavoro da remoto e l’e-commerce, dando impulso alla trasformazione digitale. Secondo Grant Bowers e Matthew Moberg, gestori del team Franklin equity group (Franklin Templeton), “Il mondo si sta apprestando alla Quarta rivoluzione industriale, un tempo di cambiamenti epocali trainati dall’innovazione, che l’impatto del virus ha accelerato. Emergendo dalla crisi, il passaggio costante a soluzioni digitali sarà più importante che mai. Per il futuro ravvisiamo propulsori della creazione di valore in tutti i settori, quali sanità, fintech, consumi al dettaglio e attività manifatturiera”.

Confronto tra le Categorie azionarie energia alternative e tecnologia

La corsa delle azioni cinesi
La Cina è stata l’altra grande protagonista del 2020. Da lì è partita la pandemia, ma poi è riuscita a evitare la seconda ondata e si è ripresa prima e più rapidamente rispetto alle altre principali economie, aiutata da un notevole pacchetto di stimoli. La miglior categoria di fondi è stata quella che investe in azioni di classe A, ossia quelle quotate a Shanghai e Shenzhen, che ha messo a segno +31,97%. L’equity “Grande Cina”, che comprende le società quotate in Cina, Hong Kong e Taiwan, ha guadagnato circa il 28%.

Confronto tra le categorie Azionari Cina A-share classe e Grande Cina

Il rally dell’oro
Infine, sempre tra i migliori fondi europei del 2020 troviamo gli azionari con focus sul settore dei metalli preziosi (+27,29%), che hanno beneficiato del rally dell’oro. Secondo le previsioni di AssiomForex, l’associazione degli operatori dei mercati finanziari, “Le politiche globali di Quantitative easing (allentamento monetario) e i livelli crescenti di debito a tassi negativi, una quota di inflazione attesa non ancora scontata nei prezzi e la volatilità in rialzo del mercato azionario, oltre alla ripresa della domanda al dettaglio dei mercati emergenti dovrebbero limitare i cali del metallo giallo, creando i presupposti per possibili nuovi approcci alla soglia dei 2.000 dollari l’oncia. L’apertura alle politiche green dovrebbe anche sostenere le quotazioni di argento e palladio”.

Peggiori performance tra le principali categorie di fondi nel 2020

L’anno no dei fondi azionari energia
In fondo alla classifica delle principali categorie di fondi europei troviamo gli Azionari energia, che hanno accusato un ribasso superiore al 26% in euro. Per il petrolio, il 2020 è stato un anno “senza precedenti”, con le quotazioni Wti (West Texas intermediate) sul mercato americano che sono scese in territorio negativo a marzo. Secondo Dave Meats, responsabile della ricerca azionaria di Morningstar sul settore energetico e utilities, negli ultimi mesi dell’anno scorso si è cominciata a vedere qualche luce in fondo al tunnel e l’avvio delle vaccinazioni dovrebbe dare ulteriore impulso al settore.

Le valutazioni nel settore energetico

Nota: in base alla metodologia Morningstar dello Star rating per le azioni, cinque stelle indicano i titoli più sottovalutati rispetto al fair value, una stella quelli più costosi.

America latina fuori dal coro
E’ stato un anno da dimenticare per i fondi azionari America latina (-20,68%). La regione è stata colpita duramente dalla pandemia e non ha trovato lo slancio di altre aree emergenti dopo lo shock di marzo. A risollevare l’economia non è bastata la maggior domanda di materie prime della Cina e di altri paesi e la situazione rimane eterogenea, con il Brasile più vulnerabile, mentre il Messico potrebbe beneficiare dei commerci con gli Stati Uniti.

Confronto tra fondi azionari America latina e EM

Brexit non fa bene ai fondi
Hanno registrato rendimenti in euro negativi anche i fondi azionari specializzati sul Regno Unito. I peggiori sono stati quelli con focus sul reddito (-17,23%), seguiti dall’equity large-cap (-13,95%). Il 31 dicembre è terminato il periodo di transizione ed è stata evitata la cosiddetta hard Brexit, ossia un’uscita senza alcuna intesa con l’Unione europea, ma le trattative sono tutt’altro che concluse. Se guardiamo il grafico di crescita dell’indice Morningstar azionario della Borsa di Londra vediamo che ha fatto peggio di quello europeo con il divario che è andato ad allargarsi nel corso del 2020. La perdita è stata superiore all’11%. L’anno che si è aperto è ancora ricco di sfide legate non solo all’uscita dall’Unione, ma anche alla pandemia e alle dinamiche internazionali.

 

La Russia pesa sull'Europa emergente
Infine, ha chiuso il 2020 con ribassi a due cifre, la categoria dei fondi azionari Europa emergente (-14,62%). Sulla regione ha pesato la performance della Borsa russa, a causa del settore petrolifero. Le altre economie erano ben avviate prima della crisi da Covid-19, poi ne hanno subito le conseguenze come il resto del mondo. “La Polonia potrebbe rivelarsi un’isola felice grazie alle consistenti misure di stimolo fiscale e alla maggior integrazione nell’Unione europea”, si legge nelle previsioni di Allianz Global investors per il 2021. In generale, analogamente ad altri mercati, bisogna mettere in conto che le misure straordinarie delle Banche centrali e dei governi non dureranno per sempre, il che rappresenta un motivo di preoccupazione quando non ci saranno più.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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