Quando il gioco si fa duro, smetti di seguire il mercato

La volatilità delle Borse spesso spinge gli investitori a controllare frequentemente l’andamento del portafoglio. Il rischio è quello di volerlo rimettere in carreggiata se sta andando male. Ma può rivelarsi una scelta costosa.

Marco Caprotti 18/06/2020 | 09:07
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Ragionare nel lungo periodo, non guardare tutti i giorni gli andamenti dei mercati, non controllare quotidianamente i propri investimenti. Sono alcuni dei sistemi che da anni gli esperti di finanza e scienze comportamentali suggeriscono quando le situazione sui listini diventa particolarmente difficile. “In opere come Thinking, Fast and Slow, il premio Nobel all’economia Daniel Kahneman ha condensato decenni di lavoro che ha svolto per capire meglio il modo in cui pensiamo”, spiega Ben Johnson, direttore globale della ricerca ETF di Morningstar. “Nelle situazioni difficili dei mercati è importante sapere come siamo condizionati a rispondere alle diverse situazioni e i trucchi che ci possono evitare di soccombere ai nostri istinti”.

Lungo periodo
Uno è quello di ragionare nel lungo periodo, ricordano ad esempio che, in ampi spazi temporali, le azioni hanno fatto meglio dei bond. “Secondo i dati elaborati da Ibbotson SBBI, un dollaro investito nelle large cap Usa nel 1926 avrebbe portato a un guadagno di 7.353 dollari alla fine del 2017”, dice Johnson. “Se lo stesso dollaro fosse stato investito in treasury il guadagno sarebbe stato di 21 dollari”.

Avere in mente questo quadro, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente per tranquillizzare investitori che, magari, si stanno ancora leccando le ferite dopo la crisi finanziaria del 2007-2009. “La reazione di molti investitori ai ribassi dei mercati è viscerale”, dice Johnson. “La memoria di eventi che li hanno spaventati può avere un effetto duraturo sulla loro volontà di prendere dei rischi”.

Non guardare
Il pericolo, in questo caso, è quello di aver la tentazione di voler rimettere in carreggiata un portafoglio che, in quel momento, non sta andando bene. “Si tratta di una strategia che quasi mai dà dei buoni risultati, soprattutto in termini di costi”, dice Johnson. “Ci sono costi espliciti come le commissioni e le tasse, ma anche costi di opportunità come quelli in cui si incorrerebbe vendendo asset che ora stanno andando male, ma che poi iniziano a correre. Per questo è utile smettere di seguire spesso l’andamento del proprio portafoglio, ma anche le notizie quotidiane che arrivano dal fronte delle Borse”.

La questione, tuttavia, diventa più complessa per chi ha necessità immediate di accedere ai propri soldi perché, magari, va in pensione o perché ha in programma un acquisto costoso. “Queste persone dovrebbero pensare a un portafoglio conservativo”, dice Johnson. “Prima di tutto dà maggiori possibilità di venire incontro a esigenze immediate di spesa. Inoltre, essendo più resistente alla volatilità, riduce il desiderio di vedere come sta andando”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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