Sede di aziende multinazionali che rappresentano grandi marchi come Allianz, Siemens, Bmw e Daimler, la Germania è da sempre considerata la locomotiva dell’economia europea. Tuttavia, il 2019 verrà ricordato come il peggiore degli ultimi sei anni in termini di crescita: secondo l’ufficio federale di statistica tedesco, Destatis, l’anno passato il Prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,6%, il livello più basso dal 2013 (ha fatto peggio solo l’Italia con lo 0,1%).
Ciò nonostante, l’economia tedesca (al 3,2% di disoccupazione) è cresciuta per il decimo anno consecutivo, il periodo positivo più lungo della Germania unita. “La crescita ha comunque perso slancio nel 2019 ”, affermano gli analisti di Destatis. “Il Pil è stato sostenuto principalmente dalla spesa per consumi, mentre le esportazioni tedesche sono cresciute a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti”.
Secondo lo studio di Destatis, le prestazioni economiche sono aumentate nel settore dei servizi, ma appaiono in netto calo nell’industria. La produzione industriale tedesca rimane infatti in territorio negativo in maniera stabile dalla metà del 2018 e l’indice PMI manifatturiero (che mostra il sentiment dei responsabili degli acquisti nell’industria manifatturiera) si trova sotto il livello di 50 che fa da spartiacque tra ottimismo e pessimismo da ormai un anno. Il declino della crescita economica è parte di una tendenza osservata nel paese negli ultimi anni ed è stata esacerbata dalle tensioni commerciali globali che hanno colpito le esportazioni di beni, sulle quali si basa gran parte della forza tedesca. Anche l'industria automobilistica nazionale è stata sotto pressione a causa del rallentamento delle vendite di automobili e del passaggio alla produzione di veicoli più ecologici.
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