La fotografia mensile dell’industria dei fondi indicizzati (quotati e non) riserva sempre qualche sorpresa e conferma ancora una volta la volatilità di alcuni settori, su tutti quelle delle commodity e dei mercati emergenti. Questi strumenti, infatti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.
Secondo i dati Morningstar, a settembre, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 30 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Il mondo degli Etp
Nel mondo dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (Etp), troviamo una Top 5 quasi interamente dedicata al settore energetico. In particolare il petrolio, dopo un’estate travagliata, ha vissuto un mese di settembre più che positivo, con il Brent salito dell’8% (a 56,7 dollari al barile) e il Wti del 9% (a 51,5 dollari al barile) nel mese. Dietro a questo rimbalzo, la decisione dell’Arabia Saudita di tagliare la produzione giornaliera da 10,049 a 10,022 milioni di barili.
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