L’importanza delle valutazioni

Gli indici finanziari sono uno strumento utile per investire in azioni. Ecco alcune regole da seguire per non cadere nelle trappole di valore.

Francesco Lavecchia 24/02/2017 | 09:43
Facebook Twitter LinkedIn

Occhio alle valutazioni: dietro il rally di un titolo potrebbero nascondersi delle trappole. Scegliere un’azione che sia in grado di creare valore e coerente con le proprie esigenze d’investimento è solo la prima parte del lavoro quando approcciamo il mercato azionario. La seconda, ugualmente importante, è quella legata all’individuazione del giusto timing di uscita. Per evitare di commettere errori che potrebbero danneggiare il nostro portafoglio, dunque, non bisogna perdere di vista le valutazioni e confrontarle con i fondamentali della società.

Indici a confronto
Il modo più veloce per valutare un titolo è quello di guardare ai multipli come i rapporti Price/Earning (P/E), Price/Book value (P/BV) e Price/Sales (P/S). Queste misure differiscono per i parametri utilizzati nella loro analisi, rispettivamente fatturato, valore contabile, utili, ma la logica che li accomuna è la stessa: se sono inferiori alla media del settore o ai valori storici della società, vuol dire che probabilmente il mercato sta sottovalutando il reale valore dell’azienda.

Il P/E è calcolato come rapporto tra il prezzo corrente del titolo e gli utili per azione della società (si prendono solitamente quelli degli ultimi 12 mesi e si dividono per il numero di azioni in circolazione). Tale misura ha il limite della difficile comparazione tra le società. Gli utili netti, infatti, sono quello che resta del reddito prodotto dall’azienda dopo la gestione straordinaria e il pagamento delle imposte. Regimi fiscali diversi, dunque, potrebbero confondere gli osservatori sul reale valore delle società, ed è per questo che gli analisti sostituiscono solitamente l’utile per azione con il risultato operativo (Ebit).

Il P/BV è calcolato dividendo il prezzo corrente dell´azione per il valore di bilancio della società e mette dunque in relazione la valutazione del mercato con quello contabile dell’azienda. Per sua natura, ha il limite di essere poco utile nel valutare società che operano in settori a basso impiego di capitale come quelle dell’industria dei servizi e dell’information technology. Il P/S, invece, è dato dal rapporto tra capitalizzazione di borsa e fatturato (per azione) e indica quanto il mercato valuta i ricavi totali dell’azienda.

Valori elevati di questi indicatori segnalano che il mercato è particolarmente fiducioso sul futuro della società, cioè che ha elevate aspettative sulla crescita degli utili, del valore contabile e del fatturato. Spesso sono utilizzati dei parametri di riferimento per giudicare se un titolo è sopra o sottovalutato dal mercato: P/E superiori a 15, P/B maggiori di uno e P/S molto più grandi di due possono essere interpretati come segnali di grande fiducia. Bisogna però stare attenti a non cadere nelle trappole di valore: per questo conviene osservare alcune regole pratiche per analizzare meglio i numeri.

Le regole da seguire
La prima cosa da fare è confrontare il valore di questi indicatori con il loro andamento storico, in modo da capire se siamo in presenza di un trend crescente, decrescente e in che punto del ciclo economico dell’azienda ci troviamo. In genere se i risultati di un’azienda sono fortemente legati alle sorti dell’economia è più facile capire se l’azienda sta sovra o sottoperformando o se è lecito aspettarsi un periodo di espansione o di contrazione degli utili.

Il secondo esercizio è quello di comparare gli indicatori della società con quelli dei principali competitor e dei leader del mercato. In questo caso, numeri troppo più alti rispetto alla media potrebbero metterci in guardia sul fatto che il titolo sia scambiato a premio rispetto al suo valore reale.

Il terzo e più importante è confrontare gli indici P/E e P/B con il ROE (return on equity, calcolato come Utile/Patrimonio netto) dell’azienda. La contabilità aziendale ci insegna che entrambe le misure sono funzione crescente della redditività del capitale. Dunque, se valori elevati di P/E non saranno accompagnati da ROE generosi vorrà dire che il mercato sta sopravvalutando il titolo. Viceversa, se siamo in presenza di una redditività del capitale superiore alla media e multipli bassi, ci sono buone possibilità di investire in un titolo value. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures