Il Giappone torna ai blocchi

I problemi in Asia e in Europa, il rallentamento domestico e i dubbi sulla ripresa globale hanno fatto prevalere le prese di profitto sulla piazza nipponica. Ma la fiducia sta per tornare. 

Marco Caprotti 16/07/2015 | 12:21
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Vendite sul mercato cinese, incertezze legate alla crisi del debito greco, dubbi sulle prospettive di crescita globale ed economia domestica che non gira come dovrebbe. Sono diversi i motivi che nelle ultime settimane hanno impedito al Giappone di correre come avrebbero voluto gli investitori. L’indice Msci dedicato al Sol levante nell’ultimo mese (fino al 14 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,4% portando a +24,6% la performance da inizio anno. Gli andamenti, tuttavia, sono più il frutto dell’effetto cambio che non della fiducia degli operatori. Calcolato in yen, infatti, il paniere fa segnare -0,9% (+16,6% da gennaio). Le notizie macro con cui ha a che fare la prima economia sviluppata dell’Asia, del resto, consigliano prudenza.  

La Banca del Giappone (BoJ) ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita economica e di inflazione. Nell'anno fiscale che si conclude in Giappone a marzo del 2016 invece di registrare una crescita del 2%, Tokyo si fermerà all'1,7%, livelli considerati comunque buoni dopo decenni di stagnazione. L'inflazione è prevista in aumento dello 0,7%, in calo di solo lo 0,1% rispetto alle stime di aprile. 

La produzione industriale del Sol Levante è scesa in maggio del 2,1% su base mensile, in linea con le attese degli economisti, contro il 2,2% del dato preliminare e il progresso dell'1,2% registrato in aprile (-0,8% a marzo). Secondo la lettura finale diffusa dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, su base annuale il dato ha segnato un crollo del 3,9% in maggio dopo il progresso dello 0,1% in aprile (primo incremento in sette mesi).

Non piace il rischio
“Come la gran parte dei mercati azionari, anche quello giapponese in questo momento è in modalità risk-off, per via delle problematiche relative alla Grecia e dell’improvviso crollo del mercato azionario cinese”, spiega uno studio firmato da Cédric Le Berre di Union Bancaire Privée - UBP. “A sua volta, poi, il forte calo dei prezzi del petrolio e del mercato delle materie prime, causato dall’approccio avverso al rischio degli investitori, sta facendo aumentare l’incertezza in merito alle prospettive dell’economia globale. Nel mercato si sta verificando un circolo vizioso e i titoli azionari nipponici non ne sono immuni. Tale situazione è rafforzata, poi, dal fatto che a fine giugno l’azionario giapponese ha toccato un nuovo massimo per quest’anno, con il Topix che il 24 giugno è arrivato a quota 1679,89 punti. Le prese di profitto hanno fatto scendere il mercato azionario, per la prima volta in sei mesi”.

Le aziende ci credono
L’elemento positivo è che è tornata a crescere la fiducia delle aziende del Sol Levante, come ha evidenziato l'indice Tankan, stilato trimestralmente dalla BoJ con un sondaggio fra 10.500 aziende. Il dato relativo al secondo trimestre 2015 mostra, infatti, una crescita a 15 punti rispetto ai 12 punti del quarto trimestre 2014, del primo trimestre 2015 e del consensus. La componente che valuta le prospettive dell'indice è cresciuta da 10 a 16 punti (nove punti nel quarto trimestre 2014) e contro i 14 punti attesi dagli economisti. Significativo il dato sul cosiddetto Capex. A livello intersettoriale, infatti, si registra un progresso della propensione agli investimenti del 9,3% (valore più elevato dalla fine del 2007), contro il 4% del consensus (nel sondaggio di marzo la lettura era stata negativa per l’1,2%).

“Una volta che il mercato avrà digerito gli ordini di vendita provenienti dall’avversione al rischio degli investitori, ci aspettiamo una ripresa sana dell’azionario nipponico”, dice Le Berre. “Inoltre, la maggiore partecipazione a livello domestico nel mercato azionario, guidata dal fondo pensione del governo giapponese (GPIF), potrebbe dare alla Borsa una capacità di ripresa migliore, specialmente se comparata con listini che sono dominati da flussi esteri”.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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