La locomotiva tedesca prosegue la corsa

Secondo Tim Albrecht (Deutsche AWN), Francoforte resta una piazza interessante, soprattutto dopo la recente correzione. Da preferire le aziende votate all’export.

Valerio Baselli 08/07/2015 | 10:30
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Germania a due velocità. Dopo il rally di inzio anno, il Dax ha perso il 6,8% nel secondo trimestre, portando la performance da inizio anno a +14% (dati in euro al primo luglio). Una correzione che c’è stata su tutti i mercati del Vecchio continente, anche se più contenuta (l’indice Msci Europe ha lasciato per strada il 2,1% da aprile a giugno).

“Pensiamo che questa sia una fase di consolidamento, ma restiamo ancora molto positivi sul lungo termine per quanto rigurda il mercato tedesco”, commenta Tim Albrecht, responsabile azionario tedesco per Deutsche AWM. “Ci aspettiamo un miglioramento degli utili aziendali nel secondo semestre dell’anno, il che di norma è correlato positivamente con il mercato azionaro. Inoltre, le valutazioni equity del mercato tedesco sono interessanti a nostro avviso, soprattutto dopo la correzione. Ci sono stati ribassi anche su altri mercati, ma crediamo che anche rispetto ad altre classi di attivo le azioni tedesche siano interessanti”.

Lo scenario macro
Dopo aver segnato una forte ripresa dalla crisi del 2008, la Germania ha viaggiato a piccoli passi dal 2012. Ma, nel complesso, l’indebolimento dell’euro, i prezzi bassi dell’energia e le condizioni di finanziamento più facili in tutta l’Eurozona potrebbero creare le premesse per un’accelerazione della crescita del Prodotto interno lordo nel breve periodo.

“Ci aspettiamo un lieve miglioramento dei tassi di crescita osservati all’inizio dell'anno: del 2,1% nel terzo trimestre e del 2% nel quarto, il che significherebbe un tasso di crescita totale nel corso del 2015 dell’1,7%”, afferma Albrecht.

Secondo le ultime stime dell’Ocse, è previsto un rafforzamento della crescita economica, guidata dalla domanda sia interna che esterna. Gli investimenti delle imprese dovrebbero tornare ai livelli pre-crisi, man mano che la capacità produttiva si espande. Il tasso di disoccupazione, già basso, dovrebbe ridursi ulteriormente, mentre l'inflazione dei prezzi al consumo dovrebbe aumentare nel corso dell’anno e nel 2016.

Il peso dell’export
Tuttavia, le dinamiche interne, seppur importanti, perdono peso se si conta la spiccata vocazione all’export delle imprese quotate a Francoforte. L’indice Dax, infatti, non è necessariamente la proxy migliore per l’economia domestica tedesca, dato la forte fetta di fatturato derivante da paesi esteri. I settori chimico e automobilistico costituiscono il 40-50% dell’indice. Alcuni dei componenti più importanti, come Daimler o Bayer, incassano la maggior parte delle loro entrate da altri Stati europei o dalle economie emergenti, quindi la redditività di queste società è meno sensibile agli sviluppi domestici.

Detto ciò, la Borsa tedesca, come tutte quelle dell’Eurozona, ha tratto profitto dal programma di Quantitative easing lanciato a marzo dalla Bce, che assieme al taglio dei tassi d’interesse ha, tra l’altro, indebolito l’euro, dando una grossa mano alle aziende esportatrici.

Inoltre, il crollo nel prezzo del petrolio avvenuto tra novembre 2014 e aprile 2015 ha dato un’altra grossa mano agli utili aziendali tedeschi. Secondo la Commissione europea, più del 50% dell’economia tedesca dipende da fonti energetiche fossili come il greggio e il natural gas.

Tuttavia gli investitori devono essere consapevoli che i prezzi dell'energia sono altamente volatili e che possono ritrovare rapidamente il terreno perduto, il che rappresenta uno dei principali rischi legati ad aziende cicliche.

Il rischio politico
I pericoli, comunque, sono anche legati allo scenario politico. “Un rischio è certamente rappresentato dalla situazione finanziaria nella zona euro”, commenta Albrecht. “La situazione greca continua a creare molta volatilità. Altri paesi europei devono continuare con i loro programmi di austerità, ma vediamo in questo senso i primi segnali di miglioramento. Senza dimenticare che c’è ancora una crisi in corso tra Russia e Ucraina e una soluzione politica sarebbe importante nel lungo termine”.

“Sul lato economico un calo più forte del previsto dell’economia cinese creerebbe dei rischi per la Germania, poiché Pechino è un importante partner di esportazione. Finora, comunque, la domanda derivante dalla Cina è ancora solida”, ha poi concluso il gestore di Deutsche AWM.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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