Chi mette la Grecia alla porta

Il rifiuto di Atene all’accordo con i creditori internazionali aumenta le probabilità di un’uscita del paese dalla moneta unica. Ma nessuno vuole prendersi la responsabilità. 

Marco Caprotti 06/07/2015 | 11:14
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La Grecia si avvia veramente verso l’uscita dall’Eurozona? L’ipotesi, che fino a prima del referendum con cui il paese è stato chiamato a dire la sua sull’ultimo piano di aiuti veniva solo ventilata, ha iniziato a prendere corpo a mano a mano che si procedeva con lo spoglio delle schede che hanno dato, con il 61%, la vittoria ai “no”.

Quello che succederà da qui in poi è punto interrogativo al quale gli analisti delle banche d’affari cercano di dare una risposta, per altro incompleta, visto il continuo divenire della situazione. Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande, hanno richiesto una riunione di emergenza dei premier dell’Eurozona per martedì pomeriggio. Oggi ci sarà una conference call fra i membri dell’Euro Working Group (un organismo che affronta le questioni economiche e che supporta l’Eurogruppo nelle discussioni). Sempre martedì ci sarà la riunione dei ministri finanziari della regione. Guardando il calendario dei prossimi giorni salta anche all’occhio la data del 20 luglio, giorno in cui scadranno i termini per rimborsare una rata di prestiti della Bce (mentre l’Fmi è già alle prese con un ritardo).

Intanto in Grecia…
In Grecia, nel frattempo, il ministro delle finanze, Yannis Varoufakis, ha annunciato le sue dimissioni per agevolare, ha detto, le trattative sul debito fra il paese e i creditori che, pare, non vedevano di buon occhio il ministro. Efklidis Tsakalotos, attuale vice-ministro degli Esteri greco, sarebbe stato indicato come sostituto ad interim. Lo ha rivelato la stazione televisiva Alpha Tv, facendo riferimento a fonti governative. La stessa stazione televisiva ha annunciato anche le dimissioni di Georges Chouliarakis dal suo incarico sempre al Ministero delle finanze. Chouliarakis ha guidato la task-force del Governo greco all'ultimo round di trattative con i creditori internazionali. Intanto, ad Atene è iniziato l'incontro tra il presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos, e i numeri uno di tutti i partiti ellenici (eccetto la formazione di destra, Alba Dorata), alla presenza del premier Alexis Tsipras. Durante il meeting si dovrà fare il punto, oltre che sul nuovo Ministro delle finanze e la nuova task-force per le trattative, anche sui programmi e gli obiettivi per gli incontri con l'Eurogruppo.

Arriva la Grexit?
“La nostra opinione è che la vittoria del “no” porterà all’uscita della Grecia dall’euro, spiega un report firmato dagli analisti di Exane Bnp Paribas. “L’elemento bizzarro è che nessuno vuole dichiarare la Grexit. Anche se si riuscisse a trovare un accordo con l’attuale governo greco, sarà difficile farlo accettare ai singoli parlamenti nazionali, come ad esempio il tedesco Bundestag”. Non va poi sottovalutato il ruolo della Bce. L’Eurotower da sola non può decidere sulla permanenza di uno stato nel perimetro della moneta unica. Tuttavia, se la Grecia non dovesse pagare la rata del 20 luglio e se non ci dovessero essere segnali politici accomodanti da parte di Atene, l’istituto guidato da Mario Draghi potrebbe ritenersi in diritto di chiudere i rubinetti del credito alle banche elleniche. Nel frattempo i greci, a corto di soldi, dovrebbero introdurre una moneta alternativa. Di fatto, tutto questo sarebbe una Grexit. Una possibilità che, ad esempio, SocGen dà al 65%.

Nel frattempo la Bce deve vigliare sul resto dell’Eurozona. “Nel caso in cui la situazione della Grecia avesse un impatto negativo sull’economia della regione attraverso un peggioramento delle condizioni finanziarie, secondo noi la Banca centrale manterrà fede alle sue promesse”, spiega un report firmato dagli economisti di Nomura. “Quindi modificherà l’ammontare, il ritmo o la formula del Qe per arrivare, se necessario, a una politica monetaria più accomodante”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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