Seduta nervosa per l’Europa che, dopo un tentativo di recupero, ha chiuso in territorio negativo. Per gran parte della giornata hanno pesato le incertezze sulla Grecia (con l'imminente scadenza del prestito Fmi da 305 milioni) e l’impennata dei rendimenti sull'obbligazionario. Poi l’Fmi ha raccomandato alla Federal Reserve di temporeggiare fino alla prima metà del 2016 prima di alzare il costo del denaro e pian piano le Borse sono migliorate per poi scivolare di nuovo.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -1,15%, il petrolio sotto i 60 dollari ha penalizzato Eni e Tenaris. Ma il caso del giorno è stato quello di Saipem, crollata dopo le indiscrezioni di un aumento di capitale finalizzato a ristrutturare il debito da 6 miliardi. Giù anche Enel e A2A. In controtendenza Pirelli, grazie alle voci di hedge fund che punterebbero a un aumento del prezzo d'Opa. In salita Telecom Italia.
New York scende
Wall Street, partita male, sta cercando di recuperare. Intanto dal fronte macroeconomico americano è arrivato il dato sulla produttività nel primo trimestre, rivista ampiamente al ribasso (-3,1% da un -1,9% preliminare). Gli investitori continuano a domandarsi quale sia il reale stato di salute dell’economia Usa dopo un primo trimestre in frenata e quali saranno le mosse della Federal Reserve, impegnata a capire quando iniziare ad alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006. Il mercato del lavoro, intanto, resta tonico: le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese più delle previsioni. Per domani è atteso il rapporto sull'occupazione di maggio. L’Fmi, intanto, ha tagliato le stime sul Pil americano che quest’anno dovrebbe segnare +2,5%.
Sui mercati obbligazionari i fari sono puntati stati puntati anche oggi sul sell-off dei bond sovrani dell'Eurozona (in particolare i Bund tedeschi) a cui, per il momento, i Treasury riescono a resistere. Gli investitori stanno ancora digerendo le parole di ieri del governatore della Banca centrale europea Mario Draghi, secondo cui bisogna abituarsi alla volatilità delle obbligazioni governative.
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