Wall Street viaggia all’insegna dell’incertezza ma non disdegna qualche strappo al rialzo. Gli investitori, insomma, preferiscono stare alla finestra in una giornata priva di dati macroeconomici, mentre attendono (all’una di notte italiana) alcune dichiarazioni del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke. Qualcuno si aspetta un’apertura all’uso di nuovi strumenti per mantenere i tassi di interesse ai minimi storici ancora più a lungo. Altri, invece, non prevedono novità: avendo ancora da gestire due meeting prima della fine del suo mandato (quelli di dicembre e di gennaio) è improbabile, dicono, che il governatore prenda decisioni determinanti.
Europa negativa
Nel Vecchio continente, dove gli indici di Eurolandia hanno chiuso con il segno meno, gli investitori hanno preferito prendere profitto dopo che l’equity è arrivato ai valori massimi dal 2009. La scusa sono state le nuove stime dell’Ocse sulla crescita mondiale. L'Organizzazione ha rivisto le previsioni per il Pil globale al ribasso di circa mezzo punto, sia per il 2013 sia per il prossimo anno, indicandole a +2,7% e a +3,6% rispettivamente contro +3,1% e +4% delle previsioni di maggio. Per il 2015 l’outlook è di una crescita del 3,9%. Per i paesi Ocse le stime per il Pil sono di +2,3% nel 2014 dopo + 1,2% nel 2013, in linea con quanto previsto a maggio e di +2,7% nel 2015. In Borsa hanno sofferto soprattutto i titoli finanziari, sempre molto sensibili alle prospettive della congiuntura.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -1,77%, la seduta è stata caratterizzata dalla debolezza delle banche in linea con il resto del segmento europeo. Le vendite hanno colpito anche Saipem dopo il buono spunto di ieri. Qualche presa di beneficio e la prudenza degli analisti sulle prospettive del gruppo per i prossimi due anni hanno innescato le vendite sul titolo della società di servizi per l’industria petrolifera. In retromarcia anche Mediaset, su cui hanno pesato le preoccupazioni relative a un aumento della spesa per i diritti tv del calcio.
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