L’oro dei poveri

Dopo aver dato fondo ai risparmi, molti italiani dismettono i gioielli di famiglia. Ma il metallo giallo brilla meno, mentre suona l’allarme anche per un altro bene reale, la casa.

Sara Silano 26/04/2013 | 11:47
Facebook Twitter LinkedIn

Compro oro. Negozi di questo tipo hanno aperto un po’ in tutta Italia e non sono il simbolo di un paese che vive nel benessere. Al contrario, gli italiani vendono i gioielli di famiglia perché non arrivano alla fine del mese.

Le statistiche si sprecano: siamo al 22esimo posto per salari su un totale di 34 nazioni che aderiscono all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo), ultimi tra i big persino dietro la Spagna (25.303 dollari in media contro 27.500). Secondo i dati della Banca d’Italia, il 65% delle famiglie fatica a procurarsi il necessario per vivere e il 18% non ha accesso al credito.

L’indice di povertà (Misery index) della Confcommercio è raddoppiato tra l’inizio del 2007 e il 2013. Si stima che i poveri saranno oltre 4 milioni nel 2013 rispetto ai 3,5 milioni certificati dall’Istat per il 2011. Dai tedeschi ci separano 10 mila euro di reddito pro capite (fonte Bce).

Fuori tutto
Dopo aver dato fondo ai risparmi, molti italiani dismettono monete e oggetti preziosi. Secondo i dati dell’Associazione nazionale di tutela del settore, i Compro oro sono 28 mila in Italia, per una media di un negozio ogni 6-7 mila abitanti. Il volume d’affari ammonta a circa 10 miliardi di euro l’anno. Per il metallo giallo, però, i tempi migliori sembrano essere finiti. La correzione dei prezzi degli ultimi giorni è stata la più forte dagli anni Ottanta, tanto che alcuni economisti l’hanno definita “molto preoccupante”, perché l’orientamento del mercato è passato dalla propensione all’acquisto a quello alla vendita.

Casa, il mutuo non c’è
Suona il campanello d’allarme per un altro “bene reale”, ossia (non finanziario), la casa. Circa il 70% degli italiani è proprietario, media più alta del resto d’Europa, ma il Belpaese ha anche il primato della più elevata pressione fiscale sugli immobili. Inoltre, il numero di sfratti è aumentato vertiginosamente tra il 2007 e il 2011 e il 90% di questi è per morosità causata da crisi e perdita del posto di lavoro.  A completare il quadro, c’è la riduzione delle erogazioni di mutui. Secondo un’indagine di Facile.it e Mutui.it, negli ultimi sei mesi, solo il 5% delle richieste è stata accolta. Per gli operai resta poco più che un miraggio e i tempi per ripagarlo sono i più lunghi: 28 anni.

Conti insostenibili
E’ una magra consolazione che a febbraio il tasso di disoccupazione sia diminuito rispetto a febbraio (-0,1%) perché rimane comunque  dell’11,6%, sopra la media Ocse. L’Istat ha rilevato 2 milioni 971 mila disoccupati, con un incremento annuo del 15,6%. Mentre le stime del 2013 sul rapporto debito pubblico/Pil (Prodotto interno lordo) sono state riviste al rialzo al 130,4%, record dagli anni Venti, quelle sulla crescita hanno subito un ribasso. Nel 2012, il Pil è sceso del 2,2%, mentre per quest’anno il Fondo monetario internazionale prevede un -1%. Il rischio grosso è che la ripresa non arrivi neppure nel 2014; intanto i costi sociali e politici sono sempre più alti e insostenibili per chi cerca nel quotidiano di fare quadrare i conti familiari. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures