Gestori, rischio-Italia per Piazza affari

 Le previsioni per il Belpaese sono peggiorate ma non fanno aumentare il pericolo di un contagio per l'Europa. Wall Street tira il fiato, mentre l'Asia si prepara al riscatto. 

Sara Silano 11/04/2013 | 11:42
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I gestori bocciano l’Italia per l’incerta situazione politica, ma non temono un rischio di contagio per l’Europa. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto tra le principali società di gestione e intermediazione che operano in Italia. Sulla strategia di investimento, le posizioni non sono unanimi. Da una parte c’è chi preferisce assumere un atteggiamento prudente di fronte alla prospettiva di un aumento della volatilità; dall’altra c’è chi considera i possibili ribassi come un’occasione per incrementare la posizione azionaria.

L’Europa si affida alla crescita globale
A partire dalla seconda metà di marzo, i mercati europei sono scesi a causa delle nuove tensioni sul debito sovrano generate soprattutto da Cipro e dalla Slovenia. I gestori non escludono volatilità nel breve, ma preferiscono concentrarsi sulle prospettive di medio periodo. Le valutazioni dei titoli azionari restano interessanti, dal punto di vista dei bilanci aziendali, e molte società possono beneficiare dell’esposizione alla crescita mondiale. Per questa ragione, il 68,8% degli intervistati si aspetta un rialzo delle Borse nei prossimi sei mesi a fronte di un 12,5% di pessimisti.

Italia, così non va
Rispetto a marzo, le previsioni per l’Italia sono peggiorate. Oltre il 31% dei gestori si aspetta un ribasso nei prossimi sei mesi (nessuno a marzo) e un altro 25% prevede l’oscillazione attorno agli attuali livelli. Gli ottimisti sono passati dal 43 al 37,5%. La principale preoccupazione riguarda l’instabilità politica, la difficoltà a formare un governo e l’ipotesi di nuove elezioni a breve. Il settore finanziario, che è quello che pesa di più su Piazza affari, è il più penalizzato dalla situazione di incertezza, per la sua forte esposizione ai titoli di stato. Secondo le statistiche della Banca d’Italia, il sistema bancario possiede 351,6 miliardi di euro di governativi, il livello più alto dal 1998.

Wall Street prende fiato
La Borsa americana ha corso molto negli ultimi mesi, dal momento che è stata influenzata meno dalle tensioni europee. I gestori sono ora più cauti sul proseguimento del rally, alla luce anche di alcuni dati macro deludenti, come quelli sul mercato del lavoro. Uno su due si aspetta un rialzo delle quotazioni azionarie (erano il 71% a marzo). I pessimisti sono il 18,8%, più del doppio rispetto al mese precedente.

Tokyo vira con la BoJ
La Banca centrale del Giappone (BoJ) ha annunciato un ampio programma di espansione monetaria, nel tentativo di sostenere la ripresa economica. Il bilancio dell’istituto si espanderà del doppio in due anni, pari a circa il 50% del Prodotto interno lordo. L’operazione è stata ben accolta dai mercati e le previsioni dei gestori rimangono positive. Il 56,2% si attende un incremento del listino di Tokyo nei prossimi sei mesi a fronte di un 6,3% di pessimisti.

Asia in attesa del riscatto
Nel primo trimestre, l’area asiatica ha fatto peggio delle altre regioni, ma i gestori rimangono ottimisti sulle prospettive future, seppure con maggior cautela rispetto ai mesi scorsi. Il 62,5% prevede un rialzo delle Borse, contro il 71% di marzo. Per alcuni le attuali valutazioni sono favorevoli agli acquisti; per altri provocheranno un’oscillazione attorno agli attuali livelli, con la possibilità di consolidamento dei rialzi se l’economia, in particolare cinese, mostrerà chiari segnali di stabilizzazione.

Bond, occhio alle cedole
Nonostante i Bund tedeschi possano trarre vantaggio nelle fasi in cui la crisi del debito si fa più acuta, il potenziale di rialzo è molto basso, per cui i gestori non si aspettano grandi variazioni rispetto agli attuali livelli. E’ diversa la previsione per il Btp italiano, che potrebbe registrare un aumento della cedola nei prossimi sei mesi a fronte dell’incertezza politica e della situazione congiunturale. Infine, i bond americani, sostenuti dalla migrazione verso la qualità (flight to quality), offrono rendimenti ancora contenuti e risultano scarsamente remunerativi se i mercati finanziari torneranno a funzionare normalmente.

Euro giù
Un gestore su due prevede che l’euro si deprezzerà nei confronti del dollaro nei prossimi sei mesi. E’ una posizione più netta rispetto al passato, dove tra gli operatori non emergeva una previsione condivisa. Sulla moneta unica pesa la crisi del debito sovrano, che dirige i flussi verso la divisa americana. Quest’ultima continua, tuttavia, ad essere influenzata dalla politica ultra-espansiva della Federal Reserve.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 2 e l’8 aprile, 16 delle principali società di gestione e intermediazione operanti sul territorio. Si tratta Aletti Gestielle, Allianz Global Investors, Amundi Sgr, Bnp Paribas Am Sgr, Convictions AM, Eurizon Capital Sgr, InvestBanca, Investitori Sgr, La Française Am, M&G, Nemesis Sam, Pioneer IM, Russell Investments, Swiss&Global AM Sgr, Union Bancaire Privéee, VG asset management.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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